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Renault ha deciso di rompere gli indugi: la Casa francese
mostrerà il 21 giugno ai giornalisti la prima versione del suo motore V6 Turbo completo, l'unità che dal 2014 dovrà prendere il posto degli attuali V8 aspirati da 2,4 litri. Il marchio transalpino finora aveva fatto vedere solo la versione prototipo al banco, mentre alla fine del prossimo mese entrerà in funzione l'unità dotata degli accessori che sono stati deliberati per il campionato del prossimo anno.
Anche Ferrari e Mercedes sono impegnatissime sullo stesso fronte e la Honda ha ufficializzato il suo accordo con la McLaren per la fornitura esclusiva del V6 Turbo nella stagione 2015 per poi offrire l'unità ad altri team clienti.
Bernie Ecclestone continua ad essere scettico sui motori V6 dotati del recupero di energia associato al turbo: Mister E nel paddock del Gp di Monaco ha dichiarato alla Reuters la sua preoccupazione per i costi che potrebbero crescere a dismisura: la Renault è intenzionata a fornire motore V6, turbo, sistema ibrido ers e KERS al prezzo stimato di circa 22 milioni di euro all'anno. Una cifra che spaventa le squadre, specie quelle minori, mentre la Ferrari è disposta a garantire lo stesso servizio con un budget di circa 18 milioni di euro.
Di fatto i costruttori garantirebbero ai loro clienti la fornitura del retrotreno, ma la preoccupazione che anima Ecclestone va oltre:
"Per ora sembra che tutto vada bene - ammette Bernie -
ma se scopriremo al dunque che un Costruttore è in ritardo si metteranno in difficoltà delle squadre e ci sarà un'esplosione dei costi per cercare di recuperare sugli altri motoristi".
Il tema dei motori si porta dietro molti aspetti controversi, a cominciare dal
blocco dei test che non consente ai Costruttori di sviluppare in pista le loro unità per verificarne l'affidabilità non solo ai banchi prova.
Ecclestone, in realtà, è da sempre in contrasto con il regolamento dei motori varato da
Jean Todt, presidente della FIA. Fra i due
c'è un solco profondo che finora non ha portato al rinnovo del Patto della Concordia, l'accordo contrattuale che dovrebbe garantire la continuità tecnica e commerciale dei prossimi quattro anni. Oggi potrebbe essere una giornata adatta a derimere queste questioni, visto che i propulsori rimangono spenti nel Principato. Si arriverà ad un armistizio o ad una clamorosa rottura?
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