La notizia è appena arrivata e lascia l'amaro in bocca: il motorsport italiano ha perso il patron di una delle sue squadre storiche, la Forti Corse, che ha avuto anche una breve parentesi nella massima serie negli anni '90.
Guido Forti ci ha lasciati all'età di 72 anni, dopo aver diretto la sua squadra dal 1977, anno in cui la fondò assieme a
Paolo Guerci, fino alla triste fine per bancarotta nel 1996.
La Forti Corse debuttò nella
Formula Ford 2000 italiana, vincendo il titolo all'esordio con
Teo Fabi con la macchina della Osella. Passato alla
F3 sudamericana il team raccolse qualche successo grazie all'argentino
Oscar Larrauri, tanto che l'anno successivo, cioè nel 1980, la scuderia passò alla
Formula 3 europea senza però ottenere risultati di rilievo.
Negli anni seguenti la Forti partecipò a vari campionati di Formula 3 e nel 1985 lo svizzero
Franco Forini vinse quello italiano, successo ripetuto nel 1987 da
Enrico Bertaggia, nel 1988 da
Emanuele Naspetti e nel 1989 da
Gianni Morbidelli, che vinse anche il titolo europeo.
Dal 1987 Forti si era interessato anche alla Formula 3000 (in collaborazione con il team Venturini e vetture Dallara) e
nel 1991 abbandonò la F3 per dedicarsi solo all'altra. I primi anni nella nuova categoria non furono buoni, dovuti sia all'inesperienza del team che a quella del costruttore del telaio, Dallara. In seguito il passaggio ai più competitivi telai Lola e Reynard migliorarono decisamente i risultati, e nel 1989 vennero conquistati i primi punti e il primo podio, mentre
nel 1990 Gianni Morbidelli vinse la prima corsa nella categoria.
I risultati migliori furono ottenuti
nel biennio 1991-1992 quando Naspetti e Andrea Montermini vinsero sette gare e il team concluse terzo e secondo in classifica. Nel 1993, poi,
Olivier Beretta vinse la prima gara stagionale (e l'ultima nella categoria per la squadra italiana). Era, però, stato assunto come pilota
Pedro Diniz, il quale era in grado di portare, grazie al suo sponsor, una buona quantità di denaro. Inoltre, grazie al brasiliano, Forti ebbe l'occasione di conoscere Pablo Gancia, il quale rilevò le quote azionarie di Guerci e pose le basi per il passaggio in Formula 1. Nel 1994 la casa italiana corse la sua ultima stagione in Formula 3000, ma i risultati furono deludenti e non andò mai oltre un terzo posto, colto da
Hideki Noda.
Grazie al supporto finanziario portato da Diniz nel 1995 arrivò l'approdo in Formula 1, con una vettura (la Forti FG01-95) progettata da Sergio Rinland e Giorgio Stirano, mentre come secondo pilota fu assunto Roberto Moreno.
Il miglior risultato della squadra nella massima serie fu ottenuto proprio nella stagione di debutto, all'ultima gara in Australia, quando Diniz chiuse settimo ad Adelaide (ai tempi i punti andavano ai primi 6 classificati).
La stagione seguente Diniz passò alla Ligier, privando la Forti della maggior parte delle sue risorse finanziarie. Vennero quindi assunti due piloti italiani,
Luca Badoer ed
Andrea Montermini, e venne poi nominato team manager
Cesare Fiorio. Dopo un avvio stentato a causa dei problemi finanziari, arrivò dopo il GP di Montecarlo la finanziaria Shannon Racing, che promise grandi fondi in cambio del 51% dell'azienda.
Purtroppo per Guido Forti ed il team i soldi non arrivarono mai e questo portò alla bancarotta a cavallo dell'undicesima gara della stagione ad Hockenheim, che vide i bilici arrivare in circuito, ma mai le vetture scendere in pista.
Le discussioni tra Forti e la Shannon sulla proprietà della squadra finirono poi in Tribunale, e le vetture non percorsero più nessun chilometro, sancendo con la causa legale anche la fine della squadra.
Forti poi fece ancora una fugace apparizione nel motorsport, come team manager in Euro F3000 nel 2002 e 2003.
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