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F1 | Cronaca di una penalità: come Alonso è tornato sul podio

Il Gran Premio dell'Arabia Saudita si è rivelato un rollercoaster di emozioni per Fernando Alonso, il cui terzo posto è stato confermato solo dopo una lunga attesa. Ripercorriamo l'intera vicenda, dal momento della prima penalità a quello in cui la FIA è tornata sui propri passi, consentendo allo spagnolo di festeggiare il suo centesimo podio in carriera.

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, provvisoriamente 3°, con il trofeo

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Terzo, quarto e ancora terzo. Il centesimo podio in carriera conquistato da Fernando Alonso al termine di un lungo Gran Premio dell’Arabia Saudita è stato un rollercoaster di emozioni, soggetto a una vera disputa tra Federazione, Centro Operativo Remoto della FIA e Aston Martin.

Uno scontro aperto che ha richiesto quasi quattro ore per trovare una sua conclusione, tra ipotesi, opinioni contrastanti e incomprensioni. Un caotico finale che ha poi portato gli steward ad annullare la sanzione da dieci secondi precedentemente assegnata, riconsegnando allo spagnolo quel terzo posto guadagnato in pista con una gara di alto livello.

Ma come si sono svolti i fatti? Quale è stato il percorso che ha portato la Federazione a ripercorrere i propri passi? Ecco il resoconto completo dei momenti chiave dell’intera vicenda, dalle motivazioni che spinto la FIA a penalizzare l’asturiano dopo la partenza fino alla riassegnazione del centesimo podio in carriera.

Dal principio: perché la penalità di 5 secondi 

Come previsto, al termine del giro di formazione Alonso si era schierato sulla seconda casella della griglia di partenza, posizione ereditata in seguito alla penalità inflitta a Charles Leclerc. Ma, nel posizionarsi all’interno del box, lo spagnolo aveva commesso un errore, posizionando la sua gomma anteriore sinistra al di là delle righe.

A tal proposito, il regolamento è stato rivisto proprio prima dell’inizio di questa stagione, introducendo quelle poche parole che hanno incastrato lo spagnolo. Fino al termine della stagione 2022, infatti, l’articolo 48.1 del regolamento sportivo prevedeva che un pilota avrebbe commesso una sanzione nel caso l'area di contatto degli pneumatici anteriori si fosse trovata avanti alla casella in griglia prima del segnale di partenza”.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Con la revisione approvata il 22 febbraio in seguito al World Motor Sport Council, quello specifico articolo è stato modificato, indicando che un pilota sarebbe stato a rischio penalità nel caso qualsiasi parte dell'area di contatto delle gomme anteriori si fosse trovata al di là delle linee (anteriori e laterali) al momento del segnale di partenza. L’elemento essenziale risiede proprio nell’aver fatto riferimento specifico alle linee laterali, in modo che non si potessero creare fraintendimenti in caso di applicazione della regola.

Una penalità giunta molto rapidamente, già durante la seconda tornata, con il processo di revisione concluso in tempi molto brevi. Al termine della gara, Alonso avrebbe spiegato le motivazioni dietro il suo errore, tra l’altro molto simile a quello commesso da Esteban Ocon solamente due settimane prima in Bahrain: “Forse sono le auto o l’halo, qualunque cosa sia, a disturbare con la visuale di quanto posizioniamo l’auto. Ad ogni modo, è stato un mio errore”.

Alonso sconta la prima penalità ai box

In seguito al ritiro del compagno di casacca, Lance Stroll, costretto a fermarsi a bordo pista per un problema al sistema di recupero dell’energia, la direzione aveva deciso di neutralizzare la corsa, facendo uscire la Safety Car. Sfruttando l’occasione, nel corso del diciottesimo giro Aston Martin aveva scelto di richiamare Alonso ai box, in modo da montare un set di gomme hard con cui giungere fino al traguardo.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Proprio nel momento della sosta è stata scontata la penalità, come prevede il regolamento. Secondo l’articolo 54.3 del codice sportivo, infatti, le sanzioni da 5/10 secondi vanno applicate alla prima occasione in cui un pilota entra in pit lane, anche in caso di Virtual Safety Car o Safety Car. “In entrambi i casi sopra descritti [in riferimento alle sanzioni da 5 o 10 secondi], il pilota interessato deve eseguire la penalità la volta successiva che entra nella corsia dei box e, a scanso di equivoci, ciò include qualsiasi sosta effettuata mentre è in corso una procedura di VSC o di Safety Car”.

In questi casi, i meccanici possono intervenire sulla vettura solo dopo aver scontato la penalità di 5 secondi, che viene cronometrata anche dal team stesso. Non a caso, secondo i dati ufficiali, il pit stop dell’asturiano è stato completato in 8,56 secondi.

Osservando i replay a disposizione della sosta, il Centro Operativo Remoto a Ginevra, ovvero l’organo remoto che ha il compito di aiutare la FIA in pista durante i processi di revisione, aveva segnalato di non aver notato alcuna anomalia, ritenendosi soddisfatta che la penalità fosse stata scontata correttamente.

“Come di consueto, il controllo di gara, coadiuvato dal Centro Operativo Remoto (ROC) di Ginevra, ha esaminato se la vettura 14 avesse scontato la sua penalità in conformità con il regolamento. I Commissari Sportivi sono stati informati che sia il controllo di gara sia il ROC avevano stabilito che la penalità era stata scontata correttamente. I Commissari Sportivi non hanno esaminato ulteriormente la questione”, recita il comunicato.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

La FIA sanziona nuovamente Alonso

A pochi passaggi dal termine, tuttavia, una comunicazione data dall’ingegnere di pista di George Russell aveva riacceso il dibattito. Secondo quanto ipotizzato da Mercedes, Alonso sarebbe stato nuovamente a rischio di penalità, motivo per il quale avevano suggerito al britannico di spingere per rimanere entro un distacco di 5 secondi dallo spagnolo.

Qualcosa a cui, per precauzione, Aston Martin aveva reagito prontamente, suggerendo al due volte campione del mondo la medesima indicazione, ovvero incrementare il gap per portarlo sopra una soglia di sicurezza.

La situazione, infatti, avrebbe preso una svolta inaspettata nell’ultimo giro, quindi ben trenta tornate dopo il fatto. Gli steward avevano infatti ricevuto un rapporto dal race control in cui si sosteneva che la ROC non ritenesse più che la penalità di 5s per il pitstop fosse stata applicata correttamente, chiedendo ai commissari di indagare.

Una comunicazione che, in realtà, non sarebbe comparsa immediatamente al pubblico, bensì dopo la premiazione del podio, 13 minuti dopo il momento in cui Perez aveva tagliato il traguardo vincendo la corsa. Revisionando un’altra volta i filmati a disposizione, gli steward erano quindi giunti alla conclusione che effettivamente la penalità non fosse stata scontata correttamente a causa del jackman posteriore che avrebbe toccato la vettura.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, arriva in griglia

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, arriva in griglia

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Secondo quanto dichiarato dai commissari nel comunicato ufficiale, in un precedente incontro del SAC (Sporting Advisory Committee) assieme alle squadre era stato deciso che in questi casi toccare una vettura sarebbe equivalso a lavorare sulla vettura, commettendo di fatto una violazione del regolamento.

“Ai Commissari Sportivi sono state mostrate le prove video di come la vettura 14 ha scontato la penalità da parte del Direttore di Gara e del Direttore Sportivo. Hanno dichiarato che era stato concordato nelle riunioni del SAC con i team era che nessuna parte della vettura poteva essere toccata durante l'applicazione di una penalità in quanto ciò costituirebbe un lavoro sulla vettura”, si legge nel comunicato ufficiale.

“In questo caso, era chiaro che l'auto fosse stata toccata dal jackman posteriore. Sulla base della dichiarazione fatta ai Commissari Sportivi, secondo cui c’era una posizione concordata secondo cui toccare la vettura equivalesse a lavorare sulla stessa, i Commissari Sportivi hanno deciso di comminare una penalità”.

Non avendo scontato correttamente la penalità, gli steward avevano optato, come da prassi, per sanzionare ulteriormente lo spagnolo aggiungendo 10 secondi al tempo complessivo di gara, di fatto escludendolo dal podio a favore di George Russell, il quale era stato informato mentre completava le interviste televisive.

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, 3° posizione, con il suo trofeo

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, 3° posizione, con il suo trofeo

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Alonso arriva nella zona interviste quando ormai i commissari hanno già comunicato la penalità, rivolgendo parole dure verso la FIA per i tempi con cui era stata decisa la sanzione, anche se al tempo non poteva sapere che la comunicazione dalla ROC fosse giunta solo all’ultimo giro: "Oggi non è un bene per i tifosi quando si hanno 35 giri per applicare una penalità e per informare della penalità, e si aspetta dopo il podio. C'è qualcosa di veramente sbagliato nel sistema, ma le cose stanno così", aveva spiegato l’alfiere del team di Silverstone.

Nella notte si riapre il caso

A mezzanotte e trentasei minuti locali, ovvero oltre due ore più tardi rispetto al momento della conclusione della corsa, la Federazione aveva finalmente emesso il documento che conferma che ad Alonso era stata assegnata una penalità post-gara di 10 secondi per le motivazioni precedentemente spiegate. Infatti, nonostante la seconda sanzione fosse stata correttamente comunicata ai team e al pubblico, non era stato rilasciato alcun documento ufficiale.

Nel frattempo, all’interno del paddock chiaramente i dubbi si rincorrevano, con il Team Principal e il Direttore Sportivo dell’Aston Martin che avevano confermato la versione secondi cui la penalità sarebbe scattata per un errore del jackman, sottolineando tuttavia una certa ambiguità nel regolamento.

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, 3a posizione, sul podio

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, 3a posizione, sul podio

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Quest’ultimo, infatti, non stabilisce esplicitamente che i meccanici non possano toccarla durante la penalità, ma indica che essi non possano lavorare sulla vettura. L'articolo 54.4 c) del regolamento sportivo della F1 afferma che: "Mentre una vettura è ferma nella corsia dei box a seguito di una penalità in conformità con gli articoli 54.3a) o 54.3b) di cui sopra, non si può lavorare fino a quando la monoposto non è rimasta ferma per tutta la durata della penalità".

La regola che “toccare la vettura equivalesse a lavorare sulla stessa” era infatti stata concordata tra i team e la Federazione in separata sede, come in effetti avevano suggerito i commissari nel primo comunicato.

La FIA rimuove la penalità e Alonso torna sul podio

Dopo aver ricevuto proprio dall’Aston Martin una richiesta di “Right of Review” con prove a supporto della propria posizione, la FIA aveva deciso di riaprire il caso, sostenendo che vi fossero dei nuovi elementi utili all’indagine. A sostegno del Right of Review, è stato rivelato che sono stati richiamati i verbali dell'ultima riunione del CAS, oltre alle prove video di altri episodi che avrebbero potuto cambiare le sorti delle penalità.

Nel secondo comunicato, in cui la FIA afferma di aver accolto il ricordo della squadra di Silverstone, si afferma: "La dichiarazione del team era che un presunto accordo tra la FIA e le squadre secondo cui toccare la vettura in qualsiasi modo, anche con un cavalletto, avrebbe costituito un "lavoro" sulla macchina era errata e, quindi, la base della decisione del commissario era sbagliata".

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, provvisoriamente in terza posizione, festeggia con il team al Parc Ferme

Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team, provvisoriamente in terza posizione, festeggia con il team al Parc Ferme

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Sostanzialmente, secondo Aston Martin non era mai stato realmente accordato tra team e Federazione che “toccare la vettura equivalesse a lavorare sulla stessa”.

Un elemento che ha spinto i commissari a cancellare la penalità perché, riascoltando le prove a disposizione, era effettivamente emerso che quella regola non fosse mai stata effettivamente accordata, come invece precedentemente menzionato dagli steward.

“Non avendo ‘alcuna argomentazione chiara’ per stabilire che le parti [team e Federazione] avessero concordato che un cavalletto che tocca una vettura costituisca un lavoro sulla vettura, i commissari hanno invertito la loro decisione” si legge nel comunicato con cui è stata cancellata la penalità di dieci secondi, di fatto riportando Alonso al terzo posto e consentendogli di festeggiare il suo centesimo podio in carriera.

 

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