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F1 | Ferrari: ecco quale sarà la vera potenza dello 066/7 nel '23

La power unit 066/7, dopo aver risolto al banco prova i guai di affidabilità che ne hanno minato le prestazioni nel corso della stagione 2022, è pronta a sfruttare nel prossimo campionato il pieno potenziale che il progettista Wolf Zimmermann voleva estrarre dall'unità omologata a marzo. Non sono in ballo trenta cavalli in più come si è letto erroneamente in giro, ma si parla di una quindicina: sono quelli che non si sono mai visti per i problemi di gioventù giù sul motore 1.

Ferrari F1-75, dettaglio del motore

Foto di: Giorgio Piola

Bisogna fare un po’ di chiarezza, altrimenti i dati rischiano di essere falsati, creando molta confusione. Il soggetto è la power unit Ferrari 066/7: si è letto a più riprese che l’unità del Cavallino progettata da Wolf Zimmermann nella versione 2023 avrà una trentina di cavalli in più.

È una misura realistica, oppure si sono fatte somme che possono portare fuori strada, magari facendo storcere la bocca ai commissari tecnici della FIA? Ricordiamo che le power unit sono state omologate nel mese di marzo e, salvo problemi legati all’affidabilità, devono restare congelate fino alla fine del 2025. Un incremento di potenza di 30 cavalli scatenerebbe certamente la reazione degli altri Costruttori, innescando un meccanismo molto pericoloso nel tentativo di equiparare le prestazioni dei motori.

All’inizio della stagione 2022 era opinione comune che il propulsore che abbiamo soprannominato “Superfast” avesse recuperato il gap di potenza degli anni precedenti, rivelandosi se non l’unità migliore, certamente in linea con Honda e Mercedes.

La 675 quando sarà presentata avrà un motore più potente di una quindicina di cavalli

La 675 quando sarà presentata avrà un motore più potente di una quindicina di cavalli

Mattia Binotto aveva deciso di omologare lo 066/7 nella versione più spinta, pur sapendo che l’unità non aveva raggiunto il target di vita di sette Gran Premi. L’ex team principal del Cavallino aveva voluto deliberare il propulsore più potente, consapevole che le regole FIA avrebbero concesso di sviluppare le parti fragili che cedevano.

E così è stato, ma avevamo spiegato all’inizio del campionato che la Ferrari, consapevole delle sue debolezze, il motore 1 lo aveva configurato con mappature meno spinte, lasciando sul banco prova una quindicina di cavalli rispetto all’effettivo potenziale che lo staff diretto da Enrico Gualtieri era in grado di tirare fuori.

Le vicende della stagione con le ripetute rotture hanno “consigliato” i motoristi del Cavallino di “sgonfiare” ulteriormente la power unit per scongiurare i cedimenti che hanno caratterizzato la stagione… calda.

Il delta di prestazione fra la condizione ottimale e l’effettiva potenza utilizzata è salito a una trentina di cavalli e, nonostante ciò, la 675 è riuscita a siglare dodici pole position con Charles Leclerc e Carlos Sainz.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Nel GP di Abu Dhabi, dopo gli interventi finalizzati a cercare la durata della power unit, lo 066/7 è tornato a mostrare un motore con prestazioni simili se non uguali a quelle del GP del Bahrain di apertura.

L’intervento sulla candela con la pre-camera che include l’iniettore del carburante (parte non congelata, ma libera per regolamento) ha permesso di fare un salto in avanti importante, ma a Maranello hanno lavorato sodo per raggiungere nel 2023 quella soglia di potenza che l’unità di Zimmermann sulla carta sarebbe capace di esprimere.

Il recupero, grazie al certosino sviluppo portato avanti al banco, sarà quindi di una quindicina di cavalli e non trenta come si è andato raccontando.

Non che siano pochi, anzi: la 675, rispetto alla sua progenitrice, la F1-75, potrà contare su una “dote” che la rossa di quest’anno non ha mai potuto beneficiare. Alcune celle che erano destinate alle prove al banco dello 066/7 per le prove di durata sono state spente: esigenze di budget cap che entrerà in vigore da inizio 2023 anche per i propulsori, ma anche consapevolezza di aver raggiunto un obiettivo tanto importante, quanto ambizioso…

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