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I pit stop fatti in due secondi sono troppo pericolosi!

La FIA dovrebbe intervenire per allungare i tempi della sosta riducendo i meccanici in pit lane

Sam Michael, direttore sportivo della McLaren, nell’inverno aveva detto che la squadra di Woking aveva come obiettivo per la stagione 2013 dei pit stop della durata di due secondi. L’evoluzione tecnologica ormai permette di raggiungere questo obiettivo ambizioso: alla Red Bull Racing ci hanno tenuto ad ufficializzare di aver battuto il record che era detenuto proprio dalla McLaren. Nel Gp di Germania 2012 erano state cambiate le quattro gomme di Jenson Button in 2”31. La crew di Mark Webber nel corso del Gp della Malesia sarebbe riuscita a frantumare il primato dello scorso anno, portandolo a 2”05! Con la vettura statica, i meccanici della Ferrari sarebbero già riusciti a sostituire le quattro gomme in un secondo e nove decimi! Oltre crediamo non sia possibile spingersi perché ci sono degli evidenti limiti umani. NUOVO RECORD RED BULL NEI PIT STOP La notizia è degna di attenzione perché mette in rilievo la cura con cui in Formula 1 si sviluppano tutti gli aspetti che possono avere anche una minima incidenza nelle prestazioni e nel risultato di un Gran Premio. Bisogna stare attenti, però, a non estremizzare le procedure perché si rischia solo di accrescere i pericoli in pit lane: anzi, il Circus farebbe meglio a riflettere prima che possa succedere qualcosa di serio nella corsia dei box. FORCE INDIA HA FERMATO DUE MACCHINE Non vogliamo certo fare i porta-sfiga, ma proprio la lezione di Sepang dovrebbe far pensare chi sta nella stanza dei bottoni. Abbiamo visto la Force India che è stata costretta a fermare entrambe le macchine, che potevano aspirare a piazzamenti in zona punti, per un problema del dado sul cerchio. Un guaio non risolvibile in pista. Negli ultimi due anni è stata raddoppiata la coppia con cui si stringono i bulloni. Non deve sorprendere, quindi, se ci sono improvvisi sfilettamenti. Gli uomini della Mercedes sono stati i primi a coprire le pistole fra un pit stop e l’altro con dei panni per evitare che l’eccessivo caldo o l’umidità potessero inceppare il… colpo. TRE MECCANICI PER GOMMA Su ogni ruota agiscono tre meccanici: il primo aziona la pistola, il secondo toglie la gomma e il terzo mette quella nuova. Si assiste ad un balletto che viene provato e riprovato per trovare automatismi d’azione che cencellino l’emozione di un momento topico della corsa. I meccanici non devono essere solo bravi a fare il loro mestiere, ma adesso devono anche curare la preparazione fisica perché un movimento sbagliato può costare una vittoria. Cresce la pressione, e diventa quasi maniacale la cura al minimo dettaglio con cui si fanno i pit stop, ma cresce anche il rischio di errore. A BUTTON NON È STATA SERRATA UNA RUOTA Proprio il Gp della Malesia ci ha offerto un campionario di (quasi) tutto quello che può accadere in una sosta in pit lane. Lo sbaglio umano non sembra concesso: il povero meccanico della McLaren addetto alla pistola della ruota anteriore destra si è visto partire la MP4-28 di Jenson Button senza che avesse avuto il tempo di fare il serraggio. I colleghi delle altre tre ruote avevano completato la procedura alla perfezione, mentre c’era stato un piccolo ritardo nell’infilare la nuova gomma sul porta-mozzo. LE SICUREZZE NON HANNO FUNZIONATO Ogni squadra ha sviluppato i suoi sistemi di sicurezza: sul sollevatore ci sono squadre che hanno montato quattro led luminosi che si accendono a operazione conclusa. Il meccanico abbassa la monoposto solo se vede le quattro luci accese. Evidentemente nelle procedure McLaren qualcosa non ha funzionato: Jenson ha fatto pochi metri dalla sua piazzuola prima di accorgersi che aveva una ruota non imbullonata e i meccanici sono dovuti correre per trainarlo indietro e completare il pit stop. Il pilota inglese ha visto svanire un piazzamento importante con una macchina che, peraltro, sta deludendo le aspettative. CONTATTO VERGNE-PIC A completare la galleria degli errori di Sepang bisogna aggiungere il leggero contatto fra la Toro Rosso di Jean-Eric Vergne e la Caterham di Charles Pic e lo stop di Lewis Hamilton alla piazzuola della McLaren, anziché a quella della Mercedes. Il pilota di Faenza è ripartito troppo presto mentre stava sopraggiungendo il collega transalpino e l’ha urtato leggermente, rimettendoci l’ala, mentre con la “spinta” Pic non si è potuto fermare nella posizione conforme al pit, complicando il lavoro dei suoi meccanici e perdendo diversi secondi. LA MULTA NON SERVE A NIENTE Al termine della gara i commissari sportivi hanno inferto 10 mila dollari di multa alla Toro Rosso, senza prendere alcun provvedimento ai danni di Vergne, visto che hanno giustamente considerato che l’errore non era stato originato dal pilota ma dal suo capo meccanico. È andata bene, ma non si può sperare sempre nella dea bendata, anche perché i meccanici aspettano le macchine inginocchiati nella posizione prevista e devono sperare che il driver non arrivi lungo o di traverso perché potrebbe fare un filotto. BISOGNA ALLUNGARE I TEMPI La Formula 1 ha dimostrato che si possono fare cambi-gomme in due secondi, ma forse siamo arrivati al punto in cui bisognerebbe ripensare la sosta, come è stato fatto in altri campionati. Si possono allungare i tempi del pit stop riducendo il numero delle persone ammesse ad agire contemporaneamente sulla monoposto. Il tema è di scottante attualità. O, come sempre, si aspetta che accada qualcosa per intervenire?

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