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La Ferrari prepara un disperato colpo di reni

Alonso deve vincere a Monza in attesa delle novità di Singapore che potrebbero riaprire la partita...

Sette punti. Come fossero di sutura. La Ferrari torna a casa da Spa avendo raccolto il massimo dal suo potenziale, ma Sebastian Vettel ha allungato ancora nella classifica del mondiale piloti, portando a 46 lunghezze il vantaggio sullo spagnolo. L’analisi fredda dei numeri inizia e finisce qui. Eppure mancano ancora otto Gran Premi e in palio ci sono ancora 200 punti. A Maranello, quindi, non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia, consapevoli che Monza e Singapore saranno le gare che dovranno chiarire quali restano le ambizioni del Cavallino. Furbescamente Fernando ha sottolineato che non avrebbe potuto vincere nelle Ardenne nemmeno se fosse partito in pole al posto di Lewis Hamilton, quasi a scaricare le sue responsabilità dall’errore (grave) per il testacoda in Q3. L’asturiano, in gara, ha costruito una delle sue imprese fantastiche, propiziata da una partenza prodigiosa e ha scalzato avversario dopo avversario, riportando la Rossa dove dovrebbe essere sempre: a sfidare la Red Bull Racing. MONZA CHIAMA, LA FERRARI RISPONDE? Fernando è arrivato a sei secondi dal “biondino”, ce l’aveva a vista ma poi inesorabilmente la RB9 del tedesco ha preso nuovamente il largo, mostrando un potenziale che a Sebastian ha permesso di firmare anche il 19esimo giro più veloce. Oggettivamente imprendibile. Ma è più facile gestire una corsa se non si ha la pressione da dietro e non si deve stressare la meccanica. La Ferrari deve giocare tutte le sue carte a Monza: Alonso non vince da Barcellona e non si può pensare di agguantare un mondiale solo con i piazzamenti e l’affidabilità. Il “tempio della velocità” è il circuito a più basso carico del mondiale e la F138 non è male in quanto a efficienza aerodinamica. La Rossa “deve” regalare una grande soddisfazione al suo pubblico. Sarebbe auspicabile invocare una doppietta, ma con il Massa attuale è chiedere veramente troppo alla sorte. LA F138 PAGA IL RITORNO ALLE GOMME 2012 I timidi sorrisi che si sono visti nell’incorniciare il volto dei ferraristi dopo Spa testimoniano che, forse, a Maranello hanno capito dove stanno i guai della F138 e stanno lavorando sodo per metterci una pezza. La chiave sono stati i test svolti in luglio da Davide Rigon a Silverstone nella sessione riservata ai giovani piloti. Sono emersi due problemi: le gomme e la consistenza aerodinamica. Mica poca roba! La Ferrari (insieme alla Lotus) è quella che più ha pagato il cambiamento delle gomme da Silverstone in avanti. Le coperture con le carcasse in kevlar in luogo dell’acciaio, hanno scombussolato gli equilibri tecnici esistenti. Le Pirelli di matrice 2012, infatti, pur mantenendo le mescole 2013, hanno un peso minore, un warm up diverso e un disegno della gomma più tondo che ha mandato a pallino l’aerodinamica posteriore tutta ancora basata sul soffiaggio degli scarichi. LA SCONOSCIUTA MINIGONNA TERMICA Questo argomento, che ha tenuto banco negli ultimi due anni, è passato in second’ordine mediatico, superato dalle polemiche sulle gomme, ma resta il tema intorno al quale si gioca la partita tecnica in questa fase della stagione. Le squadre che sapevano far funzionare la “minigonna termica” nel 2012 si sono trovate un bonus importante da giocare (riprendendo semplicemente dei dati che conoscevano), mentre gli altri sono ripiombati nella disperazione. Basta che il flusso dei gas roventi si sposti di un paio di millimetri e l’assetto rake che magicamente fa volare Red Bull Racing e Mercedes non funziona più. Se non si “sigilla” il diffusore posteriore all’asfalto con il “muro” dei gas roventi, si perde carico e si consumano di più le gomme posteriori. Insomma un gatto che si morde la coda. LA VERIFICA AERODINAMICA IN SAUBER E qui viene fuori l’altra anomalia del Cavallino: la F138 è nata nella galleria del vento di Colonia, una struttura all’avanguardia (quella di Maranello che sarà riaperta a metà ottobre diventerà una… copia di quella tedesca della Toyota). La Rossa nelle prime gare era parsa molto competitiva, se non proprio il punto di riferimento del Circus, mentre la RB9 stentava a sposare la sua aerodinamica posteriore estrema alle nuove gomme Pirelli. Poi i tecnici del Reparto Corse hanno perso la “bussola”. Gli sviluppi che puntualmente sono arrivati in pista spesso sono stati bocciati al venerdì. E la Rossa ha fatto come i gamberi: un passo avanti e due indietro. Perché? È possibile che qualsiasi wind tunnel venga usato non sia adatto alle Rosse? Ovviamente non può essere così. E per fare l’ennesima contro-prova i tecnici di Maranello sono andati a fare anche delle verifiche nella struttura della Sauber a Hinwil (la squadra elvetica ha un grosso debito con la Ferrari per la fornitura dei motori non pagata e ha acconsentito con piacere di “cedere” delle ore in galleria pur di tenere buoni gli amministrativi del Cavallino che da tempo sono sul piede di guerra). CORSA CONTRO IL TEMPO Sarebbe emerso che non sono i dati di galleria a essere sbagliati, ma il modo di correggerli. E il prezioso test di Silverstone, senza l’ansia di una gara, ha permesso agli aerodinamici della Ferrari di ritrovare un punto “zero” da cui ripartire con lo sviluppo della monoposto con un accurato lavoro di acquisizione dei dati. L’obbligo di tenere chiusa la serranda del Reparto Corse per due settimane in agosto non ha permesso alla squadra di produrre novità significative a Spa, ma un consistente pacchetto aerodinamico è previsto per Singapore. E non è escluso che qualcosa possa arrivare anche per Monza. IMPORTANTI LE RISPOSTE DEI TEST DI RIGON Non bisogna avere la memoria lunga per ricordare che la Ferrari l’anno scorso aveva dato corso ad una grande rimonta con Fernando Alonso dopo i tre giorni di test che si erano svolti all’inizio di maggio al Mugello. Probabilmente si è ritrovata la quadra dopo la sessione di Silverstone. E, forse, anche per questo Stefano Domenicali ha detto ieri: “Nelle prossime gare cercheremo di migliorare la F138 per offrire a Fernando la possibilità di lottare per il Mondiale e a Felipe le prestazioni che servono alla squadra: questi sono gli obiettivi, tutto il resto non conta”. BENTORNATO ALLISON! La Scuderia ha bisogno dei test in pista come il pane, evidentemente non ha ancora acquisito la “cultura” della simulazione che caratterizza gli inglesi, e si capisce perché ci sia chi si metta sempre di traverso quando si parla di riaprire ai collaudi che restano un pallino di Luca di Montezemolo. La “rivoluzione” di Pat Fry, che ha importato a Maranello il sistema di lavorare che aveva acquisito alla McLaren, deve essere rimasta incompleta. L’arrivo di James Allison, ex dt della Lotus, a capo del settore autotelaio dal 1 settembre (ma è domenica!) può essere molto prezioso: l’inglese, che è un abile aerodinamico, può portare utili informazioni su come far funzionare le gomme 2012 visto che la Lotus era fra quelle che le sapeva sfruttare bene. Non aspettiamoci clamorosi sconvolgimenti, ma il personale del Reparto Corse sta lavorando ventre a terra perché ancora ci crede. Almeno fino a Singapore…

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