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La Ferrari è in ritardo, ma potrà crescere nel 2015

Marchionne e Arrivabene hanno messo le basi al rilancio: scopriamo su quali basi...

La nuova Ferrari è già in ritardo. Sergio Marchionne, presidente del Cavallino rampante, è sicuro che siano stati fatti gli interventi necessari a ricreare nel team il giusto spirito di squadra, perché tutti tirino nella stessa direzione. E assicura che la struttura della Gestione Sportiva sia competitiva per puntare in alto. Segno che oggi, per lottare nel mondiale piloti e Costruttori, manca ancora la monoposto.

ARRIVABENE SI AUGURA DUE O TRE VITTORIE
Il team principal, Maurizio Arrivabene, guardando alla stagione 2015 auspica il ritorno alla vittoria della Rossa dopo un 2014 di vacche magre, come solo 21 anni prima era accaduto nella storia recente di Maranello: acciuffare due Gp sarebbe un successo, mentre il terzo sarebbe un trionfo! A metterci il “carico” ci ha pensato il Presidente chiosando che se si arrivasse a quattro vittorie “…andremmo tutti in Paradiso”. Come dire che non bisogna cominciare a sognare, ma è il momento di tenere i piedi ben saldati per terra.

SALTATI GLI “INTOCCABILI” TOMBAZIS E FRY
Dalla capitolazione delle teste si è salvato solo James Allison, l’uomo intorno al quale ora grava tutta la pressione del reparto tecnico. I suoi uomini di fiducia, Nicholas Tombazis e Pat Fry, quelli che sembravano gli “intoccabili”, ormai fanno parte del passato. L’orientamento di Maurizio Arrivabene è di ricreare quello spirito di squadra che è mancato nel 2014, con una monoposto che è rimasta sostanzialmente la stessa dall’inizio dell’anno. L’ex manager Philip Morris parla di rimboccarsi le maniche dalla base ai vertici, perché tutti possano contribuire al rilancio della Ferrari. L’orientamento sembra quello giusto: è importante rimotivare molte professionalità che erano state messe ai margini perché non rientravano nei piani degli “inglesi”. Ora hanno l’opportunità di far vedere quello di cui sono capaci.

L’ENERGIA FRESCA DELLE SECONDE LINEE
Sergio Marchionne ha detto che tagliare le prime linee di un’azienda non è detto che produca un indebolimento, perché si possono liberare delle nuove energie dal basso, facendo crescere l’intero sistema. Il grande capo di FCA ha ammesso di avere una grande esperienza in materia, dopo essersi fatto una bella esperienza nel ruolo di salvatore di aziende cotte e decotte. E ha aggiunto di essere consapevole che prima o poi toccherà anche a lui lo stesso trattamento e il solo modo per evitarlo sarà di andarsene via prima di ricevere un benservito.

E’ SALTATO ANCHE CIAVOLA CAPO DELLE RISORSE UMANE
La Ferrari, insomma, ha rotto il vaso di Pandora e ha dato il via al rinnovamento per rianimare il gruppo che si era fossilizzato intorno a certe figure molto forti che, forse, hanno rallentato il cambiamento, la discontinuità tanto cara al Presidente. Vi abbiamo dato conto dell’uscita di Neil Martin, il capo del remote garage, e aspettiamoci ancora degli aggiustamenti nell’ambito del reparto simulazione, ma il cambiamento è ancora più profondo di quello che potrebbe sembrare visto che ha toccato anche le risorse umane, con l’avvicendamento di Michele Ciavola con Mirko Boccalatte.

TOLTI (QUASI) TUTTI I DIFETTI DELLA F14 T
Non aspettiamoci dalla 666 una vera e propria rivoluzione (che ci crediate o no anche la monoposto 2015 dovrebbe avere la sospensione anteriore con lo schema pull rod che tante problematiche ha creato a Kimi Raikkonen), ma quanto meno l’eliminazione dei concetti proprio sbagliati che hanno accompagnato la F14 T quest’anno, con il serbatoio dell’olio, per esempio, spostato nel cambio, in luogo della posizione ormai classica fra telaio e motore per portare il motore V6 Turbo il più avanti possibile. Risultato? La Ferrari non aveva trazione, proprio nell’anno in cui c’è stato un grande aumento di coppia frutto della sovralimentazione e dell’MGU-K potenziata. Per montare sulla power unit una turbina e un compressore più grandi saranno necessarie masse radianti maggiorate, per cui non vedremo più la macchina con la vita snella che non ha dato i risultati che ci si aspettavano.

IL VUOTO CHE HA CREATO UN RITARDO
Il mistero di Fatima è come mai Marchionne abbia parlato di Ferrari già in ritardo sulla monoposto del 2015, se lo sviluppo della F14 T è stato abbandonato dopo Singapore, mostrando un vertiginoso calo della competitività delle Rosse sempre più indietro nelle griglie di partenza e nelle classifiche finali degli ultimi Gp stagionali, arrivando al margine della zona punti. Le novità che si vedevano nelle libere del venerdì erano finalizzate già al 2015 e, probabilmente, non hanno dato i risultati che si vedevano in galleria del vento o al CFD.

IL PROGETTO DELLA 666 E’ STATO RIVISTO, SCOCCA A PARTE
La sensazione è che il disegno della 666 (si tratta della “demoniaca” sigla di progetto) sia stato rivisto dopo lo “stupore” del Presidente nel vedere al monitor dei computer CFD una macchina tutto sommato figlia di quella che ha deluso quest’anno. E così Nicholas Tombazis è caduto in disgrazia e la responsabilità del progetto è passata sulle spalle di Simone Resta, il “vice” del greco. A essere onesti, il brodo di coltura rimane lo stesso, ma adesso c’è l’occasione di osare con delle soluzioni che sono rimaste nei “cassetti” troppo a lungo. Il ritardo, insomma, potrebbe essere dettato da due ragioni: primo, la vettura potrebbe essere stata rivista intorno ad una scocca che è già stata deliberata con i crash test superati brillantemente. La parte telaistica e aerodinamica dovrebbe garantire un incremento delle prestazioni di 3 o 4 decimi al giri. Secondo, c’è un problema legato ai motori. Lo sviluppo dei concetti che Mattia Binotto, responsabile del reparto, e Lorenzo Sassi, capo del progetto, stanno portando avanti alla ricerca di cavalli, non si coniuga con l’esigenza di mantenere l’affidabilità.

VITTORIA POLITICA SULL’OMOLOGAZIONE DELLE POWER UNIT
Ogni modifica alla power unit, infatti, deve essere provata al banco dinamico (dove “gira” mezza macchina per simulare il reale comportamento della meccanica in pista) e non può essere deliberata se non si raggiunge una vita del motore di almeno cinque Gp. A Maranello dispongono di un solo banco dinamico, mentre sembra che a partire da giugno ne entreranno in funzione quattro. Il ritardo, quindi, è gestionale. E si capisce, allora, perché la coppia Marchionne e Arrivabene abbia battuto i pugni sul tavolo per differire il “congelamento” dei motori dal mese di febbraio, lasciando a ciascun costruttore l’opportunità di inserire i 32 gettoni di sviluppo nel corso della stagione.

ASPETTIAMOCI UNO SVILUPPO COSTANTE PER TUTTA LA STAGIONE
La Ferrari sarà in grado di andare ai test inverali con una power unit capace di una quarantina di cavalli in più rispetto alla versione che ha chiuso la stagione 2014, ma ce ne saranno in ballo altrettanti se le modifiche non andranno a intaccare la proverbiale durata. Aspettiamoci, quindi, un avvio di 2015 piuttosto “acerbo”, ma a differenza del campionato appena concluso, dove non abbiamo visto sviluppi, dovremmo vedere una Gestione Sportiva in grado di “sparare” una moltitudine di aggiornamenti un Gp dopo l’altro.

RIDURRE IL GAP DALLA MERCEDES
Nella seconda parte dell’anno, quindi, ci si aspetterà una soglia di competitività tale da insidiare l’egemonia Mercedes nei momenti in cui le stelle d’argento non dovessero esprimere il pieno potenziale di fuoco…

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