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Analisi

Ferrari: come mai c'è un calo di popolarità fra i fan F1?

La Scuderia nel Global F1 Fan Survey 2021, il sondaggio che Motorsport Network e Formula 1 hanno realizzato insieme a Nielsen Sport, non risulta più il team più popolare come è sempre stata da quando si rilevano dei dati. La squadra del Cavallino è scivolata al terzo posto dietro a McLaren e Red Bull. E anche il gradimento dei piloti è basso: Leclerc è solo sesto, mentre Sainz non rientra nei primi 10. Scopriamo perché...

Charles Leclerc, Ferrari SF21

Foto di: Charles Coates / Motorsport Images

Bastano due anni senza vittorie per… incrinare il mito Ferrari? Ovviamente no, perché il marchio del Cavallino nella sua lunga storia in Formula 1 di carestie ne ha vissute molte e non meno gravi.

La Scuderia ha perso le scettro della squadra più popolare della F1, venendo scavalcata per la prima volta da McLaren e Red Bull. Ed è curioso che tutto ciò accada mentre l’andamento del titolo in borsa esprime performance eccellenti, come se le deludenti prestazioni in pista non condizionino minimamente il mercato azionario legato, invece, a un prodotto da sogno che nel mondo del lusso continua ad essere magicamente attrattivo con le esclusive supercar e una serie di attività di marketing innovative e moderne.

Eppure, analizzando i dati emersi dal Global F1 Fan Survey 2021, il sondaggio che Motorsport Network e Formula 1 hanno realizzato insieme a Nielsen Sport, qualche allarme… rosso deve essere scattato a Maranello.

Gli intervistati sono stati 167.300 lettori del nostro sito nel mondo che hanno risposto da 187 paesi diversi in un periodo di cinque settimane, fra settembre e ottobre, che comprendeva la disputa di ben quattro GP. Si tratta di un campione, quindi, molto rappresentativo fra gli appassionati che seguono il Motorsport e in particolare la Formula 1.

La Ferrari è sempre stata il “faro” del massimo campionato automobilistico e solo nel 2008 ha sentito la concorrenza della McLaren, risultando ad ogni rilevazione nettamente il team più popolare nei cinque Continenti.

Il tracollo di consensi che registra Maranello rispetto ai dati del 2017 è inquietante, perché la Ferrari scende da una popolarità del 32% degli intervistati al 18%, mentre la Red Bull, tanto per fare un altro esempio, è in costante ascesa dal 2008.

Mattia Binotto, team principal Ferrari

Mattia Binotto, team principal Ferrari

Photo by: FIA Pool

Mattia Binotto, team principal della Scuderia, chiamato a commentare questi numeri dura te il weekend del GP degli Stati Uniti ha glissato, sostenendo convintamente che “…guardando le tribune degli autodromi non ho raccolto la stessa sensazione perché il colore rosso resta molto visibile, così come si sente ovunque il tifo dei nostri fan”.

La difesa d’ufficio è sacrosanta, ma i dati devono far riflettere. Va detto che la Ferrari è accomunata anche alla caduta della Mercedes che è scesa dal secondo al quarto posto con una popolarità caduta dal 16,2% a un più mistero 11,9%: la squadra dominatrice dal 2014, evidentemente, è percepita come “antipatica” per la sua superiorità tecnica, sebbene quest’anno sia messa alle corde da Max Verstappen e la Red Bull.

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Se la McLaren ha raccolto un impressionante +29,5% di popolarità rispetto al 15,8% del 2017 indicando un rilancio clamoroso, la Ferrari, che ha sempre goduto di un supporto globale, ora vede la sua leadership ridotta, con una supremazia incontrastata in Francia, Spagna, Turchia e, naturalmente, in Italia.

D’accordo che la strategia del Cavallino sia stata quella di mantenere un profilo molto basso in questa difficile fase di rilancio dopo il flop del 2020, ma è lecito domandarsi quanto possa aver pesato nell’immagine collettiva il “caso power unit” scoppiato alla fine del 2019, quando poi la Ferrari siglò quel patto segreto con la FIA per mettere una pietra tombale sui sospetti di irregolarità al motore, peraltro mai dimostrate.

Charles Leclerc, Ferrari e le Cheerleaders dei Dallas Cowboys

Charles Leclerc, Ferrari e le Cheerleaders dei Dallas Cowboys

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Tenere le orecchie basse a livello di comunicazione non deve aver giovato affatto, tant’è che ne hanno pagato le conseguenze anche i due piloti: Charles Leclerc figura solo al sesto posto, preceduto da Sebastian Vettel, il ferrarista giubilato, e seguito da Fernando Alonso, il quarantenne che è tornato in F1 dopo una lunga sosta.

Carlos Sainz non entra nemmeno nella top 10, sebbene al suo primo anno nella Scuderia stia cogliendo ottimi risultati. In questo campo la supremazia è di Max Verstappen che può contare sulla montante marea arancione a ogni latitudine. L’olandese è seguito da Lando Norris, la grande sorpresa di questo sondaggio: l'inglese piace ai giovani e alle donne, mentre Lewis Hamilton è terzo, chiuso nella morsa dei due conduttori McLaren.

Lewis resta l’idolo incontrastato degli over 45, ma non attizza le nuove generazioni che sono, invece, la forza principale del sondaggio visto che i ragazzi fra i 16 e 24 anni che hanno risposto ai quesiti s sono stati il 34% con un incremento del 26% rispetto al 2017.

La Ferrari è capace di aprire un dialogo con i giovani, oppure è troppo chiusa in sé stessa? Il mito va alimentato, perché le nuove generazioni saranno i futuri acquirenti delle macchine da sogno di Maranello e un distacco potrebbe costare caro.

Carlos Sainz Jr., Ferrari

Carlos Sainz Jr., Ferrari

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Carlos Sainz, molto lucidamente, ha fatto rilevare che l’immagine della Scuderia che è emersa dalla puntata di Drive to Survive, la serie di Netflix che ha avuto un grosso successo proprio sui giovani che poi sono diventati dei fan della F1, non è troppo aderente a ciò che la Ferrari rappresenta nel mondo dei GP. E' un aspetto che non va affatto trascurato, perché la F1 non si può permettere una Scuderia che non sia il "sole" del Circus.

Il campanello d’allarme a Maranello sarà suonato o basterà qualche vittoria nel 2022 a spazzare via ogni nube?

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