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Ferrari: il "motorone" non basta a prendere Hamilton

Le Mercedes mantengono le Rosse a distanza: dove erano i 30 cavalli in più in Canada?

Nel giorno in cui la Ferrari voleva sferrare l’attacco alla Mercedes, la Rossa è scesa per la prima volta dal podio, dopo un filotto positivo di sei Gp. La squadra di Maranello ha portato in Canada il promesso “motorone”, spendendo tre gettoni di sviluppo dei dieci concessi dalla FIA per la stagione 2015, ma la risposta della Stella a tre punte è stata che ha piazzato sette power unit di Brixworth nelle prime dieci posizioni, riproponendo una supremazia motoristica che quest’anno non si era ancora vista in queste proporzioni.

IL “MOTORONE” NON HA I 30 CAVALLI ATTESI
A Montreal dovevano arrivare trenta cavalli in più per la SF15-T, ma la sensazione è che il “motorone” si sia sgonfiato per strada (ce n’erano tutt’al più dieci) e che sia stato portato solo per rispettare le promesse fatte a Sergio Marchionne, presidente entusiasta che ha lasciato Venezia sabato per essere nel paddock di “casa” domenica mattina. Probabilmente il riassunto del Gp del Canada sta tutto qui.

LA VENTESIMA DOPPIETTA DELLA MERCEDES
La Ferrari ha sperato che la Mercedes ricadesse nei guai ai freni (o meglio al brake-by-wire) che l’avevano bloccata l’anno scorso per cercare di agguantare la seconda vittoria dopo quella della Malesia. Ha giocato il jolly, ma non gli è andata bene. Succede. Maurizio Arrivabene vuole una squadra aggressiva, che imponga le sue scelte e non subisca quelle degli avversari. Non c’è altro modo per mettere in difficoltà le frecce d’argento che a Montreal hanno siglato la 20esima doppietta, la quarta del 2015 che è anche la quindicesima dell’era delle power unit su ventisei Gp disputati.

BOTTAS SUL PODIO MA A 40 SECONDI DALLE FRECCE D’ARGENTO
La sensazione, però, è che le W06 Hybrid non abbiano incontrato sfidanti in grado di impensierirle e abbiano potuto “gestire” la corsa canadese senza correre rischi inutili, con Lewis Hamilton che allungava un poco il passo ogni volta che Nico Rosberg arrivava alla soglia del secondo, vale a dire il distacco utile per usare il DRS. Del resto con Valtteri Bottas a 40 secondi non era proprio il caso di prendere rischi inutili.

LEWIS E NICO TELEGUIDATI PER EVITARE NOIE AI FRENI E CONSUMI ALTI
Poi i “tedeschi” hanno teleguidato i due piloti con le indicazioni radio per salvaguardare i freni e il consumo di carburante, alla faccia dello spettacolo che proprio non c’è stato. La Williams ha colto con il finlandese il primo podio stagionale: era dal 2007 con Alex Wurz che la squadra di Sir Frank non centrava un terzo posto sul tracciato dell’isola di Notre Dame. Ha sfruttato l’eccellente efficienza aerodinamica della FW37 (migliore di quella Mercedes) che, però, non si accompagna alla stessa quantità di spinta verticale generata dalle W06 Hybrid.

IL CROLLO DELLA RED BULL E’ IMPRESSIONANTE
Ed è interessante notare come le cose cambino in fretta in F.1: l’anno scorso la Red Bull aveva vinto la gara con Daniel Ricciardo al primo successo. Guardate l’involuzione della squadra di Milton Keynes in dodici mesi: nel grafico di Giorgio Ferro si osserva come sia crollata la downforce della RB11 senza che sia migliorata l’efficienza aerodinamica. L’abulico motore Renault avrà le sue colpe, ma il minore coinvolgimento di Adrian Newey nel progetto si fa sentire. Eccome…

SI SONO VISTI TUTTI I LIMITI DELLA FERRARI
Insomma, alla resa dei conti, è mancata la Ferrari. Questa volta è stata la squadra di Maranello a mostrare i suoi limiti. Dopo aver “spernacchiato” gli uomini Mercedes per l’incredibile errore strategico che avevano commesso richiamando al secondo pit stop Lewis Hamilton, mentre era saldamente al comando del Gp di Monaco, è stato il team di Maranello ad offrire un campionario di sbagli che ha certamente svilito il potenziale della SF15-T.

UNA CRESCITA MIRACOLOSA RISPETTO AL 2014, MA NON BASTA
Nel grafico dell’ingegner Giorgio Ferro (ex Ferrari, Alfa Romeo e Abarth) che ha svolto un’interessante analisi delle qualifiche, emerge in modo chiaro come il salto di qualità della Rossa sia stato impressionante nella gestione Marchionne-Arrivabene rispetto allo scorso anno, ma la SF15-T guidata da Kimi Raikkonen non ha ancora il potenziale per sfidare ad armi pari le Mercedes che hanno fatto un altro balzo in avanti sia in termini di deportanza che di efficienza (anzi il grafico mostra quanto si sia aperta la forbice fra Lewis e Nico).

VETTEL QUANTO POTEVA FARE MEGLIO DI KIMI?
Il Presidente non sbaglia quando parla di “miracolo” che si è materializzato nell’inverno con la repentina trasformazione della Rossa da brutto anatroccolo a cigno, ma adesso deve essere consapevole che chiudere il gap dalle frecce d’argento sarà l’esercizio più difficile. Qualcuno degli osservatori ha sostenuto che se al posto del finlandese in Q3 ci fosse stato Sebastian Vettel, maestro nel giro secco, la Ferrari si sarebbe infilata fra le due Mercedes, dando un altro sapore al weekend canadese. Probabilmente il tedesco sarebbe stato più vicino alla coppia di piloti di Toto Wolff, ma difficilmente sarebbe riuscito a fare da cuneo fra i due.

LA SF15-T NON SCALDA NEMMENO LE SUPER SOFT
La SF15-T, monoposto “gentile” con le gomme in gara, fa fatica a mandare in temperature le gomme, anche le Soft e le Super soft, le due mescole più morbide nuovamente proposte dalla Pirelli come a Monte Carlo, quando l’asfalto non è abbastanza caldo. Lo si era già visto a Barcellona e il fenomeno si è ripetuto anche in Canada. La Casa milanese, probabilmente, ha prodotto pneumatici troppo duri per quelle specifiche, ma la Rossa fa più fatica sfruttarli rispetto alle frecce d’argento. Su questo non ci sono dubbi.

SE NON FUNZIONA L'MGU-H SI SCARICA LA BATTERIA
A complicare le cose ci si è messo il guaio elettronico alla centralina che ha… azzoppato il Cavallino di Sebastian Vettel in Q1: il tedesco si è trovato a guidare una monoposto che non poteva ricaricare la batteria con l’energia elettrica prodotta dalla MUG-H. Un guaio che era già emerso a Barcellona, al quale gli uomini di Mattia Binotto non avevano posto rimedio. Il quattro volte campione del mondo è stato mandato in pista con le Super soft per un tentativo disperato. Seb, però, non è riuscito a portare in temperatura le coperture nel primo giro lanciato per cui si è “mangiato” una parte della ricarica della batteria e nella seconda tornata non aveva più “birra” sufficiente da spendere. Primo degli esclusi.

INUTILE IL SORPASSO IN BANDIERA ROSSA DI SEBASTIAN
A complicare le cose si è aggiunta la penalizzazione di cinque posizioni in griglia inflitta dai commissari sportivi per il sorpasso del tedesco nelle libere 3 di una Manor mentre era esposta la bandiera rossa: un’infrazione del regolamento grave che è passata in sott’ordine ai guai tecnici ma che testimonia l’eccessiva pressione che si era creata nel team alla ricerca di un risultato cercato a tutti i costi.

LA (FANTASTICA) RIMONTA IMPOSSIBILE DEL TEDESCO
La Formula 1 non è (ancora) il wrestling dove il copione è già scritto (troppi nel Circus ne parlano ormai solo come di uno show e non più come di uno sport), per cui il risveglio dal sogno può essere stato traumatico. Vettel in gara ha tentato una rimonta impossibile: è arrivato fino alle spalle del compagno di squadra prendendo rischi quasi a ogni giro (chi può ancora mettere in dubbio la classe cristallina del quattro volte campione del mondo?). Senza safety car non poteva sperare di andare oltre. Ma dove sarebbe arrivato al posto di Raikkonen? Il finlandese è stato duramente criticato da Arrivabene per il testacoda all’uscita del tornante dopo il primo pit stop: Kimi si è girato come un pivello, esattamente come l’anno scorso.

KIMI NON SI PRENDE TUTTE LE COLPE
Raikkonen, che sente tremare la terra sotto i piedi (non si parla più di rinnovo contrattuale), ha rotto il silenzio per dire che c’è stato un problema con la mappatura elettronica del motore e si è trovato all’improvviso con molta più coppia di quanta si stesse aspettando. Il terzo posto… sfumato (è proprio il caso di dirlo visto che nella ripartenza ha quasi “bruciato” le gomme posteriori) è da attribuire al finlandese o a un guaio tecnico? Queste fibrillazioni rischiano di spaccare una squadra che ha fatto dell’unità il suo emblema.

DODICI GARE PER VINCERE ANCORA DUE GP…
La Ferrari in Canada è uscita bocciata dall’esame perché non era ancora adeguatamente preparata, ma avrà l’occasione di rifarsi: ci sono ancora dodici gare per vincere due Gran Premi. Forse non serve avere troppa fretta…

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