L'accusa è rimasta sotto traccia. Nessuno ne ha parlato direttamente, ma le voci si sono moltiplicate fino a prendere credito. Ci sarebbe stata una cospirazione Red Bull per tarpare le ali a
Mark Webber nel week end cinese. A spezzare ogni diceria è intervenuto in prima persona il team principal della squadra di Milton Keynes,
Christian Horner.
Il capo ci ha tenuto a smentire categoricamente le stupidaggini che hanno iniziato a circolare nel paddock dopo il disastroso andamento del Gp di Mark Webber:
"Tutte fesserie - sbotta Horner -
basta a chiedere a Mark come sono andate realmente le cose. Lui sa alla perfezione come sono andati i fatti, ma non alimentiamo delle invenzioni".
Ad alimentare certe voci ci ha pensato anche
Flavio Briatore, manager molto vicino a
Mark Webber, che su twitter ha adombrato qualche dubbio. La sequenza dei guai che hanno colpito la monoposto dell'australiano dopo il torto subito da
Sebastian Vettel nel Gp della Malesia è davvero incredibile.
Mark ieri ha visto ammutolire la sua RB9 nel corso della Q2 per un problema di alimentazione. Webber è rimasto a secco di benzina sul più bello non potendo fare l'ultimo tentativo cronometrato per entare nei top ten che si giocavano la pole nella Q3.
Oltre che cornuto, Mark è stato anche mazziato: l'
australiano si è visto togliere tutti i tempi perché nel serbatoio della Red Bull non c'era il carburante minimo per effettuare le verifiche.
I commissari sportivi, allora, lo hanno penalizzato a partire ultimo in griglia.
A quel punto i tecnici di Milton Keynes hanno pensato di rivoluzionare la macchina per permettere a Webber una rimonta: sono stati allungati i rapporti al cambio, fatte delle modifiche alle sospensioni e sostituita l'ala posteriore con una più scarica.
In virtù delle modifiche apportate in regime di parco chiuso,
il "canguro" è stato obbligato a partire dalla pit lane: una scelta logica che non lo ha penalizzato oltre il danno che aveva già subito.
Nella rimonta che stava costruendo giro dopo giro, Mark ha esagerato con il "cugino" Jean-Eric Vergne, forzando un sorpasso dove non c'era lo spazio per portare a termine la manovra.
Webber ha colpito la Toro Rosso (meritandosi cinque posizioni di penalizzazione nel Gp del Bahrein) ed
è stato costretto a tornare ai box per il muso danneggiato e la gomma anteriore sinistra forata.
Il pit stop non è stato ultra-rapido perché è stata necessaria la sostituzione del "naso" della RB9, per cui i meccanici avevano il tempo per effettuare il cambio gomme con relativa calma.
Eppure il fissaggio della posteriore destra non è stato perfetto, fatto sta che nel giro di rientro in pista l'
australiano ha perso la posteriore destra che ha cominciato a rimbalzare pericolosamente sulla pista, mente arrivavano altre vetture.
Webber è stato costretto al ritiro, mentre avrebbe potuto ambire ad una posizione in zona punti e la Red Bull è stata multata di 5 mila dollari. La sequenza dei fatti può far pensare ad una cospirazione, ma francamente è impensabile che una squadra che investe 200 milioni di euro a stagione in Formula si "castri" con scelte così autolesionistiche.
E, quindi,
è giustificabile la rabbia di Horner non appena si sono sparse le voci della cospirazione:
"Vogliamo trovare tutte le risposte per capire cosa è successo sulla macchina di Mark in qualifica e dopo il pit stop. Abbiamo avviato una indagine e i pezzi sotto osservazione saranno inviati subito in sede per un'attenta analisi della situazione".
La Red Bull, insomma, vuole smontare il caso e siamo certi che in settimana riuscirà a fornire tutte le risposte a chi nutre dei dubbi prima del Gp del Bahrein...
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