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Ferrari: lettera di chiarimento alla FIA sulla Racing Point

La Scuderia è scesa in campo contro la squadra di Silverstone poco prima che la FIA pronunci la sentenza sul reclamo che la Renault ha presentato contro la Racing Point: le prese dei freni sembrano identiche a quelle della Mercedes W10, infrangendo le norme sulle "Listed part" che devono essere esclusive di ogni team. Il conflitto rischia di estendersi dalla parte tecnica a quella politica ed economica: si potrebbe ridiscutere il Patto della Concordia.

Tamburo freno anteriore Racing Point RP20

Foto di: Giorgio Piola

La Ferrari ha inviato alla FIA una lettera chiedendo un chiarimento regolamentare sul “reverse engineering” che ha permesso alla Racing Point di realizzare una copia della Mercedes W10, la monoposto campione del mondo nel 2019.

In attesa dell'udienza di mercoledì quando la Federazione Internazionale discuterà il reclamo della Renault sulle prese dei freni Racing Point, la Ferrari è uscita allo scoperto per capire qual è la conformità all’Appendice 6 del Regolamento Sportivo di F1 nella quale si stabilisce che un team può montare quelle che sono dichiarate come “Listed part” solo elementi che siano di propria progettazione, avendone la piena proprietà intellettuale.

Tanto la Racing Point che la Mercedes si rivolgono allo stesso fornitore esterno che, invece, dovrebbe produrre i pezzi in esclusiva per un solo team. Questo è il nocciolo della questione, sebbene i tecnici diretti da Andy Green abbiano prodotto dei file che testimoniano come le brake duct siano state disegnate nella sede di Silverstone dopo aver scopiazzato quelle Mercedes, visto che l’anno scorso le prese dei freni non rientravano nelle “Listed part”.

La Ferrari supporta la protesta della Renault a cui si allinea anche la McLaren. In attesa della decisione della FIA si vuole creare pressione perché l’organo tecnico federale chiarisca meglio quali sono i vincoli del “copia e incolla” in F1.

A Maranello erano molto perplessi quando la FIA aveva dichiarato che la RP20 era una monoposto legale sotto tutti i punti di vista dal momento che rispondeva a tutte le regole dopo il sopralluogo svolto dai commissari tecnici nella sede di Silverstone.

Ferrari e McLaren sostengono che la Racing Point altro non è che una vettura clienti della Mercedes ufficiale e come tale non rispetterebbe lo spirito delle regole di F1. E qui si rischia di aprire un vaso di Pandora perché la sentenza sul caso RP20 potrebbe scatenare pesanti ripercussioni anche sugli accordi commerciali che i team stanno per firmare con Formula 1.

Insomma cercano la sponda di Liberty Media, il promotore del campionato, con la minaccia di far saltare o ridiscutere il Patto della Concordia che deve essere siglato quanto prima. E la questione, quindi, si complica…

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