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Analisi

F1 | Ferrari: mille prove di pit stop prima di andare in Bahrain

La Scuderia nello stabile del simulatore ha allestito una sorta di sala operatoria dove la crew dei pit stop prova tre volte alla settimana i cambi gomme. Diego Ioverno, l'ingegnere responsabile dei reparti montaggio, ha messo in piedi due squadre che effettuano 20 soste a sessione. Scopriamo in che modo la Ferrari intende migliorare questa delicata fase della gara: l'obiettivo non è tanto fare la sosta più breve, quanto portare tutto lo staff a garantire operazioni che si concludano sotto i 3 secondi.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75, effettua il pit stop

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Nella costruzione che si affaccia sulla pista di Fiorano e che ospita il nuovo simulatore della Ferrari, oltre all’ufficio tecnico della Haas, a piano terra c’è anche un grande spazio che è stato dedicato ai pit stop.

La Scuderia ha allestito uno specifico spazio nel quale per tre volte alla settimana due squadre di meccanici si allenano per eseguire una ventina di cambi gomme per sessione. L’obiettivo è di arrivare al debutto nel GP del Bahrain avendo già effettuato 1.000 pit stop.

In quella che è diventata a tutti gli effetti la pit stop room della Gestione Sportiva, la squadra del Cavallino ha riprodotto lo scenario che la crew troverà nei box e nelle pit lane dei circuiti del mondiale di F1. Ci sono le sedie per i meccanici in attesa di intervenire, ovviamente non mancano i due trabattelli in carbonio dai quali scendono i tubi in fondo ai quali ci sono gli avvitatori Hurricane della Paoli, l’azienda reggiana che ha il monopolio delle pistole nel paddock, e i carrelli necessari ad alzare e abbassare la monoposto.

Gli avvitatori per i pit stop: ogni squadra sviluppa strategie di rilascio proprio della monoposto

Gli avvitatori per i pit stop: ogni squadra sviluppa strategie di rilascio proprio della monoposto

Photo by: Giorgio Piola

In un angolo c’è la postazione dei sei tecnici che sono chiamati a intervenire se qualcosa non è funzionato nel modo giusto e ciascuno può inibire il semaforo verde che libererebbe la macchina dalla piazzuola: quattro si occupano delle ruote e due dei carrelli.

Ovviamente c’è anche una rossa: si tratta di una SF-71 del 2018, approntata per questo impiego: normalmente ci sono dei meccanici destinati alla… manovra della spinta, ma la monoposto è in grado di muoversi con la sola MGU-K, il motogeneratore elettrico.

La squadra regina dei cambi gomme è la Red Bull che vince la speciale classifica del DHL Award da cinque anni di fila seguita da McLaren e AlphaTauri con la Ferrari quarta. Nel 2022 la sosta più veloce è stata di 1”98 ottenuta dalla McLaren con Daniel Ricciardo nel GP del Messico, mentre il record assoluto appartiene alla Red Bull che al GP del Brasile 2019 aveva conseguito uno strepitoso 1”82 con Max Verstappen, prima che la FIA decidesse di imporre dei tempi minimi di reazione nel 2021.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75, effettua un pit stop al GP d'Italia

Charles Leclerc, Ferrari F1-75, effettua un pit stop al GP d'Italia

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

La Ferrari ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza della propria crew e Diego Ioverno, l’ingegnere responsabile dei reparti montaggio, è colui che ha il compito di gestire la delicata organizzazione dei cambi gomme.

Il pit stop è una fase delicata di una corsa perché difficilmente può essere decisivo per il successo di un GP, ma viceversa può essere causa di una sconfitta. È per questa ragione che i team lavorano sodo per ottimizzare le prestazioni con un lavoro che è molto più profondo di quello che potrebbe sembrare.

Nella Gestione Sportiva le figure destinate ai cambi gomme, oltre al normale compito da meccanico che viene loro assegnato, sono chiamate a sostenere tre volte alla settimana una specifica preparazione atletica che viene svolta in palestra sotto l’occhio vigile di un preparatore.

L’attività fisica e il controllo nutrizionale (c'è anche quello si somma agli allenamenti indoor necessari a rendere quasi automatici i movimenti dei cambi gomma: “Durante i test abbiamo registrato dei tempi record straordinari – racconta Ioverno – siamo arrivati a leggere valori di 1”65, ma in laboratorio la macchina arriva sempre perfettamente allineata alla postazione e, soprattutto, si ferma esattamente nel punto previsto, mentre durante un Gran Premio entrano in gioco tante altre variabili che rendono l’esercizio molto complicato”. Non solo, ma durante gli allenamenti non c’è l’ansia da… prestazione che può colpire quando in ballo ci può essere una vittoria o una sconfitta.

Nella pit stop room stupiscono le pareti e i pavimenti bianchi che sono caratteristica anche del resto della costruzione: si ha quasi la sensazione di entrare in una sala operatoria, più che in un’area dove si studiano i più banali movimenti in quello che deve essere un balletto molto ben organizzato.

L’obiettivo non è tanto cercare la sosta più veloce, quanto rendere il pit stop il più ripetitivo possibile, senza errori che possono compromettere il risultato. La Ferrari divide i cambi gomma in quattro fasce: “Quelli sotto i 3 secondi sono considerati molto buoni – spiega Diego -, fino a 3,5 secondi sono buoni, ma non perfetti, sotto i 4 secondi sono inadeguati e sopra i 4,5 secondi li consideriamo falliti”.

È interessante rilevare che la Scuderia nel 2022 vantava il 73% delle soste sotto i 3 secondi, risultando migliore della Red Bull che non ha superato il 71%: “Potremmo ritenerci soddisfatti – insiste Ioverno – ma non lo siamo, perché il nostro target era di arrivare all’80% e non siamo riusciti a coglierlo”.

Verstappen riparte dalla pit lane dopo un pit stop mentre arriva Sainz: il rilascio delle F1 è un momento delicato

Verstappen riparte dalla pit lane dopo un pit stop mentre arriva Sainz: il rilascio delle F1 è un momento delicato

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

È l’obiettivo 2023? “No, la sfida deve essere più probante. Abbiamo alzato l’asticella all’84% e ci stiamo allenando per puntare a quel risultato, con l’intenzione di ridurre il 9% dei pit stop falliti. La Mercedes, tanto per dare un riferimento, ha solo il 4% delle soste fallite, ma la squadra ha scelto di fare cambi gomme più lenti”.

Scegliere la migliore strategia di sosta può dare vantaggi importanti e non è detto che puntare all’azione più rapida sia la più efficiente: “E’ fondamentale alzare il livello medio della squadra – chiarisce Ioverno – abbiamo analizzato che i problemi sono emersi quando siamo stati costretti a fare delle rotazioni di personale in una stagione lunga che contava 22 GP in calendario”.

In taluni casi le “riserve” si sono rivelate meno pronte della crew titolare. Un top team che punta al titolo mondiale non può permettersi sbavature. È per questa ragione che la Ferrari sta preparando due squadre per i pit stop: una lavora al mattino e l’altra al pomeriggio. La speranza è di disporre di meccanici intercambiabili.

“Oltre che cercare di portare tutti verso la stessa soglia – aggiunge Ioverno - quest’anno abbiamo pensato di rendere più flessibili anche le funzioni: e così un… pistolero può allenarsi anche nel sostituire la ruota. Nel 2022 avevamo già intensificato l’attività: non è stato un anno perfetto, ma in alta fascia”.

“Nel 2023 l’intenzione è di migliorare, evitando che in un pit si possa perdere una ruota come è successo l’anno scorso: non era il meccanico ad aver sbagliato dove posizionarsi, ma la chiamata della macchina era arrivata troppo tardi e si era trovato il passaggio ostruito dalla vettura”.

Una prova di pit stop in pit lane

Una prova di pit stop in pit lane

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

Lo staff a volte viene sottoposto a piccoli “sabotaggi” proprio per preparare i meccanici a risolvere tutti quegli impicci che si possono verificare durante una sosta con problemi ed impicci vari: “La sostituzione del muso - conclude Ioverno – è un’operazione che ormai facciamo con facilità e siamo i più veloci, ma conta poco, perché comunque vuol dire che la gara è compromessa…”.

Va ricordato che tutte le squadre hanno sviluppato un proprio sistema di pit stop e, come dicevamo prima, siamo arrivati a modalità di rilascio della macchina che ormai è automatica: gli avvitatori della Paoli sono stati implementati da sensori che la Ferrari ha introdotto (ogni squadra segue un proprio sviluppo) per rendere il più rapido e sicuro il ritorno in pista della vettura.

Le pistole rilevano il corretto serraggio di ciascuna ruota e i led rossi che sono visibili sull’impugnatura diventano da rossi a verdi: i carrelli, davanti e dietro la F1, hanno attuatori che fanno scendere la rossa non appena i quattro segnali confermano il via libera. I sei “controllori” ai computer devono bloccare la procedura se si verifica un’anomalia.  

Fred Vasseur, team principal della Scuderia, ha promesso una rossa in lizza per i due mondiali: ed è quella l’aria che si è respirata mettendo piede nella pit stop room della Gestione Sportiva…

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