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F1 | Ferrari: qual è il vero potere politico di Maranello?

La Red Bull nel GP di Monaco ha beneficiato due volte di scelte FIA che hanno fatto discutere, ma il Cavallino ha adottato un atteggiamento terribilmente buonista nel difendere i propri interessi. Perché la Scuderia non fa valere il suo peso e subisce in silenzio gli atteggiamenti di una squadra che ha sempre un approccio cinico nelle scelte?

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Qual è il potere politico della Ferrari in F1? La domanda è più che lecita considerato come la Scuderia è stata trattata nel GP di Monaco nelle fasi controverse di una gara che ha scatenato un fiume di polemiche. Ci siamo lamentati di Michael Masi come direttore di gara, ma Niels Wittich e Eduardo Freitas che l’hanno sostituito quest’anno, sono decisamente peggio, poco autorevoli e sempre orientati su decisioni a protezione delle proprie scelte.

John Elkann con famiglia nella griglia del GP di Monaco

John Elkann con famiglia nella griglia del GP di Monaco

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Fatte queste premesse stupisce il silenzio Ferrari: anche se nei box del Principato erano presenti John Elkann e Piero Ferrari, i vertici del Cavallino hanno scelto una volta di più il silenzio anche di fronte a certe prevaricazioni che solo Mattia Binotto ha cercato di difendere molto debolmente.

Formula 1 ha mostrato e rimostrato nelle immagini tv come Sergio Perez e Max Verstappen abbiano entrambi pestato la riga gialla in uscita dei box. Il promotore del campionato ha messo in evidenza l’anomalia regolamentare con i numerosi replay mandati in onda, ma la FIA è rimasta sorda alla segnalazione. Ma in altri frangenti avremmo visto le roboanti reazioni di Toto Wolff o Christian Horner, mentre dalla Ferrari ci sono state solo le molto pacate parole del team principal, che affronta con lo stesso tono di voce una tragedia come una vittoria.

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Photo by: Ferrari

“Quando sei primo e finisci quarto c’è qualcosa che non ha funzionato – ha spiegato Mattia - e ci sono responsabilità nostre, ma sento che c’è stata un po’ di ingiustizia perché in partenza a 5 minuti dal via della gara le gomme devono essere montate e la Red Bull era senza gomme. Come mai? E non si capisce perché la FIA a tre minuti dall’inizio della corsa abbia deciso di posticipare la partenza. Ma il regolamento dice che a 5 minuti gli pneumatici devono essere montati. Punto”.

Vero. Sacrosanto. Ma nessun ha alzato la voce, nessuno ha posto il problema in quella lunga attesa della partenza in safety car. Perché?

L’atteggiamento della Ferrari è stato troppo soft anche in merito al reclamo sulle linee gialle toccate da Verstappen e Perez…
“Più che protestare Red Bull che non mi interessa, perché non voglio entrare in questo tipo di competizione con loro, abbiamo fatto reclamo per pretendere dalla FIA chiarezza sulle loro decisioni”.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

È una Ferrari fin troppo timida nel difendere i suoi diritti, ma le responsabilità non possono e non devono essere tutte sulle spalle di Binotto. A Monte Carlo c’erano anche i vertici del Cavallino che hanno preferito girarsi dall’altra parte. Qual è il segnale che è stato dato da questo atteggiamento? Certo non di forza. Poteva esserci la delusione per una doppietta che si è svaporata sul più bello per l’inadeguatezza delle scelte del muretto (e la colpa, molto onestamente se l’è presa Mattia sulle spalle) ma non è lasciando solo il team principal che si possono vincere le altre battaglie che devono portare la Ferrari a lottare per il mondiale fino alla fine.

La sensazione è che la Scuderia sia ancora “ostaggio” di quel patto segreto siglato con la FIA per chiudere quella pagina nera del motore, la cui irregolarità non è mai stata pienamente dimostrata.

Leggi anche:

Maranello ha pagato una multa salatissima (rimasta segreta) e due anni di “purgatorio” in F1: ora è il momento di guardare avanti e di non farsi mettere i piedi sulla testa perché altrimenti la Red Bull… mette le ali.

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