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Ferrari SF21: ridotto il drag anche sul muso omologato!

La SF21 rappresenta una monoposto di rottura con la deludente SF1000 da cui deriva: nonostante i molti vincoli di regolamento, i tecnici della Scuderia sono riusciti a intervenire per ridurre in modo drastico la resistenza all'avanzamento, grave difetto dello scorso anno. Apprezzabile il lavoro svolto sul muso largo pur rispettando l'omologazione della struttura deformabile omologata.

Dettaglio dell'ala anteriore della Ferrari SF21

Dettaglio dell'ala anteriore della Ferrari SF21

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Ferrari ha avuto coraggio: la SF21 rappresenta un taglio netto con la SF1000. E non è affatto casuale il cambio di sigla, mentre diverse squadre hanno optato per aggiungere semplicemente una B alla denominazione dello scorso anno.

Ci saranno state anche ragioni di cabala per uscire dalle infelici sigle revocative, ma è indubbio che la parentela della Rossa che oggi effettua il filming day a Sakhir ha cercato di spezzare il cordone ombelicale con la deludente macchina sbagliata dello scorso anno, per proporsi come una monoposto in grado di riscattare la Scuderia.

Senza andare a guardare dove la SF21 ha beneficiato dei gettoni di sviluppo nel retrotreno, si può ben capire quale sia stato lo sforzo di migliorare l’efficienza aerodinamica nell’anteriore che era vincolata da un muso largo omologato e che, quindi, poteva essere ottimizzato senza modificare la struttura deformabile che avrebbe dovuto sottostare a un nuovo crash test vietato.

Gli aerodinamici diretti da David Sanchez hanno svolto un lavoro molto interessante per cercare di ridurre la resistenza all’avanzamento della Rossa, proponendo una parte frontale di nuovo disegno: i piloni di sostegno dell’ala anteriore sono stati stretti e anche il bordo d’entrata dei due profili che reggono il nasino sono molto più profilati per creare meno drag.

Sulla punta del bulbo non c’è più il piccolo foro utile a portare aria nell’abitacolo, mentre colpisce la bella interpretazione con la quale l’attacco del cape al muso ha permesso di snellire almeno una parte del frontale, mostrando la cura a cui tutta la SF21 è stata sottoposta a livello aerodinamico, per ribaltare i concetti deludenti del 2020.

È doveroso citare anche il grappolo di deviatori di flusso apparsi ai lati dello sfogo dell’aria dell’S-duct nella parte superiore del telaio: sono quattro elementi che favoriscono il down wash del flusso ed evidenziano l’accuratezza dello sviluppo aerodinamico, con soluzioni creative che dovrebbero dare piccoli risultati in ogni dove della nuova monoposto, ma sommati insieme dovrebbero assicurare un importante salto di qualità della Rossa.

L’ala anteriore è rimasta fedele alla filosofia dell’out wash, vale a dire la volontà di spostare all’esterno della ruota anteriore il flusso in modo da ridurre l’effetto negativo della gomma e usare l’aria incanalata per ripulire la scia turbolenta che sporta i filetti destinati alle barge board.

In funzione di tutto questo la paratia laterale è stata leggermente spostata verso l’interno per allargare il marciapiede che separa la bandella dal ricciolo esterno. L’elemento verticale, quindi, risulta più arcuato per innescare in modo più efficiente la funzione di cui abbiamo parlato prima.

Insomma, l’immobilismo che aveva colpito lo staff di Enrico Cardile l’anno scorso sembra sia stato spazzato via e a Maranello si è rivista l’effervescenza nelle idee degli anni precedenti. Speriamo che si sia imboccata la strada giusta: lo scopriremo domani nella prima giornata di test collettivi…

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