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Analisi

F1 | Ferrari: Todt super consulente a Maranello?

L'anticipazione di Giorgio Terruzzi sul Corriere della Sera sta facendo discutere il mondo della F1: il presidente della FIA uscente sarebbe disposto a ritornare a Maranello in un ruolo di consulente nel 2022. La decisione è in capo al presidente John Elkann che si sgraverebbe di alcuni compiti politici nella gestione della Scuderia, ma c'è chi nutre dei dubbi sulla validità di una minestra riscaldata. Aspettiamo le scelte del Cavallino...

Jean Todt, Presidente, FIA

Jean Todt, Presidente, FIA

Zak Mauger / Motorsport Images

La bomba l’ha sganciata Giorgio Terruzzi sulle colonne del Corriere della Sera: Jean Todt, alla conclusione del suo ultimo mandato alla presidenza della FIA, potrebbe tornare alla Ferrari. Il manager francese avrebbe manifestato l’idea di assumere un ruolo da super consulente a Maranello non appena sarà libero dai vincoli federali.

La votazione per il suo successore è prevista il 17 dicembre in un ballottaggio fra due candidati: Graham Stoker, attuale segretario FIA, e Mohammed Ben Sulayem, portatore di una volontà di cambiamento in una gestione che sta mostrando molte crepe.

Jean Todt ha contatti assidui con John Elkann, presidente Ferrari, e l’idea di integrare il manager francese nello staff del Cavallino è stata messa sul tavolo. Del resto Jean è stato a Maranello pochi giorni fa per supportare la seconda edizione di Girls on Track – Rising Stars, l’iniziativa promossa dalla FIA che promuove Laura Camps Torras nella Ferrari Driver Academy.

Il super consulente riallaccerebbe il filo a una storia vincente della Scuderia, visto che il transalpino alla Gestione Sportiva ha portato qualcosa come 14 titoli mondiali, fra piloti e Costruttori, in un ciclo durato 11 anni dal 1993 al 2009 contrassegnato dall’era Schumacher.

Todt potrebbe assumere un ruolo che permetterebbe a Elkann di delegare alcune funzioni politiche nella gestione della Scuderia, come la discussione dei regolamenti 2026, senza delegittimare il ruolo di team principal di Mattia Binotto che, anzi, troverebbe un prezioso alleato nella conduzione della squadra che nel 2022 si deve riaffacciare ai GP con il volto di chi vuole tornare a vincere.

Va ricordato che il presidente non aveva valutato Todt nel ruolo di amministratore delegato dopo l’uscita di Louis Camilleri, sebbene la sua candidatura fosse stata portata avanti da molti esponenti dentro e fuori la Ferrari.

Per Elkann una figura di 75 anni non era quella giusta per tracciare il futuro del marchio in una fase delicata come quella della transizione ecologica, per cui è stata azzeccatissima la scelta di Benedetto Vigna che ha preso in mano le redini del Cavallino da settembre, mentre sarebbe diverso il ruolo di Jean Todt con un ruolo esterno, ma politicamente rilevante, nell’organigramma di Maranello.

John Elkann su questa opportunità non si sarebbe espresso con i vertici della Ferrari che sono caduti dalle nuvole dopo l’anticipazione del Corriere della Sera. È solo una cortina di fumo o non c’è una decisione?

Chi è favorevole al rientro di Todt a Maranello riconosce al francese un grande potere politico nel mondo del motorsport che conosce in ogni aspetto. Non dimentichiamo l’amicizia che lo lega a Stefano Domenicali, capo supremo di F1, e il fatto che suo figlio Nicolas sia il manager di Charles Leclerc. Insomma Jean potrebbe avere un ruolo di primo piano nella discussione delle regole tecniche e sportive per il 2026 quando entreranno in azione le nuove power unit.

Facendo dei paragoni, c’è chi accosta il possibile ruolo di Todt in Ferrari a quello di consulente svolto da Niki Lauda. L’austriaco ha vissuto due fasi: la prima come braccio destro di Luca di Montezemolo nella fase di rilancio del Cavallino, proprio quando nel 1993 cominciava il ciclo di Jean al comando della Scuderia. Niki non aveva ruoli operativi e l’iniziativa si rivelò un fallimento.

Diversa è stata l’esperienza in Mercedes, dove Niki fu nominato come direttore non operativo del team di F1 e fu un brillante braccio destro di Toto Wolff e consigliere politico del presidente, Dieter Zetsche, con il 10% del pacchetto azionario del team.

Quale sarebbe l’eventuale ruolo di Jean Todt? Fra chi scuote il capo all’idea di una minestra riscaldata, c’è chi sostiene che non avrebbe alcun senso richiamare un ex presidente della FIA nel momento in cui il suo successore vorrà dare un taglio netto alla gestione, non priva di pesanti critiche, attuale.

Dunque, luci e ombre. Il pallino è in mano a John Elkann…

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