F1 | Ferrari: perfetta fino al ko. L'affidabilità è un male oscuro
Il secondo stop di Leclerc spegne le ambizioni del Cavallino? Fino a quando il monegasco è stato in pista ha rivaleggiato alla grande con le Red Bull, ma poi la Scuderia ha mostrato il lato debole che resta l'affidabilità, con cedimenti sempre diversi. E così Verstappen ha recuperato ottanta punti su Charles che dispone della monoposto più veloce, ma che più facilmente mostra dei problemi.
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Nell’arco di tredici giri, quelli trascorsi tra il ritiro di Carlos Sainz e quello di Charles Leclerc, le prospettive stagionali della Ferrari si sono trasformate da un percorso pianeggiante ad una strada in salita.
Il calendario dice che al termine della stagione mancano 14 gare, e questo dato può scoraggiare dal lanciarsi in verdetti definitivi, ma c’è un trend iniziato dopo il Gran Premio d’Australia (pista su cui Leclerc ha ottenuto la sua seconda vittoria stagionale) che non può essere ignorato.
Ottanta i punti recuperati da Verstappen su Charles, che salgono a centoventi se parliamo del confronto Red Bull Ferrari.
C’è soprattutto un aspetto che contribuisce a rendere ancora più doloroso il doppio zero di Baku, ed è quello legato alla competitività della F1-75. Fino al momento dello stop di Leclerc, la Ferrari aveva operato in modo impeccabile, sia tecnicamente che sul fronte delle strategie.
Charles Leclerc, Ferrari F1-75, Max Verstappen, Red Bull Racing RB18
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
I primi giri di gara hanno confermato che l’annunciata superiorità della Red Bull in termini di velocità massima era minima, poca roba visto che Max Verstappen non è riuscito a superare Leclerc anche quando ha avuto a disposizione il DRS.
Un aspetto, questo, difficilmente prevedibile alla viglia della trasferta in Azerbaijan, e che conferma sia la bontà degli aggiornamenti tecnici introdotti nel weekend del Gran Premio di Spagna che il buon lavoro fatto tra venerdì e sabato sul fronte del setup.
A dare man forte a Leclerc è stato anche il muretto box, reattivo e deciso nel richiamare ai box Charles quando al nono giro la corsa è stata congelata in regime di virtual safety car.
Una chiamata perfetta, che ha consentito al monegasco di scavalcare il leader Perez, e di sfilare al comando della corsa al giro 19, con dodici secondi di vantaggio su Verstappen e sedici sul messicano.
C’era ovviamente l’incognita legata alla tenuta degli pneumatici, ma Leclerc non ha avuto il tempo per preoccuparsene, perché la sua leadership è durata un solo giro prima dell’improvviso stop.
Charles Leclerc, Ferrari F1-75, si ritira a causa di problemi tecnici alla power unit
Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images
L’effetto delusione è stato grande, per Leclerc, per la squadra ed anche per il popolo ‘rosso’, perché oltre ad una possibile vittoria sfumata, c’è anche il gran colpo messo a segno dalla Red Bull nell’economia delle classifiche mondiali.
Questa prima parte di 2022 si può vedere in due modi. Una squadra che apre la stagione vincendo due delle prime tre gare, è naturalmente che venga considerata in lotta per il mondiale, non potrebbe essere diversamente, e quando un team viene giudicato come ‘title contender’ ogni sbavatura, ogni giornata storta, è valutata non solo nell’economia del weekend, ma anche in quella di una stagione che vive di un testa a testa molto tirato come quello con la Red Bull.
Le parole pronunciate da Mattia Binotto al termine della gara, descrivono però qualcosa con sfumature differenti:
“C’è ancora un percorso di crescita davanti a noi, finora abbiamo fatto dei grandi passi avanti, ma sappiamo che non sono ancora sufficienti. Oggi ci siamo trovati davanti ad un problema che dobbiamo affrontare e risolvere”.
Mattia Binotto, Team Principal Ferrari
Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images
Il team principal della Scuderia ha proseguito: “Anche la partenza di Charles non è stata perfetta, abbiamo poi avuto un problema al pit stop, così come ci sono stati problemi di altra natura nella gara precedente (il GP di Monaco), quindi c’è ancora molto da fare”.
Mattia Binotto è un team principal ma prima ancora un ingegnere, e come tale ha una visione molto tecnica dell’insieme. Sa che per vincere serve un ingranaggio perfetto, la F1-75 ha consentito alla squadra di poter ambire a traguardi assoluti, ma nella battaglia ai piani alti ogni dettaglio diventa un potenziale motivo di successo o di delusione.
È una lotta contro il tempo, non solo in pista, e non solo per il reparto motori, che proverà nelle poche ore a disposizione prima della partenza per il Canada a far luce su quanto è accaduto oggi a Leclerc.
È una lotta contro il tempo anche per completare quel processo di crescita indicato da Binotto, perché con una vettura molto competitiva, ed un Leclerc in grande forma, gli obiettivi (e non solo le ambizioni) vengono da sé.
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