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F1 | GP d'Italia: l'ACI non può farlo da solo, serve un aiuto

Angelo Sticchi Damiani ha presentato il calendario 2023 dell’Autodromo Nazionale lanciando un allarme: il contratto con F1 in scadenza nel 2025 sarà difficile da rinnovare se il "tempio della velocità" non adeguerà le sue strutture agli standard che il mondo dei GP richiede. Sono stati annunciati una serie di lavori che dovranno essere completati entro il 2024 (riasfaltatura, rifacimento di quattro sottopassi, copertura paddock club e rifacimento delle tribune. La storia non basta più per salvare Monza.

Monza Press Dinner

Negli ultimi 25 anni la storia del Gran Premio d’Italia è stato un percorso scandito con regolarità dal rischio di ritrovarsi escluso dal calendario di F1. Quando nella serata di ieri il presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha lanciato l’ennesimo allarme, è sembrato un déjà vu, siamo alle solite.

Questa volta però qualcosa è diverso, Monza oggi può contare su un contratto con scadenza a fine 2025, ma dopo quella data non ci sono certezze. Le trattative per il rinnovo inizieranno quest’anno, come da prassi, e il negoziato che vedrà ACI e Liberty Media ai due lati opposti del tavolo non si preannuncia di certo tra i più semplici.

Monza in passato ha lottato contro sé stessa, oggi deve farlo contro una concorrenza internazionale che ha alzato di parecchio l’asticella in termini di qualità di servizi. La storia e la tradizione hanno un peso, ma da sole non bastano più per garantirsi un futuro.

Stefano Domenicali lo ha ribadito più volte: “Se volessimo, oggi potremmo avere in calendario più di 30 Gran Premi”, a conferma di una grande richiesta internazionale dopo il boom di interesse che la Formula 1 ha riscosso a partire dal 2021.

Presentando il calendario 2023 dell’Autodromo Nazionale, Sticchi Damiani ha ribadito un concetto chiave. “Monza deve evolversi per stare al passo coi tempi. Ma non possiamo essere lasciati soli a farci carico di questo lavoro. L’Aci ha fatto uno sforzo pazzesco, ma il nostro bilancio comincia ad avere delle difficoltà, sono stati investiti 44 milioni, una cifra enorme, un impegno pesante”.

L’allarme lanciato dal Presidente dell’ACI è chiaro, oggi la concorrenza internazionale può contare su fondi governativi, giustificati dall’indotto che crea un Gran Premio di Formula 1 sia in termini finanziari che di visibilità. Aspetti non valutati come dovrebbero dalle istituzioni italiane.

Sticchi Damiani ha annunciato una serie di lavori in attesa da tempo e che ora sembrano ai nastri di partenza. Quattro progetti, due pronti a partire (riasfaltatura ed allargamento di tre sottopassi esistenti con l’aggiunta di un quarto, tutti con passaggi pedonali separati dalle auto) e due in cantiere, la copertura del paddock club (sopra la struttura dei box) e il rifacimento delle tribune. Si tratta di progetti cruciali, che dovranno essere terminati in tempo per potersi presentare al tavolo di rinnovo con le carte in regola, si spera, ad inizio 2024.

I tempi? “Contiamo su un’approvazione rapida – ha chiarito Sticchi Damiani – per poi procedere subito con la gara d’appalto, altrimenti il rischio è quello di peggiorare la situazione. I tempi definitivi saranno chiari quando ci sarà la consegna dei lavori alle imprese, a quel punto capiremo se sarà possibile terminarli prima del GP o subito dopo. Per noi è comunque importante confermare a Domenicali che stiamo procedendo con serietà”.

Il punto più spinoso è quello che riguarda le tribune. Il nuovo progetto prevede che ognuna dovrà essere autosufficiente in termini di servizi, una sorta di isola indipendente con ristorazioni e servizi igienici, un passaggio cruciale dopo le lamentele emerse al termine dello scorso Gran Premio.

Non è chiaro quanto i dirigenti di ACI possano contare sul Comune di Monza, visto che il rapporto tra le due parti non è dei migliori. Non c’è un ‘buono’ ed un ‘cattivo’, perché anche l’Autodromo in questi anni non ha operato in modo impeccabile, perdendosi in più occasioni nella giungla di procedure indispensabile per operare in un’area sensibile come quella del Parco di Monza.

È l’ennesima sfida tra il Gran Premio d’Italia ed il suo futuro, un percorso impegnativo e reso ancora più in salita dalla mancanza di spirito di gruppo tra le varie parti in causa.

Le ruggini accumulate in anni di errori (e in alcuni casi anche vere e proprie ripicche) non rendono facili i rapporti, e questo aspetto diventa un grosso problema quando si tratta di tenere i ritmi di paesi concorrenti.

È una questione finanziaria, politica ed anche puramente tecnica. Per offrire un prodotto di qualità è indispensabile che ci sia gente al passo con i tempi, che sappia identificare i migliori partner sul mercato e allinearsi a ciò che possono offrire altri promoters. In realtà basta anche un po' meno, ma solo un po', quel margine che Monza può colmare con il suo valore storico, ma non è più possibile abusare più di tanto di questo bonus.

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