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Domenicali: "Il dream team non è una priorità Ferrari"

Il capo della Gestione Sportiva è consapevole della forza del Reparto Corse che punta a vincere il mondiale

Domenicali:
Stefano Domenicali è molto determinato. Il team principal della Ferrari crede nel potenziale che la squadra di Maranello è in grado di esprimere nel 2013 e non nasconde che l’unico obiettivo della squadra è tornare a vincere il mondiale. Il team del Cavallino è pronto alla sfida: la novità più importante annunciata nella conferenza stampa di Madonna di Campiglio, nel secondo giorno di Wroom, oltre all’ufficializzazione della presentazione della Rossa al 1 febbraio, è l’inserimento di Pedro de la Rosa fra i test driver della squadra per potenziare l’attività di simulazione e quella al simulatore. Il capo del Reparto Corse prima di concedersi alle domande dei giornalisti ha voluto fare un saluto a Luca Colajanni che lascia la direzione della comunicazione sportiva per seguire il prodotto… “Luca lascerà l’incarico di responsabile della comunicazione sportiva per completare la sua conoscenza nel mondo Ferrari e si occuperà anche del prodotto. Lo ringrazio per la collaborazione di questi anni e gli auguro di fare bene nel nuovo incarico. Faccio un in bocca al lupo a Renato Bisignani che è con noi da un paio di stagioni e prende un ruolo che non è facile, ma sono sicuro che farà un ottimo lavoro”. Ci sono altre novità nell’organigramma della F.1? ”C’è una sorpresa legata al fronte piloti: entra nella nostra famiglia Pedro de la Rosa che avrà il compito di sviluppare il simulatore, visto che lui vanta una grande esperienza per gli anni trascorsi con un altro competitor, che su questo fronte avevano iniziato l’attività in anticipo rispetto a noi”. Pedro è stato scelto come test driver perché è stato “consigliato” da Alonso, o perché può tornare utile la sua conoscenza dei sistemi McLaren? “Noi vogliamo inserire solo piloti e tecnici che ci possano dare un valore aggiunto. Il fatto che Pedro abbia un buon rapporto con Fernando e Felipe migliora le cose, ma la scelte sono state fatte su basi tecniche”. Con l’arrivo di Pedro de la Rosa si considerano confermati anche Marc Gené, Davide Rigon e Jules Bianchi? ”Questi piloti fanno parte del gruppo. Dobbiamo fare un salto di qualità nell’area della simulazione e del simulatore per cui l’esperienza di Pedro potrà esserci utile. A Jules stiamo cercando di trovare delle soluzioni che gli permettano di crescere e mostrare il suo valore in F.1”. Come si possono gestire le restrizioni economiche sul personale e sull’uso della galleria quando se si devono portare avanti due programmi in parallelo: la F.1 di quest’anno e quella per il motore turbo del 2014? “Questa sarà una stagione molto complessa. Dopo tanti anni di stabilità, nel 2014 in F.1 ci sarà un cambiamento regolamentare che coinvolgerà tutte le aree dell’azienda. Non solo da un punto di vista progettuale, ma riguarderà anche gli investimenti e le infrastrutture necessarie a sviluppare il motore turbo. Trovare un bilanciamento delle forze al nostro interno non sarà facile, visto che abbiamo l’obbligo di dare il massimo per vincere il mondiale, nel pieno rispetto dei limiti di budget. Dall’altra parte sappiamo che se non lavoriamo sulle tempistiche del prossimo anno, rischieremmo di non essere pronti nei tempi giusti nel 2014. La verità è che abbiamo dimensionato due gruppi di lavoro sulla base delle priorità d’inizio stagione. Man mano che si andrà avanti nell’anno, bilancieremo gli sforzi sulla base di come andrà il campionato. Il mio auspicio è di mantenere un equilibrio per tutto l’anno, perché vorrebbe dire che saremmo in lotta per il titolo. Mi aspetto che ad un certo punto della stagione saranno diversi quelli che si dedicheranno al progetto 2014, tralasciando lo sviluppo della macchina attuale”. Una difficoltà in più per la Ferrari che si produce tutto da sola… ”Siamo gli unici che ci facciamo tutto in casa: motore, cambio e telaio vengono prodotti all’interno dello stesso sito, mentre gli altri dispongono di organizzazioni diverse. Questo aspetto rende le cose ancora più complicate, ma ci dà lo spunto per ridare del vigore tecnico ai motoristi che finora hanno dovuto fare i conti con il congelamento del V8 e si sono dedicati all’affidabilità. Ora bisognerà riprendere in mano contenuti tecnici come il turbo che non facevano più parte della nostra conoscenza, dal momento che la sovralimentazione non veniva usata da molto tempo…”. La monoposto che vedremo il 1 febbraio, aerodinamicamente nasce a Colonia? “Il progetto della monoposto 2013 è stato sviluppato nella galleria del vento di Colonia. Il fatto che la struttura aerodinamica non sia a Maranello non ci preoccupa, perché anche un altro team di F.1 sta sviluppando la sua monoposto proprio nella struttura tedesca. Mi aspetto senz’altro una maggiore efficienza rispetto allo scorso anno, perché non avremo più il bisogno di effettuare confronti di dati e di correlazione con la galleria di Maranello, attualmente in fase di ristrutturazione, che tornerà operativa dopo la pausa estiva. Invece, non abbiamo ancora deciso dove verrà sviluppato il progetto aerodinamico della vettura 2014”. Felipe Massa ha superato definitivamente la sua crisi? “Credo che il momento difficile di Massa sia ormai alle spalle, ora abbiamo il pilota che vorremmo avere. Se guardiamo al 2012 non siamo riusciti a trarne il meglio e ci è costato parecchio alla fine. Nella seconda parte del campionato, Felipe è stato molto consistente e veloce. Disporre di una coppia di piloti coesa è un punto di forza: avere Alonso e Massa in ottima forma è una grande notizia per noi e se ci paragoniamo alle altre squadre, ci troviamo nella migliore condizione possibile”. C’è chi sostiene che il lungo ciclo della Red Bull non abbia fatto bene alla F.1: la mancanza al vertice delle squadre tradizionali può aver tolto mordente al pubblico? “La Red Bull ha vinto gli ultimi tre mondiale. Ho visto un campionato 2012 molto interessante dal punto di vista sportivo, con molti piloti capaci di vincere un Gp e noi siamo stati in lizza per il titolo fino alla fine. E se analizziamo i nostri ultimi tre anni, abbiamo perso due mondiale all’ultima gara e abbiamo concluso due volti secondi. È un qualcosa che brucia, da un punto di vista emotivo non fa certo piacere. L’importante è rifarsi subito. Tre anni in F.1 sembrano una vita, ma se apriamo l’angolo della visuale in modo più ampio si vedranno più chiaramente anche quelli che sono stati i periodi nostri, quelli di Williams e di McLaren. Credo che la Red Bull abbia già vinto abbastanza. Sono avversari molto forti, che si sono strutturati in modo evidente negli ultimi anni, ma non dimentichiamoci che prima di vincere ci hanno messo tantissimo tempo. E sappiamo anche tutti i passaggi di brand che ci sono stati nella stessa struttura in precedenza. Il nostro compito, comunque, è di fare un salto dal secondo posto”. Dalla Red Bull vi arrivano spesso delle punture di spillo… ”Non amo parlare degli altri, e quando lo faccio è con il massino rispetto. C’è chi, invece, ha sempre il piacere di parlare di noi, cercando di attizzarci o creare della polemiche a cui resto molto sordo”. Come mai ai piani alti c’è sempre un atteggiamento protettivo per la squadra di Milton Keynes? “Posso dire è che la Red Bull rappresenta un bell’investimento per la F.1, visto che sta spendendo molto nello sport. In un momento in cui è giusto tenere conto delle difficoltà di chi deve trovare le risorse per la F.1, bisogna dare atto che quest’azienda sta dando tanto, ma non dimentichiamoci che ci sono anche altre aziende che hanno lavorato in maniera continuativa. Noi possiamo contare sull’appoggio dei nostri partner che ci sostengono da tantissimo tempo e sta a noi dargli quegli spunti perché gli investimenti continuino nel tempo. Insomma dobbiamo tornare a vincere!”. Riuscirete a essere vincenti subito? ”Contiamo di essere competitivi dal primo Gp, a differenza della scorsa stagione. Credo che ci saranno diversi avversari per il mondiale, ma come al solito in F.1 bisogna stare molto attenti: preferisco pensare che tutti gli avversari che abbiamo avuto nel 2012 saranno gli stessi anche quest’anno. Il mio approccio consiste nel non sottovalutare nessuno, così da essere sempre pronto a tutto”. La macchina sarà estrema e diversa? “In una logica di continuità regolamentare non ci saranno degli stravolgimenti incredibili da un punto di vista estetico, ma ci saranno degli affinamenti e delle modifiche che reputo interessanti e che ci permetteranno di sviluppare la macchina in aree che non avevamo curato prima. Credo che l’attenzione sarà concentrata per massimizzare l’effetto dello scarico perché è lì che si troverà la prestazione. Non mi aspetto delle rivoluzioni, ma solo degli sviluppi di particolari”. Avete detto che Alonso ha disputato una stagione perfetta. Potrà crescere ancora? “Fernando è stato in grado di stupirci ogni anno perché puntualmente abbiamo detto che aveva disputato una stagione straordinaria. La sua grandezza è che riesce sempre a garantirci la forza di un campione e la sua capacità di lottatore. La nostra responsabilità sta nel parlare poco, ma nel dargli una macchina che possa esaltare le sue qualità. Il suo killer instint sarà quello di confermare ciò che di buono ha fatto, per migliorare ancora…”. Alonso e Vettel potrebbero essere la squadra ideale? ”Il dream team è qualcosa di straordinario se gestito bene e se le cose funzionano bene. In questo momento non è il nostro obiettivo, perché dobbiamo massimizzare l’equilibrio della squadra per trarre il massimo della performace dalla stessa. Mettere tutti i numeri uno intorno ad un tavolo, tante volte può essere più dannoso che positivo". Luca di Montezemolo e Fernando hanno chiesto una macchina ai limiti del regolamento… “L’approccio che avremo sarà quello di essere estremi nel regolamento. Lo sviluppo tecnologico della F.1 ci spinge ad andare ai limiti, cercando quei millimetri che possono dare performace, senza correre il rischio di non essere a norma. Il bello della F.1 è trovare l’area delle norme dove nessuno può contestare nulla, sfruttando le pieghe insite nel regolamento. La Federazione ha già anticipato che farà controlli più severi nelle aree che hanno generato discussioni negli anni passati. Credo sia giusto…”. Per il secondo anno la F.1 non avrà piloti italiani, pur essendo tricolore il campione della Gp2… “Sono due anni che c’è questo problema. Il fatto che il campione della Gp2, e gli faccio i complimenti per il risultato conseguito, non sia in F.1 credo sia per fattori che non solo legati al passaporto. La Ferrari debba essere interessata alla prestazione dei piloti senza guardare da dove arrivino i piloti. Credo che ci sia un aspetto di talento che non sta emergendo da un po’ di tempo. Da un punto di vista strutturale non vedo grandi differenze con altre realtà in giro per il mondo. Io credo che abbiamo raggiunto il punto più basso e spero che in futuro si possa tornare a riportare un pilota in F.1. Certi investimenti richiedono tempo e per questo ci siamo impegnati con la Federazione Italiana e con la FDA per investire sui giovani, si parla di piloti di 14 e 16 anni che hanno bisogno di crescere a maturare all’interno di un panorama dove gli investimenti e i soldi non sono più quelli di prima. E poi, non prendiamoci in giro, tanti piloti di F.1 devono portarsi dietro una dote commerciale. Aggiungo che ci vorrebbero più test per allevare i giovani, perché le squadre, è inutile nasconderlo, durante i collaudi dei piloti promettenti cercano di sfruttare ogni occasione per massimizzare la macchina”. Servono più test per sviluppare in pista i motori turbo? “Sapete che il nostro obiettivo è di aumentare il numero delle prove. Ancora di più l’anno prossimo quando correremo il rischio di presentarci i test a febbraio con motori che non saranno mai stati provati in pista: potrebbero emergere dei problemi che non si potranno risolvere in un mese. La questione non riguarda solo noi ma anche Mercedes e Renault. Su questo tema dovremo tornare a parlare nelle prossime settimane”.

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