GP Monaco: il paddock sembra il deserto dei Tartari
Il nostro inviato Roberto Chinchero ci racconta qual è il clima del primo giorno a Monte Carlo: il paddock è ancora vuoto e l'effetto COVID si fa sentire. Non c'è l'Energy Station, l'hospitality galleggiante della Red Bull, e tutto per ora è sotto tono, in attesa delle conferenze del pomeriggio.
Il paddock di Monaco
Roberto Chinchero
Monte Carlo non riporta alla memoria nulla che non sia Monte Carlo stessa. Il Gran Premio nel Principato è unico, ogni aspetto legato allo svolgimento del weekend di gara è vissuto in modo diverso, ‘come a Monte Carlo’.
La Formula 1 nel tempo ha fatto tappa su molti tracciati cittadini, ma l’atmosfera monegasca è diversa. Raggiungere la pista è la prima sfida della giornata, e quest’anno lo è ancora di più, poiché lo storico parcheggio ‘des Percheurs’ (riservato a tutti gli addetti ai lavori) è off-limit. Le auto vanno lasciate nel parcheggio dello Stadio Luis II, poi una lunga passeggiata.
Nel paddock i piloti arrivano alla spicciolata, per lo più all’ora di pranzo, poco prima delle conferenze stampa.
La novità più appariscente dell’edizione 2021 è l’assenza della Energy Station, l’enorme hospitality della Red Bull che attraccava di fronte al paddock su una chiatta trainata dall’Italia. Le attività promozionali sono ridotte al minimo, e tante strutture che venivano allestite per ospitare Vip e sponsor, sono assenti.
Monte Carlo nell’era Covid è diversa, e non potrebbe essere altrimenti. I piloti, che erano accolti da gruppi di appassionati a caccia di un autografo nello stretto corridoio tra il porto ed il paddock, ora entrano indisturbati e si dirigono nelle hospitality.
Le barche stazionano in porto come da programma, ma silenziose e deserte (almeno per ora) in linea con un paddock ancora sonnecchiante e senza il consueto ‘struscio’, altra peculiarità monegasca. Qualche ospite è atteso sabato e domenica, ma in numero molto inferiore rispetto agli standard di Monte Carlo.
Per ora l’andirivieni è scandito da addetti ai lavori per gli ultimi rifornimenti ai box e alle hospitality, qualche gruppo di ingegneri che si avvia al track-walk e poco altro, in un’atmosfera che stona con i ricordi di un formicaio in fervente attività.
Le regole da rispettare d’altronde sono feree, e non lo scopriamo certo oggi, ma a Monte Carlo, cornice che esalta a prescindere, il paddock deserto si nota di più.
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