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Hamilton domina a Sepang con la Mercedes

L'inglese al 23esimo successo precede Rosberg e Vettel. Positivo Alonso quarto davanti a Hulkenberg

Lewis Hamilton vince il Gp della Malesia con la Mercedes W05: l'inglese centra il 23esimo successo in F.1 come Nelson Piquet. E vince con lo stesso motore che lo aveva costretto al ritiro in Australia. L'ex campione del mondo, che ha anche siglato pole e giro veloce in 1'43"066, ha costretto Nico Rosberg a 17"3 secondi, rivendicando il titolo di leader della squadra, anche se il tedesco resta in testa al mondiale piloti con 43 punti contro i 25 di Lewis. Le frecce d'argento hanno confermato una grande supremazia: nel mondiale Costruttori la Mercedes ha già 68 punti, 25 in più della McLaren e 38 sulla Ferrari. La W05 sembra una macchina senza difetti che oggi domina in qualsiasi condizione e può permettersi di dettare le strategie senza sfruttare l'intero potenziale, ma anche Lewis Hamilton ha voluto ribadire una gerarchia di squadra a Brackley vincendo per la prima volta a Sepang: Nico Rosberg è il grande sconfitto di questa seconda gara del mondiale, mostrando anche un consumo di carburante maggiore rispetto al leader nel tentativo di tenerne il passo. Questo è un aspetto importante da tenere in considerazione anche per il futuro oltre ai nove decimi rimediati sul giro più veloce. Sebastian Vettel sale sul podio con la Red Bull Racing: la squadra di Milton Keynes è la sfidante per il mondiale, ma oggi paga un divario importante dalla W05, 24"5: Christian Horner l'ha definito un gap maggiore di quanto loro avessero imposto agli avversari l'anno scorso. Il tedesco è stato consistente perché è arrivato a soli 7"2 da Nico Rosberg, ma si deve arrendere al minore potenziale della RB10 che ha una power unit Renault certamente più assetata di benzina. Ha stupito positivamente Daniel Ricciardo: l'australiano è stato autore di una partenza autorevole (lui che l'anno scorso alla Toro Rosso non ne azzeccava una!) che lo ha portato davanti al quattro volte campione del mondo. Daniel è stato costretto al ritiro quando stava meritando il quarto posto: al 43esimo giro ha rotto l'ala anteriore per un passaggio troppo aggressivo su un cordolo (è l'effetto dell'assetto Rake troppo esasperato della RB10?) ed è stato costretto a rientrare ai box per sostituire il muso e le gomme (l'anteriore destra era segnata da una paratia che sfregava). Il pit stop è stato maligno: l'anteriore sinistra non è stata serrata bene e Ricciardo si è dovuto fermare in pit lane per essere recuperato dai suoi meccanici che hanno poi provveduto a bloccare la ruota. I commissari sportivi gli hanno "appioppato" uno stop and go di 10 secondi per unsafe release, prima che fosse costretto allo stop. Forse una scelta fatta a tavolino, visto che Daniel ha corso tutto il Gp con il flussometro della FIA che non funzionava: i tecnici di Milton Keynes hanno controllato i parametri del consumo con il sistema di back up (i tempi di iniezione letti in telemetria). La Red Bull, forse, ha voluto evitare lo scontro frontale con la Federazione Internazionale, anche se il cedimento, se confermato, resta grave. E la Ferrari? Fernando Alonso raccoglie un quarto posto con la F14 T, ma alla fine il distacco dalla Mercedes resta sempre di oltre mezzo minuto. La Rossa non è competitiva, ma si erge a terza forza, mostrando un salto di qualità rispetto all'Australia (Fernando a Melbourne avere preso 35" ma con una safety car che aveva annullato il gap precedente), ma non è ancora abbastanza. Lo spagnolo, infatti, ha dovuto spremersi per mettere alle spalle un Nico Hulkenberg molto consistente con la Force India. Non è questo il mondiale che ci aspettiamo dalla Ferrari che deve rimboccarsi le maniche per sperare di entrare nella lotta per il titolo, ma Fernando è terzo nel mondiale piloti ad un solo punto dal predestinato, Lewis Hamilton. Le cifre, quindi, non condannano la squadra del Cavallino, mentre la differenza tecnica è severa, anche se il distacco sul giro è stato sensibilmente ridotto e dietro alle W05 l'asturiano ha colto il terzo giro più veloce, facendo meglio anche di Vettel. Kimi Raikkonen è rimasto fuori dalla zona punti dopo la foratura che lo ha costretto subito ai box dopo il contatto causato da Kevin Magnussen alla prima curva. Il finlandese ha sofferto anche con un DRS che non ha funzionato di nuovo (come in Australia) e ha concluso dodicesimo dietro alla claudicante Lotus di Romain Grosjean. Il che è tutto dire... Sette monoposto spinte dalla power unit Mercedes indicano il valore della Stella a tre punte: dietro a Nico Hulkenberg, quinto, che ha puntato su una tattica di sole due soste, è apparso Jenson Button con una McLaren staccatissima, in evidente regressione rispetto al debutto australiano. Interessante la battaglia in casa Williams fra Felipe Massa e Valtteri Bottas: la FW36 è la monoposto che consuma di meno, ma ha meno carico delle altre vetture. Alla fine i due piloti di Grove si son trovati in lotta per il settimo posto e il brasiliano ha disatteso l'ordine di squadra che lo invitata a cedere il posto al giovane finlandese che aveva un passo migliore. Strano l'ordine già dato al secondo appuntamento: Felipe è condannato al ruolo di secondo anche alla Williams. Dovrà farsene una ragione... La zona punti è completata da Kevin Magnussen nono (che si è preso uno stap and go di 5" per la toccata con Raikkonen): il danese si è dovuto difendere con una vettura ostica, mentre merita un plauso Daniil Kvyat ancora in zona punti con la Toro Rosso. Il russo è giovane ma non commette errori per cui sfrutta al meglio il potenziale della STR9, mentre Jean-Eric Vergne si è dovuto fermare per un problema alla power unit Renault. Romain Grosjean può esultare per aver completato la corsa con la Lotus E22, mentre a Pastor Maldonado il muretto dei box ha ordinato al venezuelano di ritirarsi al settimo giro. La squadra di Enstone se non altro vede una luce in fondo al tunnel alla ricerca dell'affidabilità, ma le prestazioni restano imbarazzanti. Un vero peccato per il francese che vede sfaldarsi davanti agli occhi quello che era un top team, ma che cerca di reagire alle difficoltà con grande dignità. Deluso Sergio Perez perché non è nemmeno riuscito a partire con la seconda Force India: le diavolerie elettroniche non gli hanno permesso nemmeno di schierarsi. Male, molto male anche le Sauber C33 che si devono fermare quasi in contemporanea, mentre le due Caterham CT05 arrivano in fondo: chi va piano, va sano e va lontano. Che non sia questa la nuova massima della Formula 1...

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