L'idea era buona. L'esecuzione troppo al limite. Ecco perché i tecnici della
Lotus diretti da
Nick Chester hanno dovuto ripetere la prova di crash anteriore per ottenere l'omologazione della scocca della E22. Gli aerodinamici hanno proposto di rispolverare l'idea che
Antonia Terzi aveva lanciato sulla Williams del 2004 dotata del famoso, ma discusso
"muso a tricheco".
La soluzione della
FW26 ovviamente non può essere ripresa pari pari, perché altrimenti la Lotus non sarebbe legale per una questione regolamentare: come ha ben riportato
newsf1.it l'articolo
15.4.3 del Regolamento Tecnico recita che la porzione di muso posizionata 50 millimetri dietro all’estremità dovrà avere una dimensione di 15 centimetri.
I piloni del muso, quindi, diventerebbero enormi, non funzionali aerodinamicamente e terribilemente pesanti: ecco allora che si spiega la
necessità di avere una sorta di "manico della scopa" al centro del muso per rispettare i dettami FIA. A Enstone hanno provato a realizzare una soluzione di dimensioni minime, ma quella più estrema non aveva superato la prova frontale di crash. La versione rivista e corretta, invece, non ha avuto problemi.
Nick Chester ha rispolverato il concetto della Williams per fare in modo di
portare ancora un buon flusso d'aria sotto alla scocca e convogliarlo al diffusore posteriore, senza che il musetto più basso possa creare un bloccaggio aerodinamico...
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