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Ferrari: AVL collabora allo sviluppo della power unit?

La società austriaca sta studiando alcuni aspetti del V6 Turbo che è affidato al capo progettista Lorenzo Sassi

La Ferrari vuole ridurre il gap di potenza dalla power unit Mercedes che ha dominato nella stagione 2014. Il V6 Turbo siglato 059/3 è stato l’unico a non vincere nemmeno un Gran Premio nella prima annata dei propulsori ibridi.

La squadra del Cavallino per voce del suo presidente, Sergio Marchionne, si è dichiarata contraria alla rivoluzione dei motori proposta da Christian Horner o Bernie Ecclestone: il primo ha proposto l’adozione del bi-turbo sulle attuali unità prive dei sistemi ibridi, mentre Mister E aveva paventato il ritorno ai V8 aspirati.

A Maranello sono rimasti “legalisti” e vogliono discutere i cambiamenti 2016 nel solco degli attuali regolamenti: “La F.1 deve essere la massima espressione della tecnologia automobilistica – aveva detto Sergio Marchionne al pranzo di Natale con i giornalisti – per cui auspico che si arrivi a realizzare i motori più potenti che si possono vedere in pista, ma senza salti nel vuoto che possono solo far lievitare i costi”.

Mattia Binotto, responsabile dell’area motoristica della Gestione Sportiva, non sta con le mani in mano: dopo che Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene sono riusciti a dilazionare nel corso della stagione il freezing dei 32 gettoni di sviluppo concessi dalla FIA, sta cercando le strade migliori per fare un salto di qualità.

Si dice che nel reparto motori si senta spesso parlare anche austriaco: la Ferrari, infatti, avrebbe siglato un accordo di collaborazione con la AVL, la più grande azienda indipendente al mondo per lo sviluppo di motori a combustione interna con sede a Graz.

Una squadra di tecnici sarebbe attiva a Maranello per contribuire allo sviluppo di alcuni aspetti del sei cilindri turbo che è affidato all’ingegner Lorenzo Sassi. In particolare l’AVL seguirebbe lo studio della camera di combustione e del pistone. Temi molto delicati e sensibili per un motore di Formula 1. Ovviamente la società austriaca è ben felice di aver instaurato una stretta collaborazione con la Ferrari che può usufruire di un partner certamente capace e preparato.

Stupisce, però, che la squadra del Cavallino si sia affidata ad un gruppo che vanta dei legami con la Red Bull Racing e in particolare con Helmut Marko. Il team di Milton Keynes, infatti, nel 2014 aveva minacciato di lasciare la Renault Sport F1 per procedere alla realizzazione di un V6 Turbo proprio che sarebbe stato progettato alla AVL.

Speriamo che l’esperienza ferrarista, sicuramente molto formativa per gli austriaci, non serva all’azienda di Graz per acquisire il know-how della Formula 1 e gli consenta poi di esaudire il sogno di Dietrich Mateschitz, titolare della Red Bull

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