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La Ferrari F138 è la monoposto della consapevolezza

La "speranzosa" come l'ha chiamata Montezemolo, ha tolto i difetti della F2012: basterà per vincere?

La commozione che ha rotto le parole nel ricordo dell’Avvocato Agnelli, al quale Luca di Montezemolo aveva dedicato la F2003-GA, proprio dieci anni fa, subito dopo la sua scomparsa, aveva il sapore di un addio. Il Presidente della Ferrari ha subito smentito: quel momento di umana vulnerabilità non era l’anticipo di un commiato, ma un istante di nostalgia. La nebbia ha ammantato Maranello, rendendo indefiniti i contorni di un paesaggio invernale quasi surreale. Ma proprio quella bruma ha ricordato a Luca di Montezemolo il 1997, quando la presentazione della F310B aveva come sfondo la nuova galleria del vento di Renzo Piano che la foschia aveva reso sfocata. “Era l’inizio di una grande crescita – ha detto il Presidente – che ha portato la Ferrari a vincere tutto per anni”. Nel tendone che è stato allestito proprio in via Manuel Fangio, alle spalle del wind tunnel che ora è fermo per una profonda ristrutturazione, si è respirata la stessa voglia di rilancio d’allora. BISOGNA INVENTARE IL DOMANI Sul maxi-schermo di uno show che è tornato ad essere grande, quasi per tornare a sottolineare il peso che la Ferrari ha nel mondo della Formula 1, è apparsa in sovraimpressione una frase di Steve Jobs che Montezemolo ha citato ad esempio: “Mettiamoci a inventare il domani, invece di preoccuparci di ciò che è accaduto ieri”. Un pensiero che vale per la squadra del Cavallino, ma che ritrova la sua piena validità anche nel paese Italia. IL LABORATORIO DELLE IDEE Il politico Montezemolo, che non vuole mescolare la “sacralità” della ventiduesima presentazione di una sua Rossa con la campagna elettorale, lascia il posto al Capo di un’azienda e di un gruppo di cui si dice orgoglioso. “Ogni giorno che entro alla Ferrari – ammette – sento un grande entusiasmo che mi carica e fa nascere sempre nuove idee”. F138 UN FRUTTO ANCORA ACERBO? La F138 è l’ultimo frutto, forse ancora acerbo, di questo lavoro. È la cinquantanovesima monoposto del Cavallino rampante, quella che ha il compito di riportare la Rossa a rivincere un mondiale, dopo cinque anni di sterile attesa, vissuti ad inseguire prima la McLaren e poi la Red Bull Racing. Questo sarà l’anno del canto del cigno del V8 di 2,4 litri dopo una lunga ed onorata carriera: l’anima motorista del Reparto Corse, diretta da Luca Marmorini, vorrebbe chiudere un ciclo con una bella vittoria. LA SPERANZOSA E’ BELLA Le regole rispetto al 2012 non sono cambiate molto, ma la brutta F2012, caratterizzata da quell’orribile scalino, ha lasciato il posto ad una bella F138. Luca di Montezemolo l’ha subito soprannominata la “speranzosa”. Non è una vettura che presenta soluzioni rivoluzionarie, ma esprime un potenziale che dovrebbe essere molto alto, perché è frutto di un’attenta analisi dei pregi e dei difetti della macchina dello scorso anno. MACCHINA DELLA CONSAPEVOLEZZA È simile a se stessa, ma è profondamente cambiata in ogni dettaglio. La riduzione del peso, la miniaturizzazione dei componenti e la ricerca della rigidezza strutturale sono temi che sono stati applicati a tutte le parti. Questa è la Ferrari della consapevolezza, senza voli pindarici o estremizzazioni rischiose. È l’espressione di quanto il Reparto Corse oggi è in grado di esprimere. La sospensione pull rod anteriore e i radiatori verticali sono i punti fermi del progetto di Simone Resta, il giovane ingegnere che ha curato la F138 sotto lo sguardo di Nikolas Tombazis. Quelli che sembravano gli aspetti dolenti della F2012, invece, si stanno rivelando i punti forti. NON E’ UNA COPIA DELLA RED BULL RB8 La nuova Ferrari adotta il semiasse carenato fra il braccio inferiore della sospensione posteriore e quello di convergenza che sono legati in un profilo alare in materiali compositi. Riprende una soluzione della Red Bull, come i tre profili verticali che ci stanno sotto, ma non scopiazza la RB8 di Adrian Newey, mantenendo una propria linea di pensiero. Come la McLaren, la F138 non ha il doppio canale sotto agli scarichi, preferendo una zona a Coca Cola aperta e molto rastremata dove saranno possibili importanti cambiamenti nel corso della stagione. È stato modificato il sistema DRS e arriverà un sistema passivo di stallo dell’ala posteriore. RINFORZI NELL’AERODINAMICA Sarà abbastanza per vincere? È impossibile dirlo oggi, perché fondamentale sarà lo sviluppo aerodinamico. La struttura del Cavallino si è potenziata: Loic Bigois è il responsabile del reparto e al francese si sono aggiunti anche Martin Bester, ex Williams, e David Sanchez, ex McLaren. La campagna acquisti è stata corroborata dalla decisione di andare a sviluppare la F138 a Colonia, in una galleria che non ha problemi di correlazione dei dati con la pista. Pat Fry potrà trarre un sospiro di sollievo perché i punti che si vedono in galleria si dovrebbero ritrovare anche in pista e, forse, anche al simulatore. IN GALLERIA… CON TOYOTA Va ricordato che la Toyota in Germania dispone di due wind tunnel: il primo costruito nel 2001 e il gemello che è del 2007. Quello più recente, WT2, è usato in esclusiva dalla McLaren: la squadra di Woking, come quella di Maranello, ha rinunciato all’impianto di casa (è affittato alla Marussia che si accontenta…), mentre la Ferrari divide con la TMC (Toyota Motorsport Gmbh) il WT1, dove la Casa giapponese sviluppa la TS030 HYBRIDs che è protagonista nel mondiale Endurance nella sfida con l’Audi. Si capisce come mai la Ferrari abbia fretta di rendere nuovamente funzionale la struttura del Reparto Corse (si parla di agosto): oltre a far crescere la F138, infatti, ci sarà la contemporanea esigenza di analizzare la monoposto 2014 (che è affidata all’altro deputy chief designer, Fabio Montecchi) che introdurrà il motore V6 Turbo e il nuovo regolamento FIA che sarà una vera rivoluzione, un taglio netto con il presente. IL SIMULATORE E LA SUA EVOLUZIONE Ed è qui che si giocherà la partita mondiale: la Ferrari sta anche rinnovando il simulatore con l’introduzione di software più sofisticati. L’esperienza di Pedro de la Rosa sarà molto preziosa: lo spagnolo, oltre ad essere un pilota maturo apprezzato per le sue doti di collaudo, è un profondo conoscitore della simulazione McLaren per cui può portare a Maranello il suo bagaglio di competenza. Toccherà proprio all’iberico verificare quanto il “ragno” del Reparto Corse riesce a riprodurre le sensazioni della F138, visto che sarà Pedro il pilota a chiudere l’ultima sessione di test a Jerez. EFFICACE DIVISIONE DEI COMPITI La Scuderia, quindi, sta vagliando con razionalità tutte le possibilità di crescita: ha diviso i compiti fra chi si deve occupare dello sviluppo della macchina e chi dell’evoluzione della fabbrica, in un processo parallelo che non si ferma mai. Le responsabilità sono state ripartite, per cui la soluzione di eventuali problemi (in una direzione come nell’altra) dovrebbe essere più rapida che nel recente passato. Questi sono aspetti poco visibili, ma molto importanti nel corso della stagione. ALONSO E FRY IN… ATTESA Luca di Montezemolo ha battezzato la F138 la… speranzosa. Stefano Domenicali ha promesso a Fernando Alonso una monoposto competitiva subito. Il campione asturiano sente il peso del “dovere” vincere e per il momento è forse il meno entusiasta del gruppo. Non vuole esprimere giudizi ad occhio, preferisce aspettare la seconda sessione di test a Barcellona del 19 febbraio per farsi un’idea concreta, quando le macchine saranno più “vere” con i primi pacchetti di sviluppo. Le regole non sono cambiate, ma c’è chi teme che Adrian Newey possa spiazzare tutti con l’ennesima trovata al limite delle norme. Tanto Fernando, che il direttore tecnico, Pat Fry, saranno più sereni solo quando vedranno la Rossa davanti a tutti. In pole, per iniziare un mondiale che aggiunga un capitolo alla leggenda…

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