In Formula 1 niente accade per caso: la McLaren ha deciso di partire con meno benzina nel serbatoio confidando che la pista sarebbe rimasta bagnata più a lungo di quanto non sia stata effettivamente.
Dieci chili su una pista veloce come quella di Silverstone possono valere fino a 0"4, per cui Lewis Hamilton ha accettato di partire con il serbatoio che non era certo pieno per trovare un po' di competitività, visto che la Mp4-26 nelle prove aveva pesantemente deluso le aspettative.
Anche la decisione di optare per l'ala mobile più vecchia con un flap decisamente più grande è stata giusta: finché il tracciato era scivoloso per la pioggia che ha preceduto la corsa, Hamilton si è reso protagonista di una prodigiosa rimonta che in pochi giri lo ha portato stabilmente in zona podio.
L'azione combinata della vettura più leggera rispetto alla concorrenza e la disponibilità di un'alettone posteriore con più incidenza hanno permesso all'ex campione del mondo una condotta di gara tutta all'attacco, ma Lewis era consapevole che non avrebbe potuto procedere con lo stesso ritmo per tutta la corsa, specie se l'asfalto si sarebbe asciugato piuttosto in fretta.
E' proprio per questo motivo che ad un certo punto il muretto della squadra di Woking è stato costretto ad intimare ad Hamilton di ridurre il passo di gara, altrimenti non avrebbe visto la bandiera a scacchi. Va detto che il temperamento di gran combattente di Lewis si è visto proprio nelle ultime battute, quando non ha esistato a fare le sportellate con Felipe Massa per difendere il quarto posto, nonostante avesse una vettura nettamente meno veloce.
La McLaren, insomma, va premiata per aver avuto il coraggio di rischiare con una strategia di corsa sicuramente molto rischiosa, ma va criticata per il pit stop che è costato il ritiro di Jenson Button. All'inglese è stato dato l'ok per ripartire dalla pit lane anche se la ruota anteriore destra non era stata serrata con il necessario bullone.
L'ansia di fare in fretta ha messo in crisi il team di Woking che ha pagato a caro prezzo un errore umano: Jenson, infatti, con lo stop cede la seconda posizione nel mondiale piloti a Webber.
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