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F1 | Dubbi sull'Arabia Saudita: il governo cerca dialogo con Hamilton

Il ministro dello sport saudita Al-Faisal ha aperto a un incontro con Lewis Hamilton. Questo ha l'obiettivo di fugare i dubbi che il 7 volte iridato ha più volte espresso riguardo l'Arabia Saudita.

Lewis Hamilton, Mercedes e Angela Cullen, fisioterapista di Lewis Hamilton

Lewis Hamilton, Mercedes e Angela Cullen, fisioterapista di Lewis Hamilton

Steve Etherington / Motorsport Images

Lewis Hamilton non ha mai nascosto il proprio disagio nel correre in Arabia Saudita, ricordando quanti diritti umani non vengano rispettati nel paese dove si è tenuto il secondo appuntamento della stagione 2022 di Formula 1.

"Non so davvero cosa dire. La mia posizione riguardo l'Arabia Saudita è ancora la stessa di quando abbiamo corso lo scorso anno", ha detto Lewis nel corso del weekend che ha ospitato il Gran Premio dell'Arabia Saudita.

La situazione era poi peggiorata al venerdì, con un missile che ha colpito gli stabilimenti petroliferi di Aramco situati a 20 chilometri dal tracciato cittadino di Jeddah. I piloti avevano acuto un confronto con i capi del governo saudita per discutere della possibilità di correre o meno.

Nel corso delle ultime ore il governo saudita ha fatto sapere di essere disposto a incontrare il 7 volte campione del mondo di F1 per avere un confronto riguardo le sue preoccupazioni esposte lo scorso fine settimana a Jeddah.

E' infatti emerso che il ministro dello sport saudita, sua altezza reale il principe Abdulaziz bin Turki Al-Faisal, ha offerto ad Hamilton la possibilità di sedersi e parlare a proposito delle sue riserve sul correre in Arabia Saudita.

Riguardo il disagio di Lewis legato all'Arabia Saudita, il principe Al-Faisal ha dichiarato: "Ho letto i commenti di Lewis, capendo che aveva problemi con alcuni aspetti dell'Arabia Saudita".

 

"Gli ho detto apertamente e francamente che può parlarne con me. Sediamoci, discutiamo su quali sono i tuoi problemi, e capiamo a che punto siamo, perché molte di queste cose... Si legge molto sull'Arabia Saudita, ma non si sanno quali siano i dettagli che stanno dietro alle cose".

"Avremmo potuto dire che non vogliamo problemi, lasciare che la comunità internazionale ci condanni quanto vuole e lasciare che nessuno potesse interferire. Ma non l'abbiamo fatto. Siamo qui per avere una discussione aperta ed è quello che ho detto con la FIA e la F1. Dovremmo sederci assieme e capire la situazione, perché siamo qui insieme".

"Questo è il motivo per cui ho parlato apertamente con i piloti e ho parlato direttamente con Lewis, dicendogli che se vuole discutere di questi problemi è il benvenuto a discuterne con me, perché stava dicendo che non riusciva a trovare nessuno con cui discuterne".

"Quindi sono pronto a sedermi con lui e parlarne. Penso che molti di questi problemi si accendano perché non esiste comunicazione e non c'è comprensione di ciò che sta accadendo. E' un piccolo mondo, oggi, in termini di comunicazione, ma viviamo davvero in parti molto diverse del mondo, con diverse culture e mentalità. Siamo aperti alla discussione, aperti a tutto, e questo siamo felici di farlo".

Qualora l'incontro con Hamilton avvenisse, non sarebbe il primo per il ministro dello sport con un pilota di Formula 1. L'anno scorso era già avvenuta una cosa molto simile con Sebastian Vettel, prima del fine settimana di gara 2021.

Dopo essere approdato a Jeddah, Vettel ha cercato di capire meglio la realtà del territorio, ospitando anche una giornata di kart per le donne locali.

"Ho parlato con Seb l'anno scorso e gli ho detto: 'Ascolta, grazie per aver fatto questa iniziativa'", ha proseguito Al-Faisal. "Per capire meglio cosa succede, non parlare con noi. Parla con la gente. Questo è il messaggio che diamo a tutti".

 

"Non sto affermando che siamo perfetti e nemmeno che siamo i migliori al mondo. Abbiamo i nostri problemi, certo. Ma stiamo cercando di risolverli e stiamo andando avanti con il ritmo con cui possiamo andare avanti. A volte riusciamo a fare cose molto velocemente, ma altre cose cambiano molto più lentamente".

"Si tratta di questioni molto più complicate di cui tutti dobbiamo occuparci. E lo stiamo facendo per noi. Lo stiamo facendo perché crediamo di avere bisogno di prosperare in questo settore. E, se lo facciamo noi, allora tutti gli altri seguiranno il nostro esempio. E' nostro dovere assicurarci che il futuro dei nostri figli sia prospero e per tutti coloro che vogliono vivere nel nostro Paese", ha concluso Al-Faisal.

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