La
Ferrari ha deciso di agire in silenzio. Lavando i panni sporchi in famiglia. La mazzata del Canada alla fine non è stata una sorpresa per gli uomini del Cavallino. La pista sull’isola di Notre Dame era indicata fra quelle ostiche per la F14 T, ma il carico da novanta messo dal presidente
Luca di Montezemolo in Spagna, aveva acceso delle aspettative eccessive sulla gara di Montreal, mentre la filosofia della squadra è di portare continue evoluzioni Gp per Gp. La delusione, quindi, per il sesto posto di
Fernando Alonso e il decimo di
Kimi Raikkonen è stata fortissima, perché ci si aspettava un importante salto di qualità della Rossa che, invece, non si è visto.
Il direttore tecnico,
James Allison, non è andato in Canada e
pare che salti anche la trasferta in Austria: l’inglese si è concentrato nella
progettazione della 666, la sigla di progetto della monoposto 2015 che avrà l’inquietante
numero della “Bestia”. Quella del “diavolo” sarà la prima vettura totalmente a sua firma e sarà un taglio netto con la deludente macchina di quest’anno che rinuncerà, finalmente, alla sospensione anteriore con lo schema pull rod, croce e delizia degli ultimi tre anni.
Il team principal
Marco Mattiacci sta lavorando per impostare il team del prossimo anno: l’obiettivo è di rinforzare il gruppo tecnico senza fare rivoluzioni, dopo che non sono andati a segno i colpacci di
Adrian Newey e
Andy Cowell. Il manager romano voleva il genio della Red Bull Racing e il responsabile di Mercedes AMG High Performance Powertrains per rivoltare il reparto telaio e motori.
Luca Marmorini, quindi, non si tocca nonostante le turbolenze patite nelle ultime settimane. L’intento, anzi, è quello di modernizzare l’organizzazione nell’area della power train cercando di adottare un sistema di lavoro che sia in linea con quello dell’area del telaio.
Enrico Gualtieri, da marzo è passato da essere responsabile dell’affidabilità a progettista dello 059/3 visto che
Guido de Paola è stato promosso a capo progettazione e sperimentzione. Gualtieri sarà affiancato da
Lorenzo Sassi: il primo ingegnere continuerà a curare gli sviluppi della stagione in corso, mentre il tecnico toscano si occuperà dell’unità che sarà montata sulla 666. L’intenzione del Cavallino è quella di ottimizzare l’integrazione e la sinergia dei reparti per sfruttare meglio il vantaggio di poter sviluppare l’intera monoposto sotto lo stesso tetto. I due gruppi di lavoro si interfacceranno direttamente con i rispettivi colleghi telaisti (
Fabio Montecchi e
Simone Resta).
A Maranello sono sicuri di poter sfruttare in Austria l’incremento prestazionale della power unit che era stata rivista per il Canada: ci sono dei cavalli in più, ma a Montreal non si sono visti per il caldo che ha costretto i tecnici a usare la conformazione aerodinamica meno efficiente per garantire i valori di affidabilità. L’abito stretto della carrozzeria posteriore non è stato abortito dopo le prove libere del venerdì, ma sarà riproposto nei prossimi Gp.
Il fatto che ci siano degli aggiustamenti nell’organigramma non vuole dire che non arriveranno dei rinforzi: si era parlato di
Bob Bell, dt della Mercedes, che era stato prelazionato da
Stefano Domenicali, prima della sua uscita da Maranello, ma dalla Gran Bretagna ci dicono che ci sarebbe un interessamento della McLaren per il britannico.
Al Reparto Corse stanno procedendo sotto traccia: prepariamoci a breve a vedere dei cambiamenti. È in corso la fase di semina. Speriamo che faccia seguito quello della raccolta…
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