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Intervista

Marchionne: "Osceno pensare di dare i motori 2016"

Il presidente Ferrari chiarisce la posizione del Cavallino sulle power unit, restando disponibile a fornirle anche alla Red Bull

Atmosfera
Ferrari F1 Clienti
Atmosfera nel paddock
Atmosfera nel paddock
La Ferrari SF15-T di Kimi Raikkonen, Ferrari
Paddock, l'atmosfera
Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO Fiat Chrysler Automobiles
L'atmosfera del paddock
Kimi Raikkonen, Ferrari SF15-T
Il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Kimi Raikkonen, Ferrari SF15-T
Kimi Raikkonen, Ferrari SF15-T
Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Ferrari Challenge, cerimonia di premiazione con Kimi Raikkonen, Maurizio Arrivabene, Team Principal
Ferrari logo
Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Finali Mondiali Ferrari, il logo ufficiale
Ferrari F12tdf presentazione
Ferrari F12tdf presentazione

Non doveva parlare, ma alla fine ha partecipato alla conferenza stampa che si è tenuta al Mugello dopo lo show della Formula 1 in occasione delle Finali Mondiali Ferrari. Sergio Marchionne è diventato il prim’attore che ha polarizzato l’attenzione dei giornalisti, togliendo la scena a Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen che hanno ascoltato con attenzione il pensiero di un presidente dalle idee molto chiare, sebbene abbia poca esperienza di corse.

Presidente, sono state le sue prime Finali Mondiali Ferrari: che impressione ha avuto?
“È stata un’esperienza eccezionale. Mi dicono che sono venute al Mugello 50 mila persone e, quindi, è stato un grandissimo successo. C’è stato Stefano Lai che le ha contate una ad una. È un successo che riflette quello che rappresentiamo non solo in campo automobilistico, ma anche per il Paese. Siamo ancora un’eccellenza importante. Come importante è stato il lavoro che è stato svolto in Formula 1, da Maurizio e dalla squadra: finalmente abbiamo intrapreso un percorso di recupero rispetto a dove eravamo nel 2014. Credo che i risultati conseguiti fino a oggi, considerando da dove siamo partiti, evidenzino che abbiamo fatto dei passi avanti enormi. E sono molto fiducioso per la monoposto 2016, sia per quanto riguarda la power unit che il telaio. Ce la vedremo a marzo quando cominceremo a correre”.

La F.1 vuole mettere in vendita i diritti commerciali del Circus: siete interessati a comprarli?
“La risposta è semplice: non ci interessa. È un tema che riguarda la FOM. È un problema tutto loro. Ci sono grandissime sfide che l’organizzazione dovràaffrontare, ma non credo che la Ferrari sia interessata a entrare in questi temi”.

Jean Todt, presidente della FIA, ha dichiarato che i grandi Costruttori ci guadagnano a vendere i motori ai team clienti, criticando il fatto che abbiate bocciato la proposta di abbattere i costi, per cui sono scoppiate molto polemiche…
“Non credo siano nate molte polemiche nella Ferrari. La nostra posizione è di una chiarezza incredibile. È sorprendente che Jean Todt, che vanta una lunghissima esperienza in Formula 1, non si renda conto dell’impatto sui costi dell’azienda nel gestire lo sviluppo di un motore che è di una grande complessità. Si tratta di un cambiamento che è avvenuto in un periodo che è successivo a quando lui ha lasciato le redini della Scuderia, ma che lui ha vissuto come presidente della FIA. E, quindi, cercare di illuderci che la FIA e la FOM possano passare ai Costruttori di motori l’obbligo d’impegno e l’onore finanziario di sostenere altre squadre, lo considero un concetto assolutamente osceno. Al di fuori di qualsiasi aspettativa di tipo economico e industriale dell’azienda. Nonostante questo credo che Jean Todt stia cercando di trovare una soluzione”.

Ma è stato fatto valere il diritto di veto…
“Non credo che la Ferrari non possa difendersi per mantenere i suoi diritti. Non credo che la Ferrari possa essere ritenuta responsabile per la mancanza di coerenza nello sviluppo delle power unit. Questo è un aspetto che deve essere risolto da Ecclestone. Non è un tema che ci riguarda. E anche l’idea che noi avessimo un obbligo morale di dover fornire il motore ad altri lo trovo ai limiti. Non si possono porre dei paletti sul costo dei motori, perché se si venisse a sapere l’impegno finanziario che viene richiesto per sviluppare una power unit così complessa, si capirebbe che con il prezzo che è stato proposto non si coprirebbe nemmeno il costo di una candela. Cerchiamo di non allargarci troppo. È un aspetto che riprenderemo il 24 novembre per definire il 2017, visto che il 2016 ormai è alle porte”.

Come è nata l’idea di dare i motori alla Toro Rosso e stoppare, invece, la fornitura alla Red Bull Racing? La porta è definitivamente chiusa?
“La possibilità di accordarmi con la Red Bull per dargli una power unit resta un’opzione valida, ma non è pensabile dotare la Red Bull di un motore uguale a quello della Scuderia. C’è la disponibilità dell’azienda a dare un servizio di ingegneria e di costruzione dei motori ma che nascano da un progetto diverso per dare non solo alla Red Bull, ma anche alle altre squadre clienti, la possibilità di avere questi motori. Ma non potranno mai essere gli stessi che utilizziamo noi in gara. L’ho già detto a Mateschitz e poi anche di recente a Marko: il mio sogno non è sconfiggere la Mercedes, ma il mio sogno è di vedere nella Ferrari quello che dovrebbe essere capace di essere. Penso che sia un discorso sciocco condividere le cose essenziali e che fanno parte del DNA dell’azienda per darlo ad altri che sono una concorrenza quasi fittizia. Detto questo, la Ferrari è in grado di vendere tecnologia ad altri, ma partendo da un progetto diverso nel quale andrebbe coinvolta anche la FOM. Bernie è stato avvisato e noi siamo pronti a metterci a disposizione, ma non con le unità che useremo bei Gp”.

Cosa si attende dalla quotazione in borsa a Wall Street dopo le oscillazioni delle azioni Ferrari dei primi giorni, anche in relazione a quelli che sono i risultati del team?
“Il fatto che il mercato americano abbia riconosciuto un valore così alto alla Ferrari è un riconoscimento di quello che ho parlato spesso in passato, vale a dire che rappresentiamo un qualcosa di incredibile nel mondo del lusso. Sono molto soddisfatto che siamo riusciti a piazzare il 10% della Ferrari a quei valori. In questi giorni ci sono stati dei movimenti di borsa che sfortunatamente riflettono l’abbinamento delle posizioni in Fiat Chrysler di Ferrari. Sono movimenti tecnici che non esprimono una sfiducia del mercato nel momento in cui il prezzo è sceso sotto quello di emissione. Il fatto è che un collegamento con il 4 gennaio quando dovremo distribuire il rimanente 4% della Ferrari che è rimasto in Chrysler e ci saranno delle quote che saranno riconosciute agli azionisti. Sono assolutamente convinto che il valore attribuito alla Ferrari rifletta le capacità di produzione e di utile e di mantenimento nonostante vari cicli economici nei quali il mantenimento della performance va al di sopra di qualsiasi azienda nel mercato auto. È un segno della capacità di questo paese di poter dar vita e far crescere delle aziende come la Ferrari. Ne ho parlato anche con il presidente del consiglio, Renzi: cerchiamo di proteggere l’Italia e di mandarla avanti”.

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