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Ecclestone investirà sulla terza macchina?

Bernie avrebbe una strategia per uscire dai "ricatti" dei piccoli team che sono in difficoltà

Senza Caterham e Marussia ora sono Lotus e Sauber a chiudere la griglia di partenza. Con 18 monoposto in griglia di partenza aleggia il pericolo della terza macchina per Ferrari, McLaren e Red Bull Racing. Due squadre su tre non la vogliono (Ferrari e McLaren), mentre a Milton Keynes sarebbero ben disposti ad allargare la loro partecipazione. Interessate ci sono anche la Mercedes (Toto Wolff vuole capire quali sono le regole del gioco definitive) e la Williams che sarebbe propensa a tentare la carta avendo pronto il budget di Felipe Nasr da reinvestire (si parla di 20 milioni di euro).

UN PRECEDENTE PERICOLOSO
In realtà lo scenario è molto più complicato di come possa sembrare: Bernie Ecclestone nei contratti con gli organizzatori dei Gp e le televisioni ha una clausola che lo obbliga a schierare 18 monoposto. Sotto quella soglia gli accordi in essere andrebbero ridiscussi. Caterham e Marussia, che sono in amministrazione controllata e in attesa che si facciano avanti possibili compratori, saltano Stati Uniti e Brasile, promettendo di tornare ad Abu Dhabi. È difficile credere che rivedremo i team di Leafield e Banbury, ma intanto la FIA ha emesso un comunicato per dire che si appella al buonsenso dei commissari sportivi nel giudicare se è giusto sanzionare le squadre assenti (secondo il Patto della Concordia hanno l’obbligo di partecipare a tutte le gare in calendario) o se far valere la causa di forza maggiore.

ECCLESTONE NON VUOLE TEAM “ACCATTONI”
Così si crea un pericoloso precedente: i team “morenti” hanno in mano un’arma di ricatto su Bernie Ecclestone con la quale spillare dei quattrini per essere tenuti in vita senza far crollare il castello di carte del Circus. Ma Mister E è troppo scaltro per lasciarsi abbindolare da questi giochini e già ieri ai microfoni di Sky Sports UK ha lasciato intendere qual è il suo pensiero: “Si potrebbe anche scendere a 14 monoposto, se perdessimo altri due team è una situazione che potrebbe accadere. Se resteranno solo 18 macchine, non sarà un dramma, ma è vero che abbiamo bisogno dei piccoli team, solo se partecipano come si deve al mondiale e non vanno in giro a chiedere la carità”.

ANCHE I COSTRUTTORI... PIANGONO
Il messaggio è quanto mai chiaro: che non si sognino Sauber e Lotus (o Force India) di chiedere degli aiuti ora perché non riceveranno un centesimo. A quanto pare i nodi della Formula 1 stanno per venire al pettine. Bernie Ecclestone aveva ferocemente contestato il nuovo regolamento FIA che imponeva l’introduzione delle costosissime power unit in luogo dei tradizionali motori V8 aspirati. Una fornitura stagionale costa circa 20 milioni di euro, una cifra che ha reso agonizzanti alcune squadre e che sta mettendo in crisi anche i Costruttori che sono i principali creditori dei team in difficoltà. La Force India, per esempio, non è riuscita a farsi consegnare la quinta PU dalla Mercedes fintanto che non si è messa in linea con i pagamenti. E la Renault vanta un credito di 7,4 milioni di sterline dalla Caterham.

LA TERZA MACCHINA COSTA 50 MILIONI DI EURO
Insomma il business plan del Circus sta saltando per aria se non verranno apportati dei correttivi. Ecclestone invoca il ritorno ai motori aspirati, ma anche lui è consapevole che un salto nel passato è impossibile, specie adesso che la Honda prepara il suo rientro nei Gp. L’unica via da percorrere sarebbe quella della terza macchina. Un progetto che rischia di costare 50 milioni di euro a vettura. Un’enormità anche per i top team, specie se i colori delle macchine dovranno essere identici a quelli ufficiali. La Mercedes ha fatto sapere che non è pensabile allargare la fornitura di power unit, visto che è già impegnata a servire quattro squadre, mentre la Honda è ancora indecisa.

PRESTON VUOLE RILANCIARE LA SQUADRA CLIENTI HONDA?
Non deve sorprendere, comunque, se Mark Preston, l’uomo che insieme a Daniele Audetto aveva lanciato la Super Aguri per volere dei giapponesi della Honda, sia interessato a rilevare un team dal fallimento. Si dice che abbia messo gli occhi proprio sulla Caterham, perché la squadra cliente della Honda potrebbe così tornare proprio a Leafield dove aveva la sua sede la Super Aguri. Lo sviluppo di un’unità nuova sarebbe più rapida con quattro vetture anziché con le due sole McLaren. Peter Sauber e Monisha Kaltenborn devono fare il mea culpa: ora piangono miseria, invocando gli interventi della FIA, ma quando Lawrence Stroll, magnate canadese si era presentato a Hinwil per rilevare la squadra svizzera si è visto sparare una cifra che ha fatto impallidire anche un milionario!

MISTER E GIRA I SOLDI DEI TEAM “MORTI” PER LA TERZA MACCHINA?
E quale potrebbe allora essere la strategia di Ecclestone? Tagliare gli altri rami secchi del Circus incentivando la terza macchina. Come? Rimettendo in gioco il budget che sarebbe toccato alle quattro squadre destinate a scomparire a favore dei team che saranno disponibili a schierare la terza macchina. Si parla di un sostegno economico di circa 35 milioni di euro: una cifra che potrebbe far venire l’acquolina in bocca a molti di quelli che ora sono contrari e che, volendo, potrebbero colmare il budget con dei piloti paganti (l’esempio è proprio la Williams con Felipe Nasr...).

DIVIDE ET IMPERA IL MOTTO DI BERNIE
Nelle prossime settimane vedremo una trasformazione della Formula 1 che sarà decisa dagli eventi più che dall’incapace programmazione dei team principal, preoccupati solo di lucrare un vantaggio nel breve termine anziché cercare la stabilità del sistema con un piano condiviso a lungo termine che potesse essere attrattivo per quegli sponsor che ormai sono spariti dal Circus. Per lo più si tratta di signori ultra-stipendiati che badano a mantenere il potere che hanno acquisito. Ne vedremo ancora delle belle, perché Ecclestone il divide et impera lo pratica con successo da oltre trent’anni…

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