La
Ferrari a Montecarlo sembra competitiva: dopo le libere del giovedì è parsa migliore nel giro secco e un po' meno brillante nelle simulazioni di gara a confronto con le altre squadre top, ma la sensazione è che diverse monoposto siano arrivate ad un livellamento delle prestazioni su una pista come quella di Monaco che non privilegia l'efficienza aerodinamica, ma il carico.
Sulla
F138 la ricerca della micro-aerodinamica continua a proporre delle esasperazioni in certi particolari: messi da parte i deviatori di flusso a ponte che si rivedranno più avanti, si è notato sulla Rossa il lavoro di sviluppo che è stato fatto alla radice di questo particolare che è montato all'esterno delle pance.
In questa zona nevralgica della macchina, utile a indirizzare l'aria verso il diffusore posteriore,
sono apparsi dei vorticatori di flusso che hanno il compito di portare sotto al fondo la vena fluida che lambisce la parte superiore. L'apparire di due piccole paratie laterali, aggiunte ai due mini flap evidenzia come si sia specializzato il lavoro di ricerca aerodinamica.
Anche la Ferrari, come altri team,
riesce ora a simulare al CFD diverse compenenti che prima erano analizzate solo in galleria del vento. E ogni singolo flusso può essere scomposto da tutti gli altri per farlo riattaccare nel preciso punto che si vuole. Un puzzle aerodinamico che non è più la sola prerogativa di Adrian Newey...
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