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Ferrari: le (piccole) ambizioni di chi sta crescendo

La SF21 ha dimezzato il distacco nelle qualifiche del GP di Spagna che la SF1000 aveva beccato l'anno scorso. Leclerc scatterà dalla seconda fila per difendere il ruolo di primo degli altri conquistato in pista a Montmelò. La squadra di Maranello ha capitalizzato le buone cose mostrate nelle prove libere su un tracciato che mette in mostra pregi e difetti delle monoposto.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, Charles Leclerc, Ferrari SF21

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, Charles Leclerc, Ferrari SF21

Steven Tee / Motorsport Images

Charles Leclerc in seconda fila è il massimo che la Ferrari potesse ambire nelle qualifiche del GP di Spagna. La Scuderia capitalizza il buon lavoro svolto nelle prove libere e guarda alla gara di Barcellona con fiducia, nella speranza di mantenere una posizione acquisita sul campo, senza regali, tanto più che Carlos Sainz non è lontano al sesto posto.

La minaccia, più di Esteban Ocon che si è incuneato con l’Alpine fra le due Rosse, potrebbe essere Sergio Perez con la Red Bull: il messicano se supererà i dolori alla spalla che lo hanno condizionato nel momento risolutivo della qualifica, potrebbe avere il passo per mettere le ruote davanti alle SF21, anche se le quattro monoposto motorizzate Honda, Red Bull e AlphaTauri, sono risultate le vetture più lente alla speed trap.

Perez è arrivato a 314,5 km/h con la RB16B, mentre Charles ha toccato i 318,3 km/h che sul dritto potrebbero farsi sentire. Su una pista impegnativa e selettiva come quella di Montmelò il dato più rassicurante è che la Rossa ha dimezzato il distacco dalla Mercedes rispetto allo scorso anno: Leclerc con la SF1000 si era beccato 1”503 e non era andato oltre la nona piazza in griglia, mentre quest’anno il divario del monegasco è sceso a 0”769 con un quarto posto al via.

Siccome in F1 non è pensabile avere tutto e subito, perché non esistono soluzioni taumaturgiche per risolvere i problemi, bisogna riconoscere che il lavoro svolto a Maranello sta dando i suoi frutti. Certo, la vetta è ancora molto lontana dal vertice, perché le Mercedes e Verstappen sono imprendibili (Bottas è a mezzo secondo di passo), ma nel gruppo degli altri la Ferrari sembra in grado di fare la differenza.

E poiché la corsa per essere la terza forza bisogna farla sulla McLaren, la squadra del Cavallino ha la grande occasione di recuperare dei punti sulla “papaya” che vanta un vantaggio nel Costruttori di otto lunghezze, visto che Daniel Ricciardo è settimo e Lando Norris soltanto nono.

Nelle prove libere la SF21 aveva pagato mediamente  quattro decimi nelle prove libere, mentre il divario è cresciuto in qualifica: non bisogna sorprendersi, perché la Mercedes ha dato fondo alle qualità della power unit per tenere dietro l’olandese.

Ha usato una mappatura di motore parecchio spinta, mentre le due Ferrari hanno adottato un cofano più aperto per evacuare meglio l’aria calda dei radiatori e contrastare l’aumento della temperatura, ma hanno pagato una minore efficienza aerodinamica.

Si spiega, quindi, come mai il gap da Hamilton si sia aperto rispetto al mattino, ma la scelta è stata razionale: è stato giusto non correre rischi, anche se domani farà meno caldo di oggi (c’è anche un bassissimo rischio di pioggia intorno all’ora di pranzo). Maranello deve capitalizzare al massimo gli sforzi e fa bene a non mettere a rischio l’affidabilità che sembra una qualità acquisita.

Le Rosse viste in Spagna hanno dato la sensazione di non patire l’usura delle gomme a distanza di una settimana dalle sofferenze registrate in Portogallo. Forse alla Gestione Sportiva cominciano ad avere una buona comprensione nella gestione degli pneumatici.

Questa sarà una chiave fondamentale nel corso di un campionato che non vedrà apparire molti sviluppi perché Laurent Mekies, ds del Cavallino, ha spiegato che il 90% del personale tecnico è già impegnato sul progetto della macchina 2022. Insomma Barcellona darà risposte importanti sulle (piccole) ambizioni della Ferrari che però sogna di fare un colpaccio a Monte Carlo.

La SF21 è stata caricata aerodinamicamente con un alettone pensato per il Principato e le risultanze sono state positive: la Rossa può spendere qualche cavallo per “spingere” ali con più incidenza senza andare in crisi nella tabella delle velocità massime, segno che qualcosa è cambiato per davvero rispetto al 2020.

Per quanto possa sembrare strano visto che la SF1000 aveva già messo in saccoccia un podio che alla Rossa di quest’anno ancora manca…

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