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F1 | Ferrari: Binotto dà i numeri, ma sono quelli della crescita 2021

Da buon ingegnere, Mattia Binotto ha portato in modo sintetico e lineare le cifre che testimoniano qual è stata la crescita della Ferrari fra la disastrosa stagione 2020 e il campionato di quest'anno. Certo è mancato il ritorno alla vittoria, ma la squadra del Cavallino rivela di avere tutti gli indicatori positivi che alimentano la speranza di un 2022 migliore.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Come bisogna leggere la stagione 2021 della Ferrari: se la dobbiamo misurare in termini di prestazioni pure non è stata affatto positiva, visto che la squadra del Cavallino non ha centrato nemmeno una vittoria, proseguendo un digiuno che dura dal GP di Singapore 2019.

Ma liquidare il campionato appena concluso in modo così frettoloso, sarebbe poco onesto dal punto di vista intellettuale, perché la Scuderia è risalita al terzo posto nel mondiale Costruttori dopo la caduta al sesto del 2020. E a ben guardare gli indicatori della squadra di Maranello sono certamente positivi, nel senso che c’è stata una inversione di tendenza che alimenta il moderato ottimismo che accompagna la nascita della Rossa a effetto suolo.

Foto di gruppo del team Ferrari con Carlos Sainz Jr.

Foto di gruppo del team Ferrari con Carlos Sainz Jr.

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Mattia Binotto, da perfetto ingegnere, per l’incontro di Natale con i media via Zoom, ha fatto largo ricorso a delle slide che hanno evidenziato un sensibile miglioramento della squadra.

“Quest’anno ci eravamo posti degli obiettivi come squadra. Il primo è stato quello di cercare di ridurre il distacco dal team di vertice. Abbiamo preso la Mercedes come punto di riferimento perché nel 2020 avevano la vettura più competitiva ed anche quest’anno si sono confermati vincendo il mondiale Costruttori”.

“Il nostro target, quindi, era quello di ridurre questo gap nonostante fossimo consapevoli delle criticità della nostra monoposto 2020. Una vettura poco performante sia in curva che sui rettilinei, ma anche a livello di telaio, aerodinamica e power unit. Ci siamo posti questo scopo nonostante i limiti regolamentari previsti per questa stagione. Si partiva dalla monoposto 2020 sulla quale si potevano spendere solo due gettoni di sviluppo. Si poteva modificare l’aerodinamica per quanto consentito, perché anche sotto questo aspetto c’erano limitazioni importanti sul numero di ore in galleria del vento, mentre la power unit poteva essere sviluppata”.

“Il secondo obiettivo era quello di cercare di crescere in ogni area della squadra rispetto al 2020. Dovevamo migliorare sia la preparazione delle gare a Maranello che la gestione dei weekend in pista. Inoltre dovevamo fare un passo avanti anche in termini di affidabilità: da intendersi non soltanto come un fattore legato ad elementi come il motore o il cambio, ma anche, ad esempio, a componenti non fissate correttamente sulla vettura”.

A questo punto il team principal del Cavallino inizia a snocciolare dei numeri piuttosto interessanti..

“Analizzando il primo obiettivo, quello di ridurre il gap rispetto alla concorrenza, credo che abbiamo ottenuto numeri significativi. Nel 2020 abbiamo finito in sesta posizione nel mondiale Costruttori, mentre quest’anno siamo in terza posizione a riprova di come la vettura sia cresciuta”.

“Se guardiamo i punti mediamente conquistati a GP emerge che ne abbiamo ottenuti 14,7 contro i 7,7 del 2020. Questo risultato è figlio sia dell’affidabilità che della crescita della SF21”.

“Se analizziamo la differenza di tempo sul giro tra il 2020 e il 2021, tenendo come riferimento il migliore dei piloti Mercedes emerge che lo scorso anno in qualifica eravamo distanti 1’’3 dalla freccia nera, mentre quest’anno il gap è sceso a 6 decimi. Un distacco ancora importante ma che dimostra come la squadra, nel corso dell’inverno, abbia saputo individuare le debolezze del progetto, cercando di migliorarle”.

“Abbiamo parlato di un distacco medio, ma se guardiamo il gap dalla Mercedes nel corso delle prime sette gare era di 4 decimi e poi è andato crescendo nel corso della stagione. Già a metà 2021 eravamo arrivati a 0”750 per concludere con 8 decimi. La ragione è facilmente spiegabile: noi abbiamo deciso di non sviluppare la monoposto per concentrarci solo sul 2022”.

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Giusta la precisazione del tecnico reggiano, mentre in gara il raffronto è condizionato da elementi che nel giro secco non entrano in campo come la gestione ed il raffreddamento delle gomme o la gestione dell’energia elettrica della power unit…
“In gara il distacco dalla Mercedes era di 1’’1 nel 2020, mentre quest’anno è sceso a 8 decimi, un distacco ancora significativo ma ridotto rispetto allo scorso anno”.

Charles Leclerc, Ferrari, nel Parc Ferme

Charles Leclerc, Ferrari, nel Parc Ferme

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

La Ferrari è certamente la squadra fra quelle del centro gruppo che ha avuto una crescita lineare nell’arco della stagione, risultando il team con meno alti e bassi, portando sempre almeno una vettura a punti.
“Anche se abbiamo corso su piste inedite, o tracciati sulla carta più difficili per noi, abbiamo sempre cercato di sfruttare al meglio il potenziale della vettura. Se guardiamo al confronto con la McLaren, il nostro rivale diretto in questa stagione, possiamo dire che avevamo due vetture molto simili. Il delta in qualifica tra noi e loro era mediamente di 5 centesimi al giro, ma siamo riusciti a chiudere la stagione con quasi 50 punti di vantaggio su di loro. Questo dimostra come per quanto riguarda l’aspetto della gestione del weekend di gara sia stato fatto un buon lavoro per sfruttare al meglio il potenziale della vettura”.

Ecco la tabella che riassume la crescita Ferrari

  2020 2021
Mondiale Costruttori 6 3
Punti/GP 7,7 14,7
Posizione media in Qualifica 10,0 6,5
Differenza tempo sul giro in Qualifica da Mercedes +1"03 +0"60
Differenza tempo sul giro in gara da Mercedes +1"07 +0"80

 

Positivi anche i dati relativi all’affidabilità della SF21…
“Soltanto in due gare non abbiamo visto la bandiera a scacchi con entrambe le vetture. In entrambi i casi si è trattato della macchina di Leclerc, a Monte Carlo ed in Ungheria. Lo scorso anno, invece, è accaduto in sei occasioni. Se guardiamo al posizionamento in top 10, quest’anno lo abbiamo raggiunto 38 volte, di cui 20 con Carlos e 18 con Charles. Questi sono ulteriori numeri che dimostrano un miglioramento rispetto alla scorsa stagione”.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, effettua un pit stop

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, effettua un pit stop

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

L’ultima area dove si è osservato un importante miglioramento è quello dei pit stop.
“E’ vero, la media dei tempi di tutte le soste del 2021 è stata di 2’’55 contro i 2’’72 dello scorso anno. Dobbiamo anche sottolineare che, a partire dal Belgio, la Federazione ha rilasciato una direttiva tecnica che in qualche modo ha rallentato le soste di tutti i team di un paio di decimi. La nostra crescita, quindi, è arrivata nonostante questa direttiva tecnica ed anche da ciò si evidenzia lo sforzo del team di voler migliorare”.

Binotto tiene a sottolineare un numero che riguarda i pit stop completati sono il tempo di 3 secondi…
“La crescita percentuale è stata importante, passando dal 48% del 2020 al 73% di questa stagione”.

La Ferrari, pertanto, ha concretizzato un importante salto di qualità che rilancia il team di Maranello verso le posizioni di vertice della F1. Basterà per vincere nel 2022?

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