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Analisi

F1 | Ferrari: perché Maranello non è più la... terra promessa?

Mattia Binotto è stato l'ultimo esponente del Cavallino che è diventato capo dopo una carriera interna: la Scuderia sembra non avere figure adatte (se escludiamo Coletta che è concentrato sul programma della 499P per il mondiale Endurance) per cui la caccia al team principal avviene fuori. E si scopre che la Ferrari non è più un ambito punto di approdo, visto che diversi manager hanno preferito declinare con un no alla chiamata. Frederic Vasseur resta la candidatura più realistica in un quadro confuso.

Il Cavallino rampante del 1932 di nuovo in pista

Il Cavallino rampante del 1932 di nuovo in pista

Ferrari Media Center

Il 1° luglio 1993 Jean Todt arrivò a Maranello per ricoprire il ruolo di team principal della Scuderia. Il dirigente francese (che vincerà con la Ferrari 14 titoli mondiali e 106 Gran Premi) arrivava dalla Peugeot Sport, ed è stato l’ultimo team principal del Cavallino a non provenire dall’area ferrarista.

Jean Todt e Michael Schumacher festeggiano il mondiale della Ferrari nel 2000

Jean Todt e Michael Schumacher festeggiano il mondiale della Ferrari nel 2000

Photo by: Motorsport Images

Il 1° Gennaio 2008 subentrò al suo posto Stefano Domenicali, in precedenza Direttore Sportivo della Scuderia, e sei anni dopo (il 14 aprile 2014) l’attuale CEO di Formula 1 passò il testimone a Marco Mattiacci, in Ferrari dal 1999 e Direttore dell’area Nord America prima della chiamata a Maranello.

Stefano Domenicali, team principal Ferrari, con Kimi Raikkonen e Felipe Massa nel 2007 accanto a Fernando Alonso

Stefano Domenicali, team principal Ferrari, con Kimi Raikkonen e Felipe Massa nel 2007 accanto a Fernando Alonso

Photo by: Sutton Images

Il 24 novembre dello stesso anno a Mattiacci subentrò Maurizio Arrivabene, in precedenza Event Manager della Philip Morris ma presente da molti anni nel box della Ferrari. Anche in questo caso la scelta puntò su un manager che conosceva molto bene la realtà della squadra, e sarà così anche per il successore, Mattia Binotto, che subentra ad Arrivabene il 7 gennaio 2019 affiancando al suo ruolo di team principal quello di Direttore Tecnico già ricoperto dal 2016.

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari enl 2018

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari enl 2018

Photo by: Jean Petin / Motorsport Images

Dopo la scelta di Todt, di quasi trent’anni fa, tutti i team principal che si sono susseguiti al timone della Scuderia sono sempre stati manager che ben conoscevano Maranello, una caratteristica che è stata una prerogativa.

La tradizione potrebbe però interrompersi con la figura che sostituirà Binotto, da più fonti indicata come esterna alla realtà della Scuderia, e non si tratta di casualità. Ci sono due aspetti dietro questa scelta. Il primo è legato alla mancanza di figure di spicco già operanti a Maranello con esperienza, profilo professionale e la volontà di ricoprire un ruolo indubbiamente gratificante ma anche scomodo.

La figura ideale per portare avanti la tradizione interna sarebbe stata quella di Antonello Coletta, ma il responsabile delle Attività Sportive GT del Cavallino é totalmente concentrato sul ritorno della Ferrari nel mondiale Endurance con il progetto 499P, un programma che Coletta ha ottenuto dopo una lunghissima attesa.

John Elkann consegna il Casco d'Oro di Autosprint 2021 ad Antonello Coletta

John Elkann consegna il Casco d'Oro di Autosprint 2021 ad Antonello Coletta

Photo by: Domenico Fuggiano

Al di fuori del manager romano, negli ultimi anni l’organigramma della Scuderia non ha visto emergere figure alla ‘Domenicali’, e di fatto l’abbandono di Binotto ha lasciato un buco non colmabile con personale interno. Da qui la necessità di dover uscire dall’area di Maranello per avviare il reclutamento.

Anche in questa ‘campagna’ le cose si sono rivelate più complesse del previsto. Per molti anni Maranello ha attirato ingegneri e manager stranieri, che vedevano nella Ferrari un’occasione irrinunciabile per guadagno e carriera.

Le cose sono cambiate, e non poco, visto che stando ad informazioni che circolano da mesi nel paddock, la dirigenza del Cavallino ha dovuto incassare una serie di “no, grazie”. Anche in questo caso ci sono diversi motivi che hanno cambiato nel tempo lo scenario. Le retribuzioni garantite ai team principal dai team inglesi sono aumentate molto, arrivando alle otto cifre nel caso dei nomi più blasonati.

La Ferrari non è più vista come l’opportunità per “farsi la pensione”, e davanti ad un trattamento economico in linea (se non inferiore) a quello garantito da altri top-team, per manager di casa in Inghilterra non è così allettante la prospettiva di trasferirsi a Maranello, così come l’inserimento in uno contesto non sempre facile per chi proviene da fuori.

Come avviene anche con i piloti, c’è poi una tendenza a legarsi contrattualmente ad una squadra per lunghi periodi, ed anche questo aspetto rende difficile la trattativa con nomi di peso.

Frederic Vasseur, Team Principal Alfa Romeo Racing

Frederic Vasseur, Team Principal Alfa Romeo Racing

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

Non sorprende che in questo scenario l’unico nome lontano dal contesto ferrarista ipotizzato al timone della Scuderia sia quello di Frederic Vasseur. L’ingegnere francese è di fatto l’unico svincolabile sul fronte contrattuale e trasferitosi in Svizzera dal 2017 dopo il licenziamento di Monisha Kaltenborn dalla guida della Sauber. In caso di chiamata a Maranello, per Vasseur ci sarà solo il fastidio del trasloco.

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