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La Ferrari a Barcellona cerca speranze e non illusioni

Dopo i brillanti risultati di Jerez, la SF15-T deve confermare in Catalogna il potenziale già visto in Spagna

La Ferrari è tornata a far parlare di sé. Le prestazioni della SF15-T mostrate a Jerez fanno discutere i tifosi nei bar, ma anche gli specialisti nel paddock. La monoposto che porta la firma di Simone Resta, almeno per il momento, non ci ha mostrato niente di rivoluzionario, ma sembra aver corretto gli errori (gravi) che erano stati commessi sulla F14 T, una macchina certamente coraggiosa per alcune scelte di progetto azzardate, ma con dei limiti di sviluppo che l’hanno resa insensibile a qualsiasi modifica venisse proposta.

RAIKKONEN, UN CARATTERE POCO... ICEMAN
Risalire dal fondo è più facile che tornare a lottare per il mondiale. Ma la squadra di Maranello, specie nell’ultima parte della stagione 2014, la peggiore della storia del Cavallino dal 1993, è precipitata dalla zona podio (conquistata un paio di volte) a quella di difendere la zona punti da squadre che non hanno certo lo status di top team. Un crollo a cui non si è posto un freno che ad un certo punto sembrava una caduta libera. Forse sarà anche servita a liberarsi dello scomodo Fernando Alonso. Il pilota che si comportava da capo-squadra, senza esserlo. Ma aveva conquistato quasi lo stesso potere, senza dover sopportarne le scelte e le responsabilità. Un pericoloso “alieno” che da pilota era irreprensibile. Perfetto. Capace di sfruttare il 102% della deludente F14 T, mortificando l’ego di Kimi Raikkonen, l’Iceman che si è sciolto come neve al sole. Più di testa che di… piede, rivelando che l’appellativo di uomo di ghiaccio se lo è cucito addosso più per darsi un tono che per rappresentazione plastica di un carattere tutt’altro che insensibile alla pressione. La facciata, infatti, non corrisponde alla sostanza.

ALONSO MAL CONSIGLIATO DA BRIATORE
Lo spagnolo, quindi, è stato (mal) consigliato da Flavio Briatore: è andato allo scontro duro, durissimo, con Marco Mattiacci, convinto di strappare dal faccia a faccia con l’inesperto team principal romano un prolungamento contrattuale con tanti soldi in più, non fosse altro per ripagarsi almeno i bocconi amari da dover digerire. E, invece, Fernando non è dovuto arrivare agli insulti (che poi dalla sua bocca sono fioccati in un crescendo rossiniano) per sentirsi… fuori (per dirla alla Flavio) da una squadra che credeva di controllare. Aveva visto i disegni della SF15 – T e l’aveva giudicata inadeguata per puntare in alto. Troppo uguale alla ciofeca del 2014. Non aveva speranze. Ha sbagliato la mossa sullo scacchiere ed è finito nel purgatorio della McLaren, unica ancora di salvataggio di un orgoglio che è stato calpestato.

PERCHE' IL MIGLIORE PILOTA DEL MONDO NON SALE SULLA F.1 MIGLIORE?
Perché il migliore pilota del mondo non riesce a salire sulla macchina più competitiva? Juan Manuel Fangio sapeva scegliere di anno in anno la monoposto vincente e non sbagliava alcun passaggio di team, mentre Alonso non detta le condizioni (come ama far credere) ma le subisce. Peccato, perché quando è nell’abitacolo (tranne nel giro da qualifica) sa ragionare come il miglior pilota e il migliore ingegnere di pista messi insieme. Con una lucidità di pensiero che si è vista solo negli assi che hanno vinto più titoli iridati di lui. Il motore Honda è molto grezzo, ma il progetto è estremo. Sarà competitivo, ma quando? I giapponesi, forse, hanno sbagliato il momento di entrare nel Circus: hanno due anni per vincere, prima del nuovo cambio delle regole. Un periodo troppo breve. Il 2015 servirà alla soluzione dei problemi (e a Jerez se ne sono visti tanti per un ritardo sulle tempistiche che è valutato di quasi sei mesi!), mentre il 2016 dovrà essere l’anno miracoloso del rilancio McLaren-Honda.

FERNANDO SAPRA' ACCETTARE DI VEDERE UNA FERRARI DAVANTI?
Fernando saprà aspettare? Accetterà serenamente di stare dietro alla Ferrari di un rilanciato Sebastian Vettel? Parleranno i fatti. La Rossa va a Barcellona in cerca di conferme, dopo che hanno espresso pareri positivi sia il quattro volte campione del mondo tedesco, sia il rinfrancato Kimi Raikkonen. La pista ha confermato i dati del simulatore e della galleria del vento. Questo è un fatto storico nella cronaca (recente) di Maranello. Lo sviluppo della macchina non sarà condizionato dagli handicap degli ultimi anni, quando le correlazioni dei dati non corrispondevano mai (per cui le attese modifiche studiate nel wind tunnel venivano bocciate già nel primo turno di prove libere del Gp dove debuttavano!).

LE FRECCE D'ARGENTO A JEREZ SI SONO NASCOSTE
La Mercedes a Jerez si è nascosta con la W06 Hybrid: Lewis Hamilton e Nico Rosberg hanno sommato quasi otto Gp in quattro giorni e non hanno puntato ai tempi, cercando di risolvere quelle criticità che hanno reso vulnerabili le frecce d’argento l’anno scorso, ma la crescita della Ferrari è innegabile. I motoristi di Mattia Binotto hanno saputo estrarre dallo 059/3 quel potenziale inespresso dello scorso anno. E in fatto di power unit sembra che ci sia stato il salto più grosso (anche se ancora il V6 Turbo del Cavallino non utilizza le trombette a geometria variabile): la stessa Sauber sembra aver giovato di questa iniezione di cavalli, permettendole di andare a caccia di prestazioni (utili a soddisfare uno sponsor in… caldo) che sarebbero state impossibili l’anno prima.

A BARCELLONA SERVE UNA CONFERMA DELLA SF15-T
Barcellona servirà a dare consistenza ad una squadra che cerca di voltare pagina: la Mercedes tornerà sul trono e sarà interessante scoprire chi si metterà al suo inseguimento. La SF15-T sembra nata senza gravi difetti. Nel senso che reagisce positivamente alle modifiche, consentendo ai piloti di adeguarla al loro stile di guida. Per ora non si sono sollevate lamentele per l’anteriore con lo schema pull rod (ulteriormente estremizzato dall’adozione della pinza dei freni che ora è stesa), né per il brake-by-wire che toglie al pilota un po’ di sensibilità in frenata al posteriore. I tifosi del Cavallino preferiscono stare alla finestra per vedere cosa resterà sotto alla neve che ha coperto anche Maranello.

A MARANELLO SI E' CREATO UN CLIMA POSITIVO
Nella squadra si è creato un clima positivo. C’è voglia di fare, di riscattarsi. E ci sarebbero tante soluzioni da implementare sulla macchina per arrivare alle due o tre vittorie auspicate in stagione da Maurizio Arrivabene. Il team principal bresciano ha cercato di svelenire l’ambiente, restituendo l’orgoglio di essere ferraristi. Non basterà, certo. Ma è un buon inizio, tanto più che i risultati sono attesi soprattutto nella seconda parte del campionato, quando verranno giocati tutti i gettoni di motore che sono concessi dalle regole FIA.

BLOCCATA UNA CADUTA DI MOTIVAZIONI, TORNA L'ORGOGLIO
La SF15-T in Andalusia è andata meglio di quelle che erano le previsioni, ma è una pista che nasconde abbastanza le carenze di aerodinamica e di ricarica elettrica della power unit. In Catalogna, su una pista che ha un lungo dritto che vale quanto una galleria del vento all'aperto, da giovedì scopriremo se si è trattato di un fuoco di paglia o se, al contrario, al Reparto Corse hanno trovato un punto di ripartenza, frenando quella caduta libera che non era solo tecnica, ma anche motivazionale (molti tecnici che erano stati contattati hanno declinato l’invito di andare a Maranello…) preferendo restare dove erano!

CAPITAN ARRIVABENE E AMMIRAGLIO MARCHIONNE CON DUE STRATEGIE
Se il capitano Arrivabene naviga a vista per evitare gli scogli perigliosi, l’ammiraglio Marchionne scruta il mare in burrasca per fiutare il vento: il suo piano di rilancio dell’Alfa Romeo passa anche per i motori ibridi derivati dalla power unit Ferrari. La comparsa del marchio del Biscione sul cofano della SF15-T non è casuale. È studiata e fa parte di una strategia di comunicazione. Ma una Rossa che non torna a vincere in pista rischia di togliere quel traino che solo le corse sanno dare al prodotto di serie, e che vale ben più di qualsiasi campagna pubblicitaria ben orchestrata al lancio di un nuovo modello o di una nuova gamma. E l’emblema del made in Italy da tutti riconosciuto nella Ferrari non potrà sottrarsi ad uno dei suoi doveri: tornare a vincere…

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