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Ferrari: scelto il motore Superfast per la 672 a effetto suolo

A Marenello si erano dati tempo fino a giugno per deliberare quale power unit sarebbe stata montata sulla Rossa del prossimo anno: Binotto punta sul progetto estremo di Zimmermann per riportare la Scuderia a lottare per il titolo mondiale con alcuni concetti meno estremi, ma in grado di assicurare l'affidabilità necessaria per vivere tre anni senza aggiornamenti.

Dettagli della Ferrari SF1000

Dettagli della Ferrari SF1000

Giorgio Piola

Mattia Binotto crede nella svolta della Ferrari e insegue l’innovazione. Il team principal vuole una Rossa nuovamente in lotta per il mondiale 2022 e il cambiamento delle regole con il passaggio alle monoposto a effetto suolo può favorire che si rimescolino i valori consolidati in questi ultimi anni, con Mercedes e Red Bull davanti alla Scuderia.

Se i tecnici capitanati da Enrico Cardile sono partiti da un foglio bianco per disegnare la 672, numero di progetto della vettura 2022, i motoristi capeggiati dall’altro Enrico, Gualtieri, devono dare un segno di discontinuità, per chiudere il gap di potenza con la Stella e il motore Honda.

Sulla Rossa a effetto suolo sarà montata una power unit decisamente diversa da quella attuale con diverse soluzioni innovative: alla fine è stato promosso il motore “Superfast” ideato da Wolf Zimmermann, il tedesco a capo dei progetti avanzati.

La gestazione di questa unità è stata piuttosto tribolata, perché almeno durante i primi test al banco non stava dando i risultati che i tecnici si stavano aspettando con soluzioni forse troppo estreme per funzionare subito, senza un adeguato lavoro di sviluppo che richiede tempo. E per quello era stata pensata una linea di lavoro parallela con un motore figlio dell’attuale, con concetti meni estremi. Una scelta definitiva era stata rinviata a giugno. Ora siamo arrivati al momento delle decisioni.

A Maranello non possono sbagliare la scelta: il propulsore che verrà omologato al primo GP del prossimo anno resterà valido per tre anni di fila e fare un salto troppo lungo in avanti potrebbe precludere l’indispensabile affidabilità per puntare subito al titolo iridato.

E, allora, la power unit “Superfast” è stata deliberata con alcuni concetti meno estremi che sono stati traslati con success proprioo dallo 065/6 che si sta rivelando migliore delle previsioni. Nel lavoro di messa a punto, infatti, senza toccare niente di quanto è congelato, il motore di quest’anno ha mostrato doti nascoste che hanno permesso anche un piccolo incremento di potenza rispetto ai target che erano stati cercati.

Ma, come ha ammesso Laurent Mekies, anche i motoristi del Cavallino, come i telaisti, hanno abbandonato lo sviluppo del V6 2021 per dedicarsi in esclusiva al nascente “Superfast”.

Il nuovo motore Ferrari adotta l’architettura del sistema di sovralimentazione che vedrà la separazione di turbina e compressore, riprendendo il concetto introdotto dalla Mercedes e poi adottato dalla Honda.

La… copiatura è finalizzata a introdurre il compressore all’interno del cassoncino di aspirazione per deliberare un 6 cilindri molto basso e compatto a favore di un’aerodinamica più estrema. Il nome “Superfast” sarebbe giustificato da una camera di combustione capace di una fase di scoppio con tempi di accensione rapidissimi.

Sono allo studio condotti di aspirazione inediti capaci di creare dei moti turbolenti che dovranno favorire la velocità di propagazione della fiamma, dando più omogeneità alla miscela aria-benzina e alla fase di scoppio.

Bisogna riconoscere, quindi, a Binotto una giusta dose di coraggio nello sposare un progetto che era nato con molte incognite, ma che con il passare del tempo sta dimostrando di avere concetti molto interessanti: i prossimi sei mesi saranno cruciali per far nascere quella power unit che dovrà riportare la Scuderia a lottare costantemente per la vittoria. Perché alle parole bisognerà far corrispondere i fatti…

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