F1 | Ferrari: finiti i bonus, ma la F1-75 fa ancora sperare

Laclerc sbatte contro le barriere a Le Beausset e il monegasco sprofonda a 63 punti da Verstappen nel mondiale piloti. Ora che la F1-75 ha raggiunto valori tecnici eccelsi, è mancato l'uomo che aveva preso per mano la squadra. L'urlo lanciato via radio dal monegasco vale più di tante parole. Charles ha facilitato il compito di Max, ma la Ferrari mostra una macchina consistente che lascia degli spiragli aperti per la seconda parte della stagione.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75, fa un incidente a Le Beausset

L’urlo lanciato da Charles Leclerc, ignaro di essere collegato via-radio, ha detto molto più di tante parole. Al giro diciotto del Gran Premio di Francia la strada che porta al titolo mondiale piloti 2022 è virata in modo secco quanto inaspettata in direzione Verstappen-Red Bull.

Ci sono errori ed errori, e quello commesso oggi dal monegasco è di quelli che sarà ricordato a lungo, per tanti e differenti motivi. Il primo, ovviamente, è legato al momento. Dopo aver contenuto per dodici giri l’assalto di Verstappen ‘armato’ di DRS, Leclerc ha preso un leggero ma prezioso margine sull’avversario, al punto da costringerlo ad anticipare un po' il pit-stop per passare dalle gomme medie alle hard.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75,sta per sbattere a Le Beausset

Charles Leclerc, Ferrari F1-75,sta per sbattere a Le Beausset

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

Quando l’attenzione era concentrata sulla possibilità di vedere o meno un undercut da parte della Red Bull numero 1, il boato del pubblico (numeroso) del Paul Ricard ha annunciato che la Ferrari di Leclerc era ferma contro le barriere a ‘Le Beausset’.

Il mondiale 2022 della Scuderia si conferma bello e tormentato, a dispetto di un potenziale tecnico che anche in Francia è sembrato essere superiore (di poco) alla Red Bull. È uno scenario beffardo, perché nel momento in cui il pacchetto tecnico sembra essere arrivato a livelli eccelsi, grazie ad un buon lavoro di sviluppo, a mancare è stato colui che in più occasioni è stato il collante della squadra, ovvero Leclerc.

Il problema è che la Ferrari si era già giocata in precedenza i suoi bonus (due stop per motivi tecnici, due gare in cui la strategia non ha giocato a favore di Leclerc) e l’errore di Charles è arrivato in un momento in cui la situazione di classifica era già precaria, e per questo lo zero del Paul Ricard pesa come un macigno.

“Non posso fare questi errori, se perdiamo il campionato per 35 punti sarà solo responsabilità mia”. Leclerc, come sempre molto schietto e autocritico in queste occasioni, ha radiografato il tutto con un rapido calcolo aritmetico, sommando i punti persi oggi al Paul Ricard con quelli lasciati per strada ad Imola.

In altre stagioni ci sarebbe stato un confronto diretto con gli avversari, e magari sarebbe emerso che alla fine anche i piloti top un errore o due li avevano commessi. Il problema è che Verstappen sta alzando molto l’asticella, e dopo dodici gare nella sua personale tabella la voce ‘punti persi’ riporta un indiscutibile ‘zero’. Non c’è solo il passivo di sessantatré punti a far credere che oggi al Paul Ricard il mondiale si sia fortemente indirizzato, ma anche quel passivo è un attivo per Verstappen.

Leclerc è stato tradito da sé stesso in un momento particolare, nel quale non aveva più Verstappen alle sue spalle e pista libera davanti a sé. La squadra lo aveva appena informato che avrebbe dovuto allungare il suo stint, ed è iniziata una lotta con il cronometro che indicava il margine su Max, tornato in pista dopo il pit-stop. E a volta lottare con i numeri su un display può essere più stressante di un avversario a pochi centimetri, come è esattamente accaduto oggi.

Il rammarico per la Ferrari è molto, perché la F1-75 (con nuovo fondo all’esordio) si è confermata vincente. Il primo aspetto che ha impressionato è stata la difesa di Leclerc su Verstappen, così come la gestione gomma, confermata prima dalla decisione di allungare lo stint con Charles e successivamente dalla gara di Sainz. La gara di Carlos è stata bella e appariscente, ed ha avuto il suo punto di svolta proprio quando Leclerc è finito contro le barriere, innescando la successiva safety car.

In un primo momento l’ingresso in pista della vettura di servizio è sembrato un aiuto per Sainz, perché gli ha permesso di azzerare i più di venti secondi di gap che aveva nei confronti del gruppo composto da Hamilton, Perez e Russell. Ma il momento in cui è entrata in pista la safety car (giro 18) è risultato perfetto per chi era partito con gomme soft (tutti nella top-10) e molto anticipato per chi come Carlos aveva preso il via con le hard.

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Photo by: Alastair Staley / Motorsport Images

La gara dello spagnolo a quel punto è diventata a due soste, ed anche se nelle fasi finali è sembrato quasi possibile per Sainz puntare alla bandiera a scacchi, è arrivata la chiamata per il secondo pit.

Uno stop necessario, perché non c’erano riferimenti sulla tenuta delle gomme, e Sainz avrebbe corso il rischio di veder svanire la sua rimonta per il cedimento di un pneumatico nelle ultime tornate. Considerando anche l’errore di Leclerc, non era il caso di correre il rischio di lasciare il Paul Ricard con zero punti.

Valutando a posteriori, è stata invece ininfluente sul risultato finale la penalità di cinque secondi che ha dovuto scontare Sainz per l’unsafe release nella ripartenza dopo il primo pit-stop, visto che Carlos ha chiuso in quinta posizione ad undici secondi dalla Red Bull di Perez.

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