Ferrari: Vettel troppo lento diventa un caso
Il tedesco anche nella seconda gara a Silverstone non è riuscito a superare la barriera della Q2: Sebastian non riesce a interpretare la SF1000 come fa Charle Leclerc, rivelando una grande difficoltà nello sfruttare una Rossa molto scarica (ma meno della scorsa settimana). Vettel è arrivato ai titoli di coda oppure ha bisogno di cambiare aria per ritrovare le motivazioni?
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
“Ho dato tutto quello che avevo, ed è tutto ciò che si poteva spremere da questa macchina”. Queste le parole che Sebastian Vettel ha pronunciato mentre rientrava in pit-lane al termine della sessione Q2, quella che il tedesco non è riuscito a superare.
C’è qualcosa che non torna, perché se da una parte ormai è chiaro che al progetto SF1000 non si può chiedere di puntare al podio (se non in circostanze straordinarie), dall’altra è difficile capire perché c’è chi galleggia, come Charles Leclerc, e chi invece, come Seb, rischia di andare a fondo.
Ci sono piloti che guidano sopra i problemi (Fernando Alonso è un esponente assoluto in questa categoria) e chi i problemi preferirebbe risolverli, categoria a cui appartiene Vettel, ma quando soluzioni nell’immediato non ce ne sono, accade quello che stiamo vedendo a Silverstone da dieci giorni.
Era dal 2014 che Seb non mancava per due volte la Q3, e forse non è un caso, perché in quella stagione il tedesco soffrì parecchio l’arrivo in Red Bull del giovane Daniel Ricciardo, e lentamente si staccò dalla squadra fino al divorzio che arrivò nel mese di settembre.
Per un pilota perdere la fiducia vuol dire molto, soprattutto quando in pista non hai a disposizione una monoposto di vertice, situazione che oggi vivono sia Vettel che Leclerc.
La SF1000 ha un problema (non l’unico) a cui Seb è particolarmente allergico, e si manifesta con la perdita del posteriore.
Leclerc riesce a sopperire, Seb meno, e la differenza oggi a Silverstone è stata certificata dal cronometro in tre decimi di secondo. Il problema per Vettel è che in quel margine si sono infilati Verstappen, Norris e Ocon, lasciando la Ferrari numero 5 fuori dalla Q3.
“È deludente vedere questo margine”, ha ammesso Seb con onestà, confermando che la sua squadra di tecnici ha lavorato molto tra ieri e oggi migliorando la guidabilità ma non la performance.
Il Mondiale 2020 è alla vigilia della quinta tappa stagionale, e per Vettel potrebbero presentarsi opportunità per lasciare un ultimo segno importante nella sua avventura ferrarista, ma oggi è uno scenario difficile anche da immaginare.
Così come sembra essere un ricordo lontano il Sebastian Vettel sorridente, con quell’indice puntato verso il cielo che alla fine è stato amato anche dai tifosi ferraristi. C’è chi vede in questo Vettel un pilota ai titoli di coda, ma rischia di essere un pronostico errato, perché non è detto che si tratti della sigla finale.
Oggi Seb non si sente più al suo posto, in quell’ambiente che aveva costruito a partire dal 2015, quando era arrivato a Maranello per iniziare il periodo post-Alonso.
Quel box che era casa sua oggi guarda altrove, tra mille problemi da risolvere in vista di un futuro di cui Seb non fa più parte. Vettel ha bisogno di cambiare aria per ritrovare sé stesso e per ricominciare un nuovo ciclo della sua carriera, un percorso che oggi stagna sui titoli di coda rossi illuminati da una luce fioca che nulla a che fare con i potenti riflettori di sei anni fa. Le storie iniziano e terminano, fa parte dello sport e della vita.
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