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Anche la Ferrari ha la sospensione con il FRIC

Il sistema della Mercedes è stato sviluppato da diverse squadra: la soluzione Lotus sembra la più esasperata

Quando si dice FRIC si pensa a Mercedes. Sono stati i tecnici di Brackley i primi a lasciar volutamente filtrare delle informazioni sull’esistenza del Front and rear interactive control sulle frecce d’argento dello scorso anno. Oltre a dedicare tempo e risorse al sistema di stallo dell’ala anteriore (che non ha mai dato grossi risultati), i tecnici diretti da Bob Bell hanno continuato a sviluppare le sospensioni interattive a controllo idraulico e pare che comincino a raccogliere i frutti di un duro lavoro. FRIC PROMOSSO DA ALDO COSTA L’idea in Gran Bretagna sarebbe stata portata da Aldo Costa, capo progettista della F1 W04, arrivato alla corte della Stella a tre punte dalla Ferrari. Chi ha buona memoria ricorderà che, dopo il divieto delle sospensioni attive a controllo elettronico, era stata la Minardi a tentare la strada di un più semplice correttore di assetto a controllo idraulico, grazie al quale era possibile stabilizzare l’altezza da terra della monoposto al variare dei carichi. L’IDEA MINARDI E’ DI TREDOZI Il concetto era stato elaborato da Gabriele Tredozi, frizzante capo progettista di tante idee innovative sulle macchine faentine, ma il responsabile tecnico era proprio Aldo Costa, attuale tecnico di punta della Mercedes. OmniCorse.it, in occasione del Gp della Malesia, aveva pubblicato un’immagine Effe 1 Tech della macchina di Lewis Hamilton nel box che mostrava connessioni idrauliche nella parte anteriore della scocca per la ricarica del FRIC. SOSPENSIONI INTERATTIVE IDRAULICHE Il sistema della Mercedes opera sul terzo elemento della sospensione anteriore e di quello posteriore: per il principio dei vasi comunicanti, la monoposto risulta meno sensibile alle improvvise variazioni di carico tanto in accelerazione (quando tende a sollevarsi il muso) che in frenata (quando si registra un affondamento dell’anteriore), trovando un equilibrio che giova al migliore sfruttamento dell’aerodinamica che ha bisogno di stabilità per esprimere i dati visti in galleria del vento. Il sistema è perfettamente legale perché è tutto meccanico e non si avvale di alcun aiuto elettronico che sarebbe bandito dai regolamenti. LA MERCEDES NON E’ LA SOLA La Mercedes, però, non sarebbe stata la prima squadra del Circus a riprendere questo interessante tema tecnico: le voci dei box dicono che anche altre squadre top abbiano sviluppato in silenzio dei sistemi simili. In primis la Lotus che è diventata un’osservata speciale dopo il successo di Kimi Raikkonen con la E21 al Gp d’Australia. LA LOTUS NASCONDE QUALCOSA Nelle immagini televisive non è sfuggito agli avversari che la monoposto di Enstone in certe situazioni strisciava con il fondo sull’asfalto, anche quando il carico di benzina stava calando e l’alleggerimento della monoposto avrebbe dovuto provocare l’aumento graduale dell’altezza da terra. I maligni sostengono che sulla E21 sia ben nascosto un vero e proprio correttore d’assetto in grado di ottimizzare non solo le prestazioni aerodinamiche della vettura, ma anche la durata delle gomme Pirelli che verrebbero sollecitate meno che su altre F.1, permettendo alla Lotus tattiche di gara più aggressive, con un pit stop in meno rispetto alla migliore concorrenza. LA FERRARI SVILUPPA UN SUO SISTEMA La squadra diretta da James Allison, però, non è l’unica. Basterebbe usare la proprietà transitiva per capire che se Aldo Costa aveva conoscenza delle sospensioni a controllo idraulico ai tempi della Minardi e ha riproposto, in maniera più moderna, la stessa soluzione alla Mercedes, può aver analizzato il concetto anche nella lunga permanenza al vertice della direzione tecnica della Ferrari. CI SONO SPECIALISTI A MARANELLO Stiamo dicendo niente altro che un’ovvietà: in realtà il FRIC della Ferrari (il sistema viene chiamato nello stesso modo anche dai tecnici del Cavallino) sarebbe pure più evoluto di quello che abbiamo visto finora sulla Mercedes. E lo sviluppo della F138 si giocherebbe molto su questo aspetto: finora i meccanici del Cavallino sono stati abili a tenere nascosto il sistema che c’è sulla Rossa. Stando alle indiscrezioni, inoltre, al Reparto Corse avrebbero percorso una propria via di sviluppo che non sarebbe frutto della linea di “pensiero” di Aldo Costa, ma di esperienze diverse maturate da specialisti che sono approdati a Maranello apposta per implementare questi concetti. CI SONO SEGRETI INTERESSANTI DA SCOPRIRE L’impressione, quindi, è che sotto le carrozzerie delle monoposto si nascondano ancora dei segreti molto interessanti da scoprire e, forse, anche chi non dichiara di disporre di sistemi FRIC in realtà già li usa e da più tempo di quanto non si possa immaginare. È difficile credere che Red Bull Racing e McLaren siano rimaste indietro su un argomento che può essere molto utile a far funzionare la “minigonna termica” che si genera con il soffiaggio rovente degli scarichi fra la paratia laterale dell’alettone posteriore e la gomma (ben “protetta” dalle prese d’aria dei freni in carbonio che ormai si sono trasformate in autentici deviatori di flusso dal disegno sempre più complesso). Ma anche Sauber e Toro Rosso per non dire di altri team avrebbero già sviluppato i loro concetti, ma hanno preferito tenere la bocca ben cucita… NUOVE INTERPRETAZIONI AL LIMITE? Appare evidente come un aspetto tecnico della monoposto interagisca con tanti altri, contribuendo alla competitività globale della vettura: il FRIC è da considerarsi un fronte interessante di ricerca e di sviluppo. Le squadre pare abbiano trovato una strada efficace per rendere più stabile il comportamento delle monoposto senza penalizzare le gomme. Aspettiamoci, dunque, di scoprire sistemi sempre più complicati che interpreteranno gli stringenti vincoli delle norme FIA in modo più creativo. NEL FRIC C’È ANCHE IL MASS DAMPER? La Lotus ha in “pancia” specialisti che si ricordano il famigerato mass damper, lo smorzatore di vibrazioni tardivamente vietato dalla FIA sulle monoposto Renault con cui Fernando Alonso vinse i due titoli mondiali nel 2005 e 2006. E Bob Bell, dt Mercedes, è arrivato a Brackley proprio da Enstone. Insomma c’è qualcosa che bolle in pentola: a Shangahi nel weekend ci saranno occhi più attenti del solito a scrutare le macchine che saranno protagoniste del Gp della Cina…

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