L'ordine via radio lo abbiamo sentito tutti: il muretto della Red Bull ha intimato a Mark Webber di mantenere la posizione, quando negli ultimi giri l'australiano si era fatto molto pressante nei confronti del compagno di squadra, Sebastian Vettel.
Nel dopo corsa Mark non solo ha ammesso la circostanza, ma ha anche aggiunto che gli uomini del team gli hanno ripetuto l'ordine per quattro o cinque volte, nel tentativo di convincerlo a stare dietro al leader del mondiale, ma Webber avrebbe ignorato l'ordine insistendo nel mettere pressione su Sebastian.
"Alonso avrebbe potuto commettere un errore anche all'ultimo giro - ammette Webber - e volevo giocarmi tutte le chance di vittoria. E' per questo motivo che non ho ascoltato l'ordine che veniva dai box e ho continuato a mettere Seb sotto pressione: l'unica cosa che volevo fare era provare a passarlo!".
In realtà l'attacco decisivo non c'è mai stato, ma questa volta Mark Webber ha costretto la Red Bull Racing a rendere palese l'ordine di scuderia, quella decisione a tavolino che in passato è sempre stata negata dal team principal Christian Horner.
Alla fine Mark si è rimesso in fila e ha concluso dietro a Vettel perché altrimenti l'imminente rinnovo del contratto che la squadra gli ha proposto per il 2012 sarebbe saltato definitivamente...
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