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Ecco perché la terza macchina spaventa i top team

Quattro squadre sono in difficoltà economiche, ma si farà di tutto per evitare di schierare la monoposto aggiuntiva

Quando la chiedeva Luca di Montezemolo sembrava una richiesta che arrivava da Marte. Ora della terza macchina si parla nel paddock con una certa frequenza. Non come di una scelta, ma di una necessità. Il regolamento di Formula 1 parla chiaro: se il numero degli iscritti al mondiale dovesse scendere sotto le 20 vetture, toccherà ai top team integrare lo schieramento di partenza con una terza macchina. Non affidata a uno junior team sulla quale far crescere un giovane pilota da svezzare, come vorrebbero alla Ferrari, ma una monoposto aggiuntiva del team ufficiale.

QUATTRO TEAM SONO IN DIFFICOLTA’ ECONOMICHE
Se n’è tornato a parlare perché riprendono le voci secondo le quali tre squadre potrebbero non finire la stagione 2014 o non essere al via di quella 2015 per mancanza di liquidità. Di chi si stratta? Si dice Marussia e Caterham e si può aggiungere una struttura fra Lotus e Sauber. Solo Manfredi Ravetto, team principal della Caterham, ammette che il team di Leafield è ancora sul filo del rasoio, tutti gli altri giurano e spergiurano che non ci saranno problemi a chiudere la stagione secondo gli accordi.

LA CATERHAM E’ LA SOLA IN PROGNOSI RISERVATA?
Il manager italiano, che è a capo di un gruppo di investitori svizzeri e arabi che hanno rilevato la Caterham da Tony Fernandes, è preoccupato solo per le continue “sorprese” che emergono dalla vecchia gestione malese, dal momento che l’acquisto è stato fatto senza che ci fosse il tempo utile per una due diligenze. Se fossero state rispettate le procedure classiche per un’acquisizione, il team sarebbe già morto. La squadra, intanto, ha tagliato brutalmente gli organici, ha ridotto le spese e si è messo in linea nella gestione dei costi per dare una continuità alla struttura. Il direttore tecnico, l’ex ferrarista John Iley, sta sviluppando in una delle due gallerie del vento della Toyota a Colonia, il modellino della monoposto che dovrà correre l’anno prossimo. Se non verranno a galla altri “buchi” nascosti sotto al tappeto, la Caterham dovrebbe avere le risorse per uscire dalla prognosi riservata in cui ancora si trova.

LA SAUBER VUOLE VENDERE MA HA PRETESE ASSURDE
Tutti gli altri negano le difficoltà, anche se le situazioni sono molto più gravi di quanto vogliano fare vedere. Alla Sauber hanno sparato cifre inadeguate per cedere la struttura di Hinwil: Lawrence Stroll voleva rilevare la squadra svizzera per finanziare uno junior team Ferrari, “scaldando” un posto per il figlio Lance, pilota quindicenne della FDA che ha iniziato la scalata al Circus dalla Formula 4 tricolore. Monisha Kalterborn e Peter Sauber vogliono la ricapitalizzazione dei debiti e anche una sorta di “buonauscita” che nessuno è disposto a riconoscergli. Tutti quelli che bussano alla porta di Hinwil, attratti da una struttura all’avanguardia e una galleria del vento efficace, scappano via.

LA LOTUS DEVE PAGARE L’ANTICIPO DEI MOTORI MERCEDES
La Lotus è un “mostro” a due teste: l’inglese Andrew Ruhan, 48enne immobiliarista inglese, è il direttore del team e detiene solo il 2% delle azioni del team di Enstone, ma è colui che sta garantendo la liquidità per assicurare alla squadra di andare avanti, mentre Genii Capital, che detiene il 98% del pacchetto azionario, vorrebbe uscire dal Circus, ma non trova investitori interessati a coprire i debiti contratti negli anno passati. Gerard Lopez non vuole chiudere l’esperienza in Formula 1 con un buco che pesa su un’azienda sana. Sarà interessante vedere chi pagherà la prima trance dei motori Mercedes entro la fine dell’anno, altrimenti niente V6 Turbo di Brixworth!

MARUSSIA FINO A SOCHI. E POI?
E la Marussia aspetta di circumnavigare il Gp di Russia per scoprire quali saranno le reali intenzioni degli investitori dell’Est che non hanno più voglia di scucire dei soldi nei Gp: da un paio di Gp la squadra parte per le trasferte con biglietti staccati all’ultimo momento. Dopo Sochi si potrebbe dipanare il futuro della squadra di Banbury che per ora si è arrampicata al nono posto del mondiale Costruttori con i due punti conquistati da Jules Bianchi, che gli varrebbero i bonus della FOM per il 2015. Sempre che riesca a svoltare l’anno…

ERIC BOULLIER VUOLE UN PREAVVISO DI SEI MESI
La situazione, dunque, è molto delicata e i team principal dei top team cominciano a preoccuparsi perché l’adozione di una terza macchina potrebbe rivoluzionare la gestione delle squadre stesse. "Penso che trovare un pilota sarebbe l'aspetto meno problematico – ammette Eric Boullier della McLaren - . Per quanto riguarda il telaio, la logistica e la squadra, avremo bisogno di un preavviso di almeno sei mesi per essere operativi". Come dire che si è già in ritardo… "Questo è un dibattito che è nato con le tempistiche sbagliate, perché dobbiamo ancora aspettare per avere delle risposte certe. Ma se sarà necessario schierare tre vetture, vedremo. Sicuramente la cosa si può discutere a livello di costi, ma se un giorno ci verrà chiesto di schierare tre vetture per aiutare la Formula 1, credo che lo faremo…”.

PER TOTO WOLFF NON SI ANDRA’ SOTTO LE 20 MONOPOSTO
Ufficialmente tutti i responsabili dei team si dichiarano disponibili a dare una mano, ma nella sostanza si augurano che sia un’eventualità da evitare. Toto Wolff della Mercedes è il meno allarmato “… perché è vero che la regola ci impone di schierare la terza macchina se nel 2015 ci saranno meno di 20 macchine, ma io non credo che alla fine spariranno due team!”. Quanto potrebbe incidere sul budget una terza monoposto? Si dice non meno di 32 milioni di euro. Una cifra che potrebbe essere destinata a crescere. A preoccupare non c’è solo l’aggiunta dei costi, ma anche l’organizzazione che andrebbe rivoluzionata.

OCCHIO AL GIOCO DELLE PARTI
La sensazione è che ci sia un gioco delle parti. In passato è stato il promotore del campionato ad aiutare chi era in difficoltà, ma in questo caso la lista dei richiedenti sarebbe troppo lunga anche per Bernie Ecclestone. Mister E, infatti, non si preoccupa: le norme del Patto della Concordia obbligano le squadre più importanti a risolvere eventualmente il problema. E allora sorge un dubbio: ma non converrà ai top team dare un aiutino alle squadre che oggi sono sotto la linea di galleggiamento, per evitare di finire nel marasma della terza vettura…

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