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GP d'Italia: sarebbe stato meglio annullare la gara dal calendario?

E' montata una polemica sui prezzi dei biglietti di Monza: c'è chi cerca di spiegare che la tiepida prevendita sia dovuta tribune troppo costose. Ma è proprio vero? O le motivazioni sono molto più variegate e complesse, certamente legate alla pandemia. Un fatto è certo: l'ACI per garantire la disputa della gara tricolore si accollerà un passivo pesantissmo. Doveva rinunciare alla gara come hanno fatto altri organizzatori? Cosa ne pensate?

Cordolo della pista

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Il GP d’Italia è destinato a finire spesso sulla graticola. È un evento che fa parte del patrimonio della F1 e pensare un calendario senza il “tempio della velocità” sarebbe come disconoscere la storia delle corse. Ma l’assioma che ha tenuto per quasi 100 anni, ora scricchiola, perché la pandemia del COVID-19 ha reso nuovamente tutto più difficile, terribilmente difficile.

Le 118 mila persone che avevano festeggiato la vittoria di Charles Leclerc con la Ferrari nel 2019 non sono più ripetibili, sia perché la Scuderia non è in grado di scaldare i cuori dei suoi tifosi non essendo in lotta per la vittoria, ma solo per difendere il terzo posto nel mondiale Costruttori.

Le norme governative anti COVID-19 impongono un’apertura delle tribune al 50% e, quindi, una previsione d’incasso quanto meno dimezzata rispetto ai 16 milioni di euro raccolti due anni fa con il quasi tutto esaurito, quando erano i biglietti paddock a garantire i maggiori ingressi.

Se si considera che il fee che va riconosciuto a F1 è di 20 milioni di dollari è facile pronosticare che il GP d’Italia sia un evento che si effettua in perdita. L’ACI poteva cancellare la gara come hanno fatto tanti altri organizzatori quest’anno, nella speranza di tornare l’anno prossimo: avrebbe drenato un sicuro buco in bilancio e qualcuno può pensare che Angelo Sticchi Damiani sia un pazzo perché vuole mantenere fede a un contratto e a un impegno preso.

Lo scenario, fra l’altro, è appesantito dai costi aggiuntivi destinati alla sicurezza (tutti gli spettatori dovranno essere dotati di green pass e ogni tribuna avrà un parcheggio dedicato per evitare degli assembramenti). Nonostante tutto questo Monza sarà lo scenario del quattordicesimo appuntamento nel calendario di F1.

E se la perdita d’esercizio nel magico 2019 era stata di circa 2 milioni di euro, il buco che verrà generato quest’anno potrebbe salire enormemente, soprattutto se i posti disponibili non verranno riempiti come sembra dall’andamento lento della pre-vendita dei biglietti.

Intorno a Monza è montata una forte polemica sul costo dei biglietti, ma rispetto al già citato 2019 ci sono stati ritocchi solo per i tagliandi del sabato, perché gli appassionati avranno l’opportunità di vivere la gara della Sprint Qualifying, mentre i prezzi delle tribune negli altri giorni sono rimasti più o meno in linea con quelli del recente passato.

Monza non è più attrattiva? La domanda è lecita, ma allora crolla tutto il discorso iniziale che abbiamo fatto sul suo valore sportivo, storico e culturale. Non può essere. I prezzi sono troppo cari? Possibile, ma sono in linea con quelli dell’edizione 2019. E mantenere quella soglia doveva servire a contenere le perdite che certamente ci saranno.

Molti appassionati europei che avevano scelto Monza per vedere un GP di F1 quest’anno hanno guardato altrove: Silverstone, Hungaroring, Spa-Francorchamps e Zandvoort.

Il ritardo dell’apertura della pre-vendita dovuto all’approvazione delle normative anti virus ha avuto il suo peso, ma, per fortuna, si è mossa la montante marea arancione, vale a dire i tifosi di Max Verstappen che hanno acquistato il 30% dei biglietti venduti, segno che con i tifosi ferraristi in “sonno” l’autodromo brianzolo rischia di essere meno rosso e più arancione.

È davvero possibile che sia così? Noi ci auguriamo proprio di no: chi vuole che il GP d’Italia resti un appuntamento fisso nel calendario della F1 non perda l’occasione per andare a Monza. La qualità della sfida fra Lewis Hamilton e Max Verstappen è quella degli anni migliori e, magari, la Ferrari riuscirà a inventarsi un weekend migliore del previsto (anche se la pista veloce è una delle meno adatte alla SF21).

Sarà anche l’ultima grande occasione per vedere le F1 più veloci della storia prima che arrivi la rivoluzione regolamentare con le monoposto a effetto suolo che saranno sensibilmente più lente. Il Circus ha fatto il pieno da quando ha riaperto al pubblico: è possibile che ci sia un flop solo a Monza? È chiaro che non è solo una questione di costi…

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