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Stop allo sviluppo della F138, la Ferrari punta al 2014

Stefano Domenicali orienta il lavoro sulla macchina turbo. E Alonso non deve inseguire le sirene dell'Honda

Il sogno si è infranto. La Ferrari ferma lo sviluppo della F138 e il Reparto Corse si dedica alla rivoluzione tecnica del 2014 quando arriverà il motore turbo. Non è bastato l’atteso “pacchetto aerodinamico” di Singapore per contrastare il passo di Sebastian Vettel e della Red Bull Racing. Il tedesco ha già ipotecato il quarto titolo mondiale consecutivo per manifesta inferiorità degli avversari. Nessuno meglio di Adrian Newey ha saputo interpretare il concetto degli scarichi soffianti e della “minigonna termica” per sfornare anno dopo anno una monoposto che avesse il massimo carico aerodinamico, senza penalizzare troppo l’efficienza e la resistenza all’avanzamento. UN CICLO CHE NON SI INTERROMPE Finisce l’era dei motori V8 da 2,4 litri e ci si domanda se si chiuderà il ciclo vincente dei “bibitari”. La risposta l’avremo l’anno prossimo, ma Sebastian ha deciso di restare a Milton Keynes investendo nel potenziale che gli assicureranno Christian Horner e Adrian Newey. In questo regime regolamentare nessuno ha saputo scalfire una superiorità che è stata palese: da quanto tempo non si vedeva un pilota capace di rifilare quasi tre secondi ai migliori avversari? Il tedeschino è disarmante perché ha l’attitudine di saper cambiare passo ogni volta che n’è bisogno, senza mai commettere errori. Risponde puntualmente alla chiamata del box con una lucidità da veterano. E sta anche imparando a rispettare la meccanica, per cui le sfighe capitano sempre e solo a Mark Webber. INSEGUIRE VETTEL NON HA SENSO Gli inspiegabili fischi sotto al podio non lo mortificano, ma anzi lo rendono ancora più forte: riesce a rendere positivi anche gli aspetti meno piacevoli (“…saranno i tifosi di Monza in tour” ha detto ridendo sarcasticamente). Sebastian Vettel porta a 60 punti la voragine che si è aperta con Fernando Alonso. E non accenna a ridurre il passo: ha vinto a Spa-Francorchamps, Monza e Singapore. Un tripletta pesante che porta a sette i successi stagionali. Tutti gli altri si sono spartiti solo le briciole. LA FERRARI PENALIZZATA DALLE GOMME Resta un grande rammarico: quanto ha inciso il cambiamento di gomme a stagione avanzata? Su questo tema ci sono state delle furiose polemiche nell’estate, ma la portata del provvedimento è stata la chiave tecnica e politica che ha permesso alla Red Bull Racing di prendere il volo nel momento cruciale del campionato, “scippando” alla Ferrari la competitività che la F138 aveva trovato a inizio campionato. Non tanto il ritorno alla carcassa delle Pirelli del 2012, quanto il diverso disegno degli pneumatici (erano a spalla squadrata a inizio 2013 e sono tornati ad essere più tondeggianti adesso, proprio come un anno fa) hanno modificato sostanzialmente gli equilibri raggiunti. RE ENZO NON AVREBBE ACCETTATO IL CAMBIAMENTO? Enzo Ferrari, probabilmente, avrebbe minacciato di lasciare il Circus se avesse dovuto subire il diktat della FIA, anche perché la Pirelli in Canada aveva portato coperture in grado di evitare le pericolose delaminazioni viste in Bahrein e a Barcellona. La Red Bull Racing, cavalcando le ragioni di sicurezza, ha preteso il ritorno a coperture affidabili, spingendo verso il riutilizzo delle carcasse 2012. E vincendo una partita tutta politica, ha messo in scacco l’ufficio tecnico del Cavallino che è sprofondato di nuovo negli incubi dello scorso anno. Nell’estate gli aerodinamici di Maranello hanno lavorato sodo, ma la crescita della F138 non è stata pari a quella della monoposto di Milton Keynes. LA ROSSA SECONDA FORZA DEL CAMPIONATO La corsa a inseguimento sulla Red Bull RB9 non ha dato risultati: nelle ultime tre gare Fernando Alonso ha portato la Rossa alle spalle di Sebastian Vettel, facendo appieno il suo dovere. La Ferrari si conferma la seconda forza del campionato, ma mostra l’incapacità di sfidare alla pari la monoposto di Adrian Newey. E a Marina Bay non è servito nemmeno l’asturiano in forma galattica (la partenza è stata prodigiosa: da settimo in griglia Fernando si è arrampicato fino al terzo posto) e un muretto molto lucido nel far rientrare lo spagnolo in pit lane non appena si è reso necessario l’ingresso in pista della safety car al 24. giro, dopo l’incidente occorso a Daniel Ricciardo con la Toro Rosso. Red Bull e Mercedes non si sono fermate ai box. Un errore. Ma contro Vettel non c’era niente da fare: ha ricostruito in pochi giri il vantaggio in tempo che gli permetteva di effettuare il pit stop in più senza perdere il controllo della corsa. Cancellando ogni speranza ai tifosi del Cavallino. STOP AGLI SVILUPPI DELLA F138: SI PENSA AL 2014 Stefano Domenicali ha fatto bene a ufficializzare che la Ferrari dedicherà il 90% delle forze alla monoposto del prossimo anno. Sulla F138 arriveranno gli aggiornamenti che sono già stati deliberati, ma non verranno approntati dei pezzi nuovi per gli ultimi sei Gp della stagione. Una decisione razionale che non aveva alternative visto l’andazzo. E se ne sarà fatto una ragione anche Fernando Alonso. LA HONDA TENTA LO SCIPPO DI FERNANDO? Il team principal del Cavallino non teme che Fernando possa cedere alle lusinghe dalla Honda: la Casa giapponese sarebbe disponibile a portare in dote il campione spagnolo alla McLaren per la stagione 2015. L’asturiano dovrebbe rompere con Maranello per vivere un anno sabbatico in attesa del grande rientro. E c’è chi sostiene che avrebbe l’opportunità di girare con il propulsore giapponese per un’infinita serie di test, visto che la Honda non è ancora iscritta al campionato. ALONSO NON PUO’ STARE FERMO UN ANNO A questa idea qualcuno aveva pensato, ma gli altri motoristi non sono disposti a fare un regalo così grosso ai giapponesi. E nell’anno del cambiamento regolamentare stare fermo una stagione potrebbe costare molto caro. È molto più probabile che non succeda niente e Alonso resti al suo posto, accettando la sfida con Kimi Raikkonen. Ieri c’era un podio tutto… ferrarista alle spalle di Vettel. Per scavalcare il tedesco ci vorrà una macchina competitiva. Basterà il cambiamento delle regole per azzerare gli attuali valori in campo?

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