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Brivio: "Partiamo dal podio, ma vogliamo vincere"

Ha lasciato la Suzuki, campione del mondo nella MotoGP, per accettare l'offerta di Luca De Meo che lo ha voluto a capo del team Alpine in F1. Davide a 56 anni si sente pronto a questa sfida: "Ci vorrà un po' di tempo ma conto di far fruttare il potenziale di mille persone che lavorano a casa". E su Alonso spiega che "... è molto motivato: non torna solo per guidare una macchina, ma per ottenere dei risultati. Spinge tutti per ottenere il massimo: così mi piace".

Davide Brivio, Alpine F1 Team Racing Director.

Davide Brivio, Alpine F1 Team Racing Director.

Alpine

A cinquantasei anni Davide Brivio ha deciso di ricominciare daccapo. Nella valigia che si è portato in Alpine c’è un’enorme esperienza maturata sui campi di gara della MotoGP, che sarà utilissima ma non sufficiente a navigare in acque nuove.

Ci sarà molto da imparare ed in tempi stretti, ma l’entusiasmo non manca. Brivio ha debuttato in divisa Alpine in occasione del lancio della monoposto con cui l’ex-Renault affronterà il Mondiale 2021, una presentazione in cui la nota più evidente è stata l’assenza di Fernando Alonso.

E il lavoro di Brivio, che sarà responsabile di tutte le attività in pista, è iniziato proprio con il pilota spagnolo, conscio del suo ruolo trainante sia in pista che fuori.

Come vedi Alonso, ha una possibilità di vincere in questa stagione?
“Credo di sì. Sono molto entusiasta di poter lavorare con Fernando, parliamo di un grande campione che ho trovato davvero molto motivato. Ha scelto di tornare a competere in un contesto difficile, nel campionato più competitivo, a conferma di un grande desiderio di mettersi alla prova. Continuo a vedere gli sforzi che sta facendo per prepararsi nel migliore dei modi, e sono sicuro che, se avrà a disposizione un buon pacchetto tecnico, lo ritroveremo a lottare per traguardi importanti”.

Che idea ti sei fatto di Fernando dopo il primo approccio? È difficile avere a che fare con lui?
“No, non credo. Al momento abbiamo fatte delle chiacchierate, e mi è sembrato un ragazzo normale, molto motivato e pronto a mettersi a disposizione per far crescere la squadra. Non sta tornando in Formula 1 solo per guidare una macchina, ma per ottenere dei risultati, quindi capisco che sia esigente ed è un aspetto che mi piace. Abbiamo bisogno di questo tipo di piloti, ragazzi che spingono per riuscire ad ottenere il massimo, sono favorevole a questo approccio”.

Lundgaard avrà un ruolo nella squadra quest'anno?
“Christian è uno dei migliori piloti della nostra accademia, siamo molto orgogliosi del lavoro che si sta portando avanti con i giovani, e in quanto al suo ruolo nell’organigramma Formula 1 la risposta è si".

"Lavorerà al simulatore durante tutta la stagione, ma il suo obiettivo principale sarà quello di ottenere i migliori risultati possibili in Formula 2, da parte nostra lo teniamo d'occhio e lo seguiamo molto da vicino. Il mese scorso ha svolto un test al Paul Ricard, e cercheremo di coinvolgerlo il più possibile nel nostro programma”.

Quali sono state le motivazioni che ti hanno portato ad accettare la sfida Alpine lasciando il mondo della MotoGP?
“Non è stato facile lasciare la mia vecchia squadra, un ambiente che conoscevo molto bene. La Formula 1 per me è sempre stata un sogno, quindi sono stato subito molto entusiasta davanti a questa opportunità, anche se sono cosciente di avere molto da imparare e da capire. Ma per me è adrenalina, è ossigeno, mi piace mettermi al lavoro e imparare cose nuove. È stata un'opportunità che ho capito di dover cogliere, probabilmente me ne sarei pentito se non l'avessi fatto, quindi eccomi qui. Ho bisogno di un po' di tempo, ma darò tutto per mettermi in gioco nel miglior modo possibile”.

Quale sarà il tuo ruolo durante il weekend di gara?
“Fondamentalmente sarò responsabile delle attività in pista, quindi tutto ciò che accade sui circuiti. Il nostro lavoro, come squadra corse, è quello di sfruttare appieno il potenziale della monoposto, ed è una grande responsabilità considerando il numero di persone che operano delle sedi di Enstone e Viry".

"Saremo limitati come numero di persone autorizzate ad essere in pista, ma è lì che bisogna estrarre il pieno potenziale della vettura, non sono un ingegnere, ma devo cercare di assicurarmi che gli ingegneri, i meccanici, i piloti e tutte le persone coinvolte abbiano ciò di cui necessitano per funzionare al meglio. Quindi questo sarà il mio lavoro, essere in pista in tutte le gare del Mondiale per sfruttare al meglio ciò che più di 1.000 persone hanno preparato a casa”.

Luca de Meo ha detto che vuole vincere: la squadra è pronta a lottare per la vittoria con Mercedes e Red Bull o il podio è ancora l’obiettivo più realistico?
“Certo, vogliamo vincere, tutti vogliono vincere, nessuno escluso, ma dobbiamo anche essere realisti. L'anno scorso il bilancio finale è stato di tre podi che hanno confermato un avvicinamento alla prima posizione, ma dobbiamo considerare quei risultati come un base di partenza".

"Il primo obiettivo è riuscire ad essere in zona podio con continuità, e poi passo dopo passo cercare di guardare al gradino più alto. Abbiamo un piano per arrivarci, tutti guardiamo al 2022 come ad un’opportunità, ma dobbiamo essere pronti a coglierla e questa stagione sarà importante per mettere tutto a punto. Comunque, tornando alla domanda, l’obiettivo è vincere, e abbiamo iniziato a lavorare per raggiungerlo”.

Pensi che per un manager nel tuo ruolo si più semplice passare della MotoGP alla Formula 1 o il percorso contrario?
“Non so, forse sarò in grado di rispondere a questa domanda in modo più dettagliato tra un anno. In questo momento credo che sia più difficile passare dalla MotoGP alla Formula 1, perché si entra in un’organizzazione molto più grande e complessa, ma come ho detto, col tempo avrò un quadro più chiaro".

"Vedo anche molte somiglianze tra i due contesti, perché il lavoro di squadra ha molto in comune ed anche i piloti sono simili nell'atteggiamento e nell’approccio. La Formula 1 è molto più complessa sul fronte tecnico, ci sono tanti più parametri, più problemi, ad esempio l’aerodinamica in MotoGP non c’è. Ma in termini di gestione del gruppo, ci sono ovviamente molte similitudini”.

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