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Rosberg nella doppietta delle Mercedes in Austria

Hamilton è secondo con Bottas, terzo, al primo podio. Massa, quarto, resta davanti ad Alonso

La Mercedes torna a firmare una doppietta nel Gp d'Austria: Nico Rosberg coglie la terza vittoria stagionale (la sesta in carriera) e consolida la sua leadership nel mondiale piloti con 29 punti su Lewis Hamilton, rifilando la seconda sconfitta di fila all'inglese che ci ha provato fino all'ultimo giro a prendere il rivale e compagno di squadra. Il tedesco sta prendendo per mano la squadra di Brackley, ma va detto che nel team della Stella a tre punte stanno offrendo le pari opportunità ai due piloti e la solidità mentale di Nico è una caratteristica che sta, invece, mettendo in crisi Lewis Hamilton. L'ex campione del mondo non si congratula con Rosberg sul podio, mostrando di patire la situazione che non è più nel suo controllo. Il britannico ha anche chiesto aiuto via radio al suo ingegnere sperando di ricevere un consiglio per andare a prendere il rivale, ma ogni tentativo (anche quello di usare il pulsante OT) è risultato vano. Non gli è bastata una partenza prodigiosa (era nono al via ed è risalito quarto in poco più di un giro) nella quale ha praticamente annullato il grave errore commesso in qualifica, ma poi non è mai stato in grado di portare un attacco a Nico Rosberg, che ora prende sempre più consapevolezza della sua condizione favorevole. Il tedesco ha lasciato sfogare le Williams nella prima parte della gara con Felipe Massa abile nel mantenere la testa nei primi giri, ma dopo il gioco dei pit stop ha preso il comando della gara con autorità, mantenendo il controllo delle operazioni. Il passo delle W05 Hybrid non è stato "stellare" come in altre occasioni, ma le monoposto argentate sono riuscite a centrare un'altra doppietta, portando a 301 i punti nel bottino del mondiale Costruttori, lasciando la Red Bull Racing al secondo posto con 143 lunghezze e la Ferrari, terza, a 98 punti. Un abisso incolmabile per chiunque. La sensazione è che i motoristi di Brackley abbiano ridotto il passo delle due Mercedes dopo i segnali di allarme che erano emersi nelle prove libere sull'affidabilità della power unit, ma le prime quattro posizioni sono state centrate dal motore PU106 A che ha monopolizzato sette posizioni della top ten, a dimostrazione che su una pista di potenza, il propulsore può essere ancora l'elemento determinante. La sorpresa del Gp è Valtteri Bottas che centra il primo podio in carriera: il finlandese è riuscito a piegare la concorrenza in casa del più esperto Felipe Massa che godeva della partenza al palo. Valtteri al 27esimo Gp con la Williams ha meritato il terzo posto perché non ha commesso errori, sfruttando a proprio favore un pit stop più lento del brasiliano (3"3 contro il cambio di 2"1 del nordico che dovrebbe essere il più rapido del Gp). Poi ha saputo gestire la pressione tenendo un ritmo da pilota navigato, mentre Felipe Massa si è gradualmente staccato. E' stata sorprendente la crescita della Williams: la pista di Spielberg sembrava fatta apposta per le caratteristiche della FW36 che si erge a seconda forza, ma non ha la consistenza per mettere in scacco le granitiche Mercedes. Fernando Alonso colloca la Ferrari al quinto posto: lo spagnolo con la F14 T non poteva oggettivamente sperare di fare meglio. La Rossa paga la poca adattabilità alle gomme Supersoft, mentre si difende meglio con le Soft, ma ha confermato di non aver il potenziale per puntare in alto. Alonso è riuscito a spiccare anche una sequenza di buoni tempi che indicano il giusto percorso intrapreso dai tecnici del Cavallino, che hanno puntato sulla configurazione stretta della carrozzeria. Nonostante l'aumento della temperatura dell'aria (c'erano 24 gradi) il bistrattato 059/3 non ne ha risentito, segno che a Maranello possono osare ancora di più se vogliono rivedere almeno la via del podio, se non quella della vittoria. Sergio Perez, punito con l'arretramento di cinque posizioni in griglia per il crash con Felipe Massa in Canada, si rivela il pilota di riferimento della Force India: il messicano da sedicesimo è risalito fino al sesto posto mostrando di saper gestire le gomme Soft nel primo stint, quando è stato a lungo in testa alla gara. Perez, "tagliato" da Ferrari e McLaren in due anni, si stanno prendendo delle belle soddisfazioni con il team di Mallya e, soprattutto, sta ridimensionando il valore di Nico Hulkenberg ormai relegato al ruolo di... scudiero. Il tedesco è stato preceduto anche da Kevin Magnussen e Daniel Ricciardo: il danese fa muovere la classifica asfittica della McLaren. La MP4-29, nonostante gli aggiornamenti tecnici, non riesce a inserirsi nel gruppo di testa anche se dispone del propulsore Mercedes: è chiaro a tutti che a macchina è inadeguata alle ambizioni di Ron Dennis ed Eric Boullier. Urgono dei provvedimenti, perchè la Honda, che fornirà la power unit l'anno prossimo, non sembra troppo soddisfatta di un partner che non sembra più un top team! Daniel Ricciardo è l'unico dei piloti Red Bull al traguardo. Stupisce che il vincitore del Gp precedente debba fare fatica per stare nei punti, proprio nella gara di casa del suo grande capo. Gli uomini di Milton Keynes hanno sparato ad alzo zero contro la Renault e il suo motore poco competitivo, ma questa volta sono mancate le invenzioni di Adrian Newey. Sulla RB10 sono state bocciate alcune soluzioni che erano state preparate apposta per il Red Bull Ring. E, ogni tanto, un po' di umiltà non guasterebbe. Chi se ne va con la coda in mezzo alle gambe è Sebastian Vettel: il tedesco non è mai entrato in gara perché già al secondo giro ha dovuto rallentare per un problema di software. Quando si pensava che si sarebbe ritirato ha fatto reset del sistema ed è riuscito a ripartire, proprio quando i primi lo stavano già doppiando. E' rimasto in traiettoria creando una seria difficoltà proprio al compagno di squadra, Daniel Ricciardo, che è finito largo per non toccarlo, perdendo così una posizione. Staccato di un giro ha proseguito (sperando in una safety car che ricompattasse il gruppo), ma poi è incappato in un contatto nel quale ci ha rimesso l'ala anteriore. Troppo anche per un quattro volte campione del mondo che è stato invitato dalla squadra a ritirarsi per preservare la meccanica. Si chiude male anche il week end della Toro Rosso: Daniil Kvyat pare che abbia accusato il cedimento della nuova sospensione posteriore, mentre avrebbe potuto conquistare punti importanti per la squadra di Faenza. Jean-Eric Vergne si è dovuto fermare ai box con i freni ko. Una gara da dimenticare per il team di Franz Tost che aveva prodotto il massimo sforzo portando un poderoso pacchetto di novità tecniche. La top ten si completa con Kimi Raikkonen: il finlandese a Spielberg non è mai stato a suo agio con la F14 T. "Iceman" è difeso a spada tratta dalla squadra, ma il suo rendimento nel confronto con Fernando Alonso sta diventando imbarazzante. Servono, allora, degli specifici interventi per metterlo nella condizione di fare almeno bella figura. Jenson Button con la seconda McLaren fa il suo compitino davanti allo straripante pubblico austriaco e precede Pastor Maldonado che si è dannato l'anima per portare la Lotus al 12esimo posto finale. Va peggio alla Sauber che piazza Adrian Sutil alle spalle del venezuelano, mentre Esteban Gutierrez si becca una penalizzazione per il pit stop sbagliato: il messicano è ripartito dal cambio gomme con la posteriore destra non serrata per cui è stato giustamente punito. La squadra elvetica sta avendo un tracollo che va ben oltre le difficoltà finanziarie che l'attanagliano. Promosso il Red Bull Ring che è tornato nel Circus per restarci: una pista corta, ma molto impegnativa per le gomme e per i motori, che ancora presenta delle difficoltà naturali e vie di fuga che non sono state asfaltate. Chissà che non si debba fare qualche passo indietro su questo tema?

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