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Marko "spara" su Renault che è già pronta a reagire

La Casa francese ha portato nuove soluzioni elettroniche che ridurranno il gap di motore

Marko
Helmut Marko non fa proprio niente per essere simpatico. Anzi, è sempre pronto a mettere il dito nella piaga per rendere sempre più macroscopicamente evidenti le carenze degli altri. Ora nel suo mirino c’è la Renault che viene puntualmente tartassata dal consulente austriaco di Dietrich Mateschitz per non aver fornito alla Red Bull Racing e alla Toro Rosso una power unit competitiva. E senza mezzi termini ha parlato di una carenza di potenza di circa 80 cavalli… “Ci sono stati molti errori ma quello che più ci ha aveva dato infastidito era stato che i francesi non fossero disponibili. Ora si è attivata una collaborazione più costruttiva, senza muri. Stiamo lavorando sodo con Renault e Toro Rosso. Purtroppo a Viry Chatillon si sono messi in moto in ritardo”. Nei test in Bahrein sono state provate delle novità importanti sul 6 cilindri Turbo Energy… “Siamo più ottimisti anche se sappiamo che non siamo ancora del tutto a posto con il motore. Ora però sappiamo cosa funziona e cosa, invece, no. Quindi tutto dipenderà dagli sviluppi che sono stati portati, perché noi sulla vettura abbiamo fatto la nostra parte”. Marko non lo dice perché il divario dal motore Mercedes dovrebbe essere stato dimezzato, o quasi. Remy Taffin, responsabile in pista di Renault ammette: “La settimana scorsa, durante le prove in Bahrein, abbiamo testato nuove modalità software di vario tipo, che ci consentiranno di avvicinarci ai limiti della power unit. Nei primi tre Gp non abbiamo saputo sfruttare appieno il potenziale, ma i piloti sperimenteranno una maggiore guidabilità e la vita utile di ogni componente aumenterà. Abbiamo studiato la gestione dell’energia sul giro, in particolare nelle curve lente. Ci rendiamo conto del fatto che i rettilinei siano il nostro punto debole, ma questi nuovi progressi ci offrono più trazione nelle curve – il che permette di risparmiare sugli pneumatici e adottare strategie più flessibili. I nostri sforzi, in effetti, si sono concentrati sulle modalità da gara, perché i risultati più importanti si raggiungono in questo campo, non nelle qualifiche”.

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