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Analisi

F1: ecco perché la Sprint Qualifying è una rivoluzione epocale

Con la Sprint Qualifying cambierà il concetto di qualifiche e poleman. Inoltre la Formula 1 diverrà anch'essa una categoria che proporrà di fatto 2 gare a fine settimana. Andiamo ad analizzare cosa comporterà la Sprint Qualifying.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton, Mercedes W12, Charles Leclerc, Ferrari SF21, Valtteri Bottas, Mercedes W12, Lando Norris, McLaren MCL35M, e il resto delle auto alla partenza della gara

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Nel fine settimana del Gran Premio di Gran Bretagna la Formula 1 proporrà un format rivoluzionario, uno dei cambiamenti più forti affrontati da questo sport dal 1950 ma il messaggio che arriva è trasversale. L’approvazione del Consiglio Mondiale della FIA è un atto formale, la Sprint Race è di fatto stata varata, il suo debutto avverrà a Silverstone, con un secondo atto programmato a Monza, poi si vedrà.

C’è grande entusiasmo da parte di FIA e Liberty Media per una novità che sarà da verificare sul campo, con pro e contro. La nota positiva è che si è scelta una via prudente, con due o tre ‘esperimenti’ che permetteranno una valutazione completa di un’idea che al momento ha messo tutti d’accordo tra squadre, Federazione Internazionale e Formula 1.

La prudenza consiglia però di attendere per un giudizio definitivo, poiché sarà solo la pista a determinare se lo spettacolo ed i valori sportivi andranno d’accordo con il nuovo format. C’è però un aspetto che colpisce: un cambiamento che potrebbe davvero traghettare la Formula 1 un una nuova era (espressione usata molte volte per annunciare poco meno di nulla) è stato descritto come un regalo ai fans e… nella salvaguardia del ‘patrimonio e della tradizione’. Sia bene chiaro, non è una colpa voltare pagina. Ma se il format dei weekend con la sprint race diventerà parte integrante del regolamento sportivo a partire dal 2022 (anche se per un certo numero di eventi) sarà un cambiamento a dir poco rivoluzionario rispetto al passato, e sarebbe giusto sottolinearlo.

Cambia il poleman e doppia gara per weekend

Chi decide di cambiare aspetti del regolamento sportivo in vigore dal 1950 è liberissimo di farlo, dopodiché sarà elogiato qualora la novità si confermerà un passo avanti, e se ne assumerà la responsabilità nel caso in cui i riscontri saranno un flop. Ma ha poco senso definire un cambiamento strutturale di questa portata ‘nel rispetto della tradizione’, visto che si vanno a cambiare delle architravi della struttura che ha sorretto fino ad oggi la Formula 1.

L’introduzione della sprint race comporta la perdita del concetto di pole position, come è stata dal 1950. Non è cosa da poco, perché se per 71 anni il poleman è stato chi ha completato il giro più veloce in assoluto, nel prossimo weekend di Silverstone lo sarà il pilota vincitore della gara di sabato, nella realtà e nelle statistiche.

C’è poi una certa ritrosia a chiamare ‘gara’ quella che a tutti gli effetti è una gara, anche se si disputerà il sabato pomeriggio ed anche se sarà solo di cento chilometri. Il tutto per non togliere esclusività al Gran Premio, e per questo al termine della sprint race non ci sarà un podio.

La realtà è che di fatto la Formula 1 entra a far parte delle categorie con due corse per weekend. Non avranno ovviamente lo stesso peso, ma ogni fine settimana si disputeranno due gare, con due partenze, altrettanti arrivi e via dicendo, ed entrambe attribuiranno punti nella classifica generale, anche se con un coefficiente molto diverso.

Ma il tutto lo si vuole far passare sotto traccia, probabilmente (è un’ipotesi) per non turbare chi ama la Formula 1 come sport (anche) di tradizione. In linea con la tradizione, in questa operazione, non c’è proprio nulla, si tratta di un cambiamento epocale che segna un deciso cambio di rotta rispetto ad un passato lungo 71 anni.

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