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Ferrari: la sfida con la McLaren resta aperta, ma non è la priorità

Il vantaggio di Woking è salito a 19 punti, ma il team principal Binotto è convinto che la partita resterà aperta fino alla fine della stagione, perché ci saranno piste che favoriranno la Mclaren e altre che andranno in direzione della Rossa. Il reggiano, però, punta più alla crescita della squadra in vista del 2022 che al terzo posto nel mondiale Costruttori. La Scuderia potrebbe trarre qualche vantaggio dall'adozione delle gomme con carcassa più rigida.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21

Mark Sutton / Motorsport Images

La McLaren con Lando Norris è riuscita ad avvicinarsi alle Mercedes e in qualifica ha minacciato addirittura la supremazia della Red Bull di Max Verstappen, autore della pole nel GP d’Austria per soli 48 millesimi di secondo.

È incontestabile registrare la crescita della MCL35 M, la monoposto che da quest’anno dispone della power unit Mercedes grazie alla quale ha potuto fare un ulteriore salto di qualità. Ma lo staff tecnico diretto da James Key sta insistendo negli sviluppi aerodinamici trovando un’efficienza che nelle piste veloci come Spielberg sembra addirittura migliore a quella della freccia nera, a parità di motore.

La squadra di Woking è arrivata a sommare 141 punti nel mondiale Costruttori dopo le due gare austriache in una settimana, 19 lunghezze in più della Ferrari: la McLaren può fare affidamento su Lando Norris in forma strepitosa, mentre la Scuderia può contare sull’apporto di due piloti come Charles Leclerc e Carlos Sainz che si spingono per trarre il massimo dalla rossa, con Daniel Ricciardo sulla seconda MCL35 M che solo a tratti riesce a essere utile alla causa del team arancione.

La sensazione è che la McLaren, contando anche sugli aggiornamenti tecnici che vengono sfornati ad ogni gara (a Spielberg ha debuttato un nuovo fondo con una serie di deviatori di flusso posti su due file), possa allungare sulla Ferrari che, invece, ha già congelato gli sviluppi sulla SF21, preferendo dedicarsi alla monoposto a effetto suolo del 2022.

“No, non penso che sia questa la situazione – ha spiegato Matteo Binotto, team principal Ferrari - . L’abbiamo vista in Austria, e qualche GP fa su altre piste, ma la situazione potrebbe cambiare su altri tracciati. Credo che dipenderà molto dalle piste in cui ci troveremo a confronto”.

“Ieri una delle due McLaren si è avvicinata a quelli davanti, ma l’altra era dietro di noi. Penso che sia una battaglia aperta tra noi e la McLaren. È una sfida che rimane sempre viva e la sarà fino alla fine. Anche se, come ho detto spesso, non è questo il nostro primo obiettivo”.

Dalla doppia trasferta in casa della Red Bull, la Ferrari ha perso solo 3 punti nel confronto con la McLaren, sebbene quello di Spielberg fosse un tracciato veloce totalmente a favore della monoposto “papaya”: la sfida, quindi, resta apertissima anche se il manager reggiano non la vuole trasformare in una sorta di “derby” con il team di Woking, preferendo sminuire la corsa all’essere terza forza, che era l’obiettivo dichiarato di inizio anno.

Binotto punta di più alla crescita della squadra affinché sia pronta alla chiamata del 2022, quando, con il cambio delle regole, la Ferrari conta di scompaginare gli attuali valori in campo per puntare nuovamente al titolo mondiale.

Se la McLaren somiglia alla Red Bull per la vivacità con cui produce degli sviluppi, si può dire che la Ferrari è assimilabile alla Mercedes che a Silverstone dovrebbe far debuttare gli ultimi aggiornamenti e poi lavorare solo sull’adattamento della SF21 alle singole piste, migliorando la comprensione delle gomme per tenersi a galla in un confronto che, almeno sulla carta, la vede soccombente con il team di Andreas Seidl.

La posta in ballo nel 2022 sarà enormemente più importante di quella di quest’anno: la vettura che Leclerc e Sainz hanno cominciato a scoprire al simulatore sarà quella che definirà i prossimi tre anni della storia del Cavallino, mentre l’attuale rossa avrà una vita breve e chiuderà un ciclo.

È evidente che non c’è modo migliore di chiudere una stagione di transizione cogliendo gli obiettivi di partenza, dando consistenza a una crescita che c’è, per quanto sia difficile da decifrare, e dando morale a un team che ha ben poche occasioni per gioire.

Forse Binotto ha voluto mettere le mani avanti, spostando l’attenzione da un target sempre più difficile da centrare, ma Mattia è consapevole che la caccia alla “papaya” sia la motivazione prima che spinge il team del Cavallino a spremere quel potenziale che rimane nella rossa.

Nelle curve lente come la Remus del Red Bull Ring, la SF21 faceva paura a tutti, ma poi nel veloce emergono le strette parentele con la SF2000. Lo sfruttamento delle gomme è una delle chiavi che potrebbero determinare l’andamento nella seconda parte della stagione.

E l’adozione da parte della Pirelli di gomme posteriori con una carcassa più rigida, alla fine potrebbe giocare a favore della Rossa che soffre i surriscaldamenti degli pneumatici quando è costretta a scaricare le ali per cercare le velocità massime che mancano a causa di una power unit che non è in grado di competere con Mercedes e Honda. E non sarebbe male se una volta tanto da un cambiamento possa trarne un vantaggio la Scuderia…

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