F1: c'è una generazione di piloti che brucia le tappe
Leclerc e Verstappen sono l'avanguardia di una generazione di giovani piloti che punta a conquistare la F1: Albon, Norris e Russell potranno presto lottare per una vittoria. Scopriamo cosa si agita alle spalle di re Lewis Hamilton.
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Per arrivare alla conquista del settimo titolo iridato Lewis Hamilton dovrà affrontare una sfida non del tutto inedita, ma che oggi appare molto più definita rispetto al recente passato: sconfiggere la pattuglia dei piloti di… “fine millennio”.
Sono i nati tra il 1996 ed il 1999, ed oggi hanno già occupato il trenta per cento della griglia di partenza del campionato Mondiale di Formula 1 senza alcun timore reverenziale. Non tutti sono nelle condizioni di poter ambire a vincere in tempi brevi, ma il tandem Leclerc-Verstappen (separati all’anagrafe da 16 giorni) hanno già completato passi importanti per puntare ai massimi traguardi, arrivando velocemente in top-team e prendendo in tempi altrettanto veloci il timone della squadra.
Max & Charles hanno già rotto il ghiaccio ottenendo i loro primi successi in Formula 1, ma l’impressione netta è che presto nell’ambito del club dei vincitori di Gran Premi entreranno altri ragazzi terribili.
I candidati sono Alexander Albon, Lando Norris e George Russell, e in tempi più lunghi (se avranno la chance) non sono da sottovalutare Esteban Ocon e Pierre Gasly. Sono ragazzi che si conoscono da tempo, che in molti casi sono stati avversari in pista sin dai tempi del karting, arrivando a bussare alle porte della Formula 1 dopo aver seguito percorsi differenti che li hanno condotti allo stesso traguardo.
Formula 1 conquistata sul campo
Ciò che accomuna questi piloti è anche un altro aspetto molto importante: sono tutti stati scelti da squadre ufficiali da giovanissimi, diventando dei professionisti del volante molto prima di conseguire la patente di guida.
Siamo davanti ad una generazione che marchierà a fuoco la Formula 1 del “post-Hamilton”, e lo farà grazie ad un ‘dna’ da corsa identificato già da anni e che ha permesso loro di arrivare ad occupare la posizione che occupano oggi esclusivamente grazie ai risultati ottenuti in pista.
La Formula 1 è spesso oggetto di luoghi comuni, ed uno dei più gettonati è quello che la descrive come un contesto popolato da piloti arrivati ad occupare la loro posizione attuale grazie ad artifizi, come supporti economici o manager di grido. Falso.
Nel paddock ci sono sempre stati piloti scelti da team di seconda fascia per far quadrare i conti (a dirla tutta anche Niki Lauda e Ayrton Senna non debuttarono in Formula 1 a costo zero), ma oggi siamo ad una presenza di due pay-driver su venti (ovvero Lance Stroll e Nicolas Latifi) ovvero una delle percentuali più basse dei settant’anni di storia del Mondiale.
Tappe bruciate, segnale importante
La qualità dei giovanissimi è confermata anche dalla rapida ascesa che li ha portati ad accasarsi nei top-team. Ad un anno dall’esordio in Formula 1, Verstappen era già in Red Bull, così come Leclerc in Ferrari, e c’è chi è pronto a scommettere (e non è una puntata azzardata…) che a fine anno per Russell si apriranno le porte della Mercedes. Norris è confermatissimo in McLaren, ed Albon dopo cinque mesi di Toro Rosso si è ritrovato in Red Bull.
Insieme al boom di una generazione, c’è da annoverare anche il cambio di tendenza delle squadre (soprattutto di vertice), ed in questo caso bisogna riconoscere alla Red Bull di aver fatto da cavia per tutti nel verificare la resa di piloti giovanissimi in un top-team.
Helmut Marko non perde occasione per farlo notare, e anche recentemente ha lanciato una frecciata a Toto Wolff: “È curioso sentire Toto parlare dei suoi giovani piloti, visto che fino ad oggi nessun Mercedes junior è riuscito ad arrivare nella squadra ufficiale…”.
La Red Bull, senza pressioni di classifica, ha fatto potuto permettersi qualche azzardo che per la Mercedes (costantemente in lotta per i Mondiali) ha deciso di evitare.
Non solo Verstappen
A cambiare la percezione sulla possibilità che un giovanissimo di grande talento possa rendere in tempi brevissimi anche in un top-team è stato Leclerc.
Verstappen è stato battezzato come un caso eccezionale (e di fatto lo è) ma il 2019 di Charles ha chiarito che magari di giovani eccezionali ce ne sono più di uno. I bookmaker hanno già iniziato a quotare la conquista del titolo Mondiale piloti 2021 e la linea è chiara: Leclerc e Verstappen, per chi scommette, hanno le stesse chance di Hamilton.
L’esa-campione è sempre al suo posto, ma è anche sempre più chiaro quale sarà la Formula 1 dopo di lui.
Una tendenza (quella della caccia al giovane di talento) che si rafforzerà ulteriormente nei prossimi anni, quando le squadre dovranno rispettare un rigido budget cap con poche eccezioni.
Tra queste ci saranno i vivai, che potranno essere finanziati senza limiti di spesa, ed è certo che diventeranno un terreno di confronto tra i top team (e non solo) più di quanto non lo sia già oggi. Tanti giovani avranno la chance della vita, ma solo per una piccolissima percentuale si apriranno le porte della Formula 1, come è giusto che sia.
Ecco l'età dei piloti di Formula 1
Pilota |
Data di nascita |
età |
Lando Norris |
13/11/1999 |
20 |
Lance Stroll |
29/10/1998 |
21 |
George Russell |
15/02/1998 |
22 |
Charles Leclerc |
16/10/1997 |
22 |
Max Verstappen |
30/09/1997 |
22 |
Esteban Ocon |
17/09/1996 |
23 |
Alexander Albon |
26/03/1996 |
24 |
Pierre Gasly |
07/02/1996 |
24 |
Nicolas Latifi |
29/06/1995 |
24 |
Carlos Sainz |
01/09/1994 |
25 |
Daniil Kvyat |
26/04/1994 |
26 |
Antonio Giovinazzi |
14/12/1993 |
26 |
Kevin Magnussen |
05/10/1992 |
27 |
Sergio Perez |
26/01/1990 |
30 |
Valtteri Bottas |
28/08/1989 |
30 |
Daniel Ricciardo |
01/07/1989 |
30 |
Sebastian Vettel |
03/07/1987 |
32 |
Romain Grosjean |
17/04/1986 |
34 |
Lewis Hamilton |
07/01/1985 |
35 |
Kimi Raikkonen |
17/10/1979 |
40 |
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