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Il nervosismo di Alonso e le inquietudini Ferrari

Lo spagnolo reclama una vettura competitiva. A Maranello punta su Spa e Monza. Atrimenti...

Fernando Alonso si sente con le spalle al muro. L’uomo squadra si è stufato di cantare la messa e portare la croce. Ora è consapevole di essere corresponsabile del naufragio della Ferrari nel torrido Gp d’Ungheria. Lo spagnolo non pretende la monoposto migliore, ma si accontenterebbe di una macchina uguale a quella degli altri. Magari tornando a fare solo e soltanto il pilota. Quello per il quale è profumatamente pagato. L’asturiano ha il morale sotto i tacchi, anche se la situazione nel mondiale non è molto diversa da come l’aveva lasciata al Nurburgring. Non è irrimediabile, a patto che si sappia cosa fare per uscire dall’impasse. Ci sono ancora nove Gp: siamo ancora a metà stagione e prima di buttare tutto all’aria vale la pena di aspettare i due prossimi appuntamenti dopo la sosta estiva: Spa e Monza. Dopo il Gp d’Italia capiremo se ci sarà una Rossa capace di dare una svolta al campionato, oppure se ci sarà un Day after. LA PEGGIORE FERRARI Quella vista all’Hungaroring è stata la peggiore Ferrari dell’anno. Come mai? Perché il diffusore nuovo (di ispirazione Lotus) non ha funzionato ed è finito nel dimenticatoio dopo una sessione di prove libere? Cosa non funziona a Maranello? Proviamo a fotografare la situazione a freddo. Il gruppo di lavoro diretto da Pat Fry ha realizzato la F138 che nei primi Gp ha mostrato un grande potenziale. Simone Resta, progettista della Rossa, ha ammesso che ci sono di nuovo problemi di correlazione fra la galleria del vento e la pista. Anche lavorando nel wind tunnel di Colonia. COLPA DELLE GOMME Il linguaggio è criptico. La Pirelli, nel frattempo, ha cambiato le gomme: quelle 2013 che facevano volare in gara la Ferrari sono state sostituite da quelle con la struttura 2012 ma con le mescole di quest’anno. Il pneumatico non è più lo stesso: la spalla ha un disegno diverso che condiziona l’aerodinamica e l’andamento dei flussi. Con le Pirelli “vecchie” la Rossa ha perso lo smalto: ha perso carico aerodinamico e trazione. Red Bull Racing, Mercedes e Lotus (ma anche McLaren) sono cresciute, la F138, al contrario, è regredita. INCRISI COME L’ANNO SCORSO La Stella a tre punte ha “beneficiato” del test segreto Pirelli: nei famosi 1000 km Aldo Costa e gli aerodinamici di Brackley hanno capito in che direzione indirizzare la ricerca aerodinamica in funzione delle coperture riviste. A Red Bull Racing e Lotus è bastato riprendere i dati dello scorso anno per ritrovare la competitività che già avevano nel 2012, mentre la Ferrari è ripiombata nel baratro, ritrovando gli stessi problemi che aveva l’infelice F2012. In effetti la Rossa adesso è la quarta forza in campo e così è impossibile pensare di lottare per il titolo. LA SVOLTA A SPA Eppure Stefano Domenicali invoca Spa come una gara chiave, lasciando intendere che quella del Belgio sarà una gara nella quale la squadra di Maranello dovrà invertire la tendenza. Ma su quali speranze si basa questo auspicio? Sui dati raccolti nel test di Silverstone da Davide Rigon. La squadra del Cavallino non è ancora al top in fatto di simulazione (a proposito, nei prossimi giorni arriveranno altri due grandi specialisti del settore dalla McLaren!), ma è terribilmente efficace nel mettere a punto la macchina in pista. Nel 2012 la F2012 era stata girata come un calzino nella sessione di prove collettive del Mugello a maggio. E c’è la speranza che lo stesso possa accadere dopo i test riservati a giovani piloti. NON FUNZIONA LA MINIGONNA TERMICA Con le “vecchie” gomme Pirelli la “minigonna termica” frutto del soffiaggio degli scarichi non funziona a dovere: i flussi roventi che vengono indirizzati fra la paratia dell’ala posteriore e il pneumatico non trovano lo stesso canale. Si generano turbolenze nocive che rendono instabile la vettura e poco omogeneo il consumo delle gomme, senza contare che la sospensione anteriore a schema pull rod soffre di più l’esigenza di andare con assetti “inchiodati” pur avendo una spalla più morbida. L’ESEMPIO DELLA MCLAREN Gli aerodinamici, quindi, sono sotto pressione per ritrovare un equilibrio che è saltato. Volete un esempio rovesciato? La McLaren aveva impostato il progetto della MP4-28 sui dati delle gomme dello scorso anno. In galleria del vento erano stati trovati importanti guadagni rispetto alla monoposto che era la più competitiva alla fine del 2012, al punto da rivoluzionare una filosofia costruttiva consolidata negli anni. Abbiamo visto che disastro è stata la macchina di Woking nella prima parte del campionato. Ma è bastato tornare agli pneumatici di vecchio disegno per riscoprire alcune delle meraviglie perdute (ad onore del vero è stato portato in Ungheria anche un pacchetto aerodinamico tutto nuovo, funzionale alle coperture). SCELTE STRATEGICHE Stando ai rumors del Reparto Corse, la Ferrari avrebbe capito in che direzione impostare il lavoro, confidando di andare a Spa con una F138 profondamente rivista per ovviare ai problemi che abbiamo appena descritto. Il gruppo tecnico è sotto pressione: c’è la consapevolezza che non si può sbagliare, ma a Maranello hanno anche patito il continuo cambiamento delle “regole” del gioco mentre è in corso la partita. E allora emerge un aspetto che non è solo tecnico, ma anche politico. La squadra del Cavallino è in grado di “dettare” gli indirizzi normativi, oppure li subisce? TORNA ROSS BRAWN? La Red Bull Racing, dopo aver iniziato un piagnisteo sulle gomme Pirelli, è riuscita a far cambiare le coperture con soluzioni oggettivamente a proprio vantaggio, che ha pagato solo la Ferrari. E allora si risente fare il nome di Ross Brawn come possibile acquisto di Maranello se l’inglese dovesse essere messo alla porta dalla Mercedes. Per l’ingegnere nucleare di Manchester sarebbe una clamorosa rivincita, visto che si era candidato al ruolo di team principal dopo l’uscita di Jean Todt. Non se ne fece niente, perché Montezemolo gli aveva preferito Stefano Domenicali. Nel frattempo, Ross ha salvato il team Honda e con la Brawn GP ha vinto il mondiale 2009 prima di monetizzare la vendita della squadra alla Mercedes. Azzeccagarbugli dei regolamenti, ha saputo far uscire la Casa tedesca dal cono d’ombra del test di gomme segreto a Barcellona, dando la svolta ad un team che ora è diventato vincente. SI FA ANCHE IL NOME DI HEMBERY Qualcuno pensa che Ross Brawn sia l’unico personaggio in grado di mettere la “museruola” ad Alonso, costringendolo al solo ruolo di pilota. Mettendo ogni tassello della squadra al suo posto. Altri, invece, sarebbero pronti a scommettere su Paul Hembery: l’inglese, capo della Pirelli Motorsport, potrebbe portare al Reparto Corse, oltre alla sua capacità manageriale, anche una specifica conoscenza delle gomme. Stefano Domenicali non si cruccia delle voci e spinge la Ferrari alla riscossa dopo la pausa estiva. IL CLAN DI ALONSO L’entourage di Fernando, che è sempre stato ospite del motor-home Ferrari, a Budapest stazionava nell’hospitality della Philip Morris, quasi a sottolineare uno scollamento con la squadra. E anche le strampalate voci di un passaggio di Alonso alla Red Bull Racing sono frutto delle azioni di disturbo che un bravo manager è in grado di creare (Luis Garcia Abad è anche il procuratore di Carlos Sainz jr che è un giovane pilota Red Bull…). Insomma a Maranello la temperatura è molto alta, quasi rovente in questa estate pazza. Stupisce che tutti abbiano dato grande risalto all’incontro di Abad con Christian Horner nell’Energy Station della Red Bull, mentre è passata quasi inosservata la chiacchierata di un’ora di Sebastian Vettel nel motor-home della Mercedes con Niki Lauda. Pazza Formula 1…

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