GP Messico: la strategia a due soste ma non mancano alternative
La simulazione della Pirelli indica la gara con due pit stop come la più veloce, ma è lecito aspettarsi anche scelte molto diverse. I tre top team partiranno con pneumatici gialli, ma Ferrari e Mercedes dovrebbero differenziare le loro scelte. Scopriamo come...
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Andy Hone / Motorsport Images
Era da tempo che sul fronte delle strategie di gara non si registrava un quadro così ricco di punti interrogativi come alla vigilia del Gran Premio del Messico. I long-run completati venerdì hanno confermato i temuti problemi di graining, nonostante la Pirelli abbia portato sul circuito Hermanos Rodriguez uno step di mescole più duro rispetto all’edizione 2018.
I top-team non hanno avuti dubbi nel decidere di prendere il via della gara con gomme medie, ma questo non assicura di poter completare la corsa con un solo pit-stop.
Le simulazioni della Pirelli indicano come strategia più veloce quella su due soste, con i primi due stint coperti con gomme medie (dai 20 ai 23 giri ciascuno) ed il restante con un set di hard.
Se questa previsione si rivelerà corretta, calzerà alla perfezione per Ferrari e Red Bull, che hanno a disposizione un set di medie nuove risparmiato in qualifica oltre che ovviamente un treno nuovo di hard.
Differente la situazione in Mercedes, dove sia Bottas che Hamilton non dispongono di gomme medie nuove, avendo preferito risparmiare un set di soft.
Proprio la Mercedes potrebbe provare una strategia alternativa rispetto a quella più gettonata. Se il team campione del Mondo deciderà comunque di giocare la carta delle sue soste, l’obiettivo di Hamilton e Bottas potrebbe essere quello di riuscire a coprire 52-55 giri con i due set di medie, per poi affrontare le ultime 16-19 tornate con il set gomme soft.
Se, invece, gli strateghi Mercedes punteranno su una singola sosta, diventerà obbligatorio montare un set di hard, e non è un’opzione priva di incognite. Oltre ad una performance che paga un paio di decimi al giro rispetto alla mescola media (che potrebbero essere compensati da una sosta in meno) chi ha provato le gomme ‘bianche’ nelle simulazioni di venerdì ha impiegato almeno due giri per portarle nella giusta finestra di funzionamento, e questo potrebbe rappresentare un handicap non indifferente nelle prime tornate dopo il pit stop, ma soprattutto in caso di safety car e successiva ripartenza.
“La gara sarà lunga e, come abbiamo visto venerdì, il degrado delle gomme sarà notevole – ha spiegato Mattia Binotto - i top team si sono qualificati tutti con gomme medie e questo ci fornisce la misura di quanto temiamo questo degrado. Le soste potrebbero essere una o due, valuteremo bene le diverse opzioni”.
Al di là dei riscontri che arriveranno dal primo stint di gara, la scelta delle hard non dovrebbe invece rientrare nella strategia della Ferrari, che può contare su un set di medie nuove a differenza di Mercedes.
La gomma (bianca) potrebbe essere presa in considerazione dal box del Cavallino solo nel caso in cui gli ingegneri dovessero valutare troppo rischioso completare l’ultimo stint di gara come un set di soft usate.
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