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Domenicali: "Kimi è più maturo e integrato nel team"

Il team principal della Ferrari è soddisfatto dopo i primi test a Jerez della F14 T e non teme la rivalità fra i piloti

Domenicali:
Stefano Domenicali guarda al futuro con fiducia: il team principal della Ferrari ha tratto indicazioni positive dal debutto della F14 T a Jerez, ma preferisce mantenere la prudenza aspettando gli ultimi test del Bahrein prima di farsi un’idea sui valori in campo nel 2014… “Sono sempre prudente, non certo per paura di dire quello che penso ma perché so bene come le cose cambino in fretta in questo sport – ha detto il Team Principal della Scuderia Ferrari – A Jerez abbiamo visto che la base di partenza della F14 T è buona: risponde bene alle modifiche, i dati fondamentali rispondono ai parametri che avevamo definito in galleria del vento e non abbiamo avuto sorprese negative. Ovvio che c’è ancora molto da lavorare perché era impossibile debuttare con una monoposto perfetta in una stagione così ricca di cambiamenti. Sarà un inizio di campionato pieno di incognite ed è prestissimo per fare qualsiasi tipo di previsione: credo che cominceremo a capire qualcosa solamente nell’ultimo test in Bahrain. L’ottimismo che ho deriva dalla consapevolezza che sappiamo quali sono i fronti su cui dobbiamo operare: la prudenza è sempre buona consigliera ma ciò non vuol dire che le persone che sono impegnate su questo progetto non abbiano la carica giusta e la voglia di dimostrare ai nostri avversari quanto bene riusciamo a fare le cose alla Ferrari”.
 Nel team c’è ottimismo dopo Jerez… “Devo dire che la cosa che più mi ha fatto piacere è stato l’atteggiamento della squadra. Tutti sono uniti nell’affrontare i problemi e nel cercare di risolverli, consapevoli che la sfida che abbiamo di fronte è impegnativa ma affascinante.” Avere due campioni del mondo in squadra è un rischio? “La nostra è stata una scelta razionale, basta sull’esigenza di avere una coppia di piloti esperti ed è stata pensata esclusivamente con l’obiettivo di fare il bene della Ferrari: spero che la pista confermerà che sia stata quella giusta. La loro gestione? Le scelte vanno sempre ben ponderate ma vanno prese per quello che sono: scelte sportive prese per cercare di raggiungere l’obiettivo della squadra, il cui interesse viene sempre prima di tutto. Quando in passato abbiamo preso certe decisioni lo abbiamo fatto sempre con questo spirito”. Come ha ritrovato Raikkonen? “Ho trovato un Kimi più maturo ed affiatato con la squadra: viene a Maranello quasi ogni settimana per lavorare insieme ai tecnici. Conosce il suo valore e sa in che team è tornato e che sfida deve affrontare avendo a fianco un campione del mondo come Alonso, per cui nutre rispetto e con cui deve integrarsi. Fernando è un pilota estremamente intelligente ed è riuscito a stare davanti con qualsiasi vettura abbia corso: ha una capacità d’interpretazione e di visione delle corse straordinarie e credo che potrà avvantaggiarsi del nuovo regolamento che imporrà di gestire in maniera differente certe fasi di gara. Ce lo teniamo ben stretto, anche perché abbiamo deciso di investire su di lui da tanto tempo”. Dopo il primo test di Jerez si sono levate autorevoli voci preoccupate per il futuro immediato della F.1… “Anche in questo caso è bene non precipitare le valutazioni, fermo restando che è sbagliato darsi la zappa sui piedi e che la propensione all’autodistruzione non serve a nulla: ogni volta che c’è stato un cambiamento c’è stata discussione, com’è ovvio che sia. Abbiamo fatto solamente un test dove non abbiamo avuto mai più di quattro o cinque macchine contemporaneamente in pista: aspettiamo di averne ventidue prima di dire che è tutto sbagliato. Una volta scelta una strada bisogna portarla avanti costruttivamente. Poi, se dopo un certo periodo di tempo, vedremo che manca davvero un elemento emozionale come il suono del motore allora vedremo come reagire. Personalmente non credo che sia questo aspetto ad allontanare la gente dagli autodromi: preoccupiamo piuttosto della complessità dell’evento Gp e, dal punto di vista strategico, di come agganciare i giovani al nostro sport, che oggi ha uno zoccolo duro di fan fra i 35 e i 50 anni. Bisogna tornare a far vedere l’automobile come un tema aspirazionale e non soltanto come un mezzo di trasporto, che nulla aggiunge all’esistenza di ciascuno di noi. Come Ferrari vogliamo impegnarci a fondo su questi aspetti, come dimostrano iniziative come la scelta del nome della monoposto e il concorso fotografico on line “Snap your passion” che porterà quattro appassionati a seguire insieme alla squadra l’ultimo test in Bahrein, attività che hanno raccolto tantissimo interesse soprattutto fra i giovani”.

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